La differenza sostanziale tra un realista ed un idealista

La differenza sostanziale tra un realista ed un idealista

di Maria Alessandra Varone

TRA SILLOGISMO REALE ED IMMAGINARIO

La differenza sostanziale tra un realista ed un idealista si basa sulla mancata distinzione, da parte dei secondi, di matrice aristotelica, tra sillogismo reale ed immaginario, il quale implica che la coerenza logica non rappresenta minimante una condizione sufficiente per passare al piano della realtà: non c’è infatti nessun vincolo tra la materialità di un evento e la coerenza tra enunciati. Qui il genio immortale dello Stagirita.

E guardando da vicino, in effetti, si vede che la provocazione alla ragione umana mossa dal realismo è poetica ed avvincente, anzi, è una vera e propria dichiarazione di guerra; perché afferma a gran voce che la logica non è sufficiente ad esaurire l’esperienza e a comprenderla.

Al contrario, essa rappresenta sempre un riferimento fondamentale per la logica e la sua creatività. E ancora di più: è la realtà stessa ad imporre alla logica le regole di cui si serve. A tal proposito, non stupidamente Leibniz notava che gli aborigeni australiani fanno uso del principio di non contraddizione anche senza sapere che esiste. Niente margine di creatività o di deduzione, è così e basta.

Anche per contraddire il principio di non contraddizione, infatti, serve applicare il principio di non contraddizione.

Inaccettabile, questo, per il narcisismo contemporaneo: il soggetto, inteso come essere pensante generale, non basta a se stesso, non solo ontologicamente – il che è ovvio -, ma nemmeno epsitemicamente.

Non stupisce affatto, quindi, che siamo passati dalla grande gigantomachia sull’essere di cui parlavano gli antichi (citazione dal Sofista di Platone) al logicismo contemporaneo, che a furia di anteporre la logica alla realtà, subordinando l’ente reale a quello logico (anatema per Aristotele e Tommaso) non è più in grado di definire né di descrivere, ma solo di proporre descrizioni, ontologicamente arbitrarie, da cui attingere utili conclusioni.

In pratica non è filosofia, ma una disperazione esistenziale camuffata da pensiero, per usare un eufemismo.

 

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