I contadini europei resistono al nuovo diktat UE

di Pietro Licciardi

FARM TO FORK, IL PIANO PER TRAGHETTARE L’EUROPA VERSO LE CARNI SINTETICHE E LE FARINE DI LARVE E INSETTI

Gli agricoltori europei, tranne i nostri, sono in rivolta. I “giornaloni” nostrani giustificano le proteste ricorrendo a scontati e tutto sommato meschini motivi di bottega: in Germania allevatori e agricoltori protesterebbero perché il governo di Olaf Sholtz ha tagliato i sussidi a causa del deficit di bilancio; in Francia per le tasse sempre più alte e l’inflazione; in Belgio perché il governo delle fiandre avrebbe imposto limitazioni alle emissioni di azoto contenuto nei fertilizzanti. Anche in Olanda l’11 Marzo scorso diecimila persone hanno sfilato all’Aia per opporsi alle misure che comporterebbero un aumento dei costi per tutti gli allevatori che fanno ricorso ai fertilizzanti.

Pochi però hanno puntato i riflettori sul vero motivo delle proteste: i nuovi cervellotici diktat europei che hanno preso di mira proprio il mondo agricolo comunitario.

Le mobilitazione dei trattori è infatti per lo più indirizzata a contrastare il Farm to Fork, il programma dell’Unione europea ritenuto fondamentale per il Green Deal europeo, nonché via maestra per elevare la qualità complessiva dell’intera filiera agroalimentare, nel segno della sostenibilità ambientale e di una riduzione dell’impatto nei confronti di Paesi terzi. Belle parole dietro le quali si cela la vera ennesima fregatura, ovvero l’abbandono del 10% dei terreni agricoli, la conversione al biologico di un quarto della superficie coltivabile, l’abbattimento dei concimi e dei fitofarmaci oltre alla rotazione forzata dei cereali. E’ in questo contesto che si comprende la demenziale proposta della Regione Emilia Romagna di dare agli agricoltori dai 500 ai 1500 euro l’anno, per 20 anni, per ogni ettaro non coltivato.

Se veramente i Paesi dell’Unione si conformassero alle direttive dei burocrati di Bruxelles la conseguenza sarebbe un drastico calo della produzione alimentare nonché dei foraggi per gli allevamenti di bestiame e un conseguente aumento generalizzato dei prezzi.

Si tratta di misure che rischiano di mettere non soltanto in pericolo l’agricoltura europea ma si abbatteranno come uno tsunami sulle nostre tasche, già messe a dura prova dall’inflazione. Immaginate col lievitare dei costi alla produzione quanto costeranno le farine e i cereali con cui si producono i generi alimentari e poi le verdure, la frutta e soprattutto la carne.

Tutto ciò non può che avere due nefaste conseguenze: innanzitutto portare alla progressiva estinzione la figura del coltivatore e dell’allevatore; in secondo luogo renderci completamente dipendenti dall’estero per i prodotti agricoli e le carni, che ovviamente dovremmo importare via mare, bruciando milioni di litri di gasolio per far camminare le navi.

Della imbecillità dei sedicenti ambientalisti è da molto che abbiamo smesso di dubitare ma… Probabilmente c’è dell’altro.

Si dice che a pensar male si fa peccato ma ci si azzecca. Vuoi allora vedere che gli euro-gretini di Bruxelles hanno pianificato tutto questo non per amore dell’ambiente ma per spianare la strada al nuovo cibo industriale e sintetico – la “carne” finanziata da Bill Gates, stampata in 3D – e al consumo di larve, vermi e insetti che già stanno per invadere i nostri supermercati ?

 

FOTO DI COPERTINA: https://depositphotos.com/it/home.html

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