Farine di vermi, grilli e locuste. Occhio alle etichette!

di Pietro Licciardi

IN GAZZETTA UFFICIALE IL DECRETO SU COME DEVONO ESSERE ETICHETTATI I PRODOTTI CHE CONTENGONO LE NUOVE SCHIFEZZE ALIMENTARI IMPOSTE DALLA UE

La perversa ideologia green non si ferma davanti a nulla, nemmeno al cibo Made in Italy, vanto e orgoglio della nostra tradizione ed eccellenza riconosciuta a livello mondiale. Con un certo sgomento a suo tempo annunciammo che nei “migliori” (sic!) supermercati sarebbero sbarcati i primi prodotti confezionati con farine di insetti, uno dei numerosi bocconi avvelenati somministrati a noi sudditi dall’Unione Europea, ormai eterodiretta come un burattino dalle lobby ambientaliste, gay, Lgbt, a loro volta manovrate da oscuri oligarchi che hanno deciso di cambiare i connotati dell’intero Continente.

Ebbene la follia alimentare, che si aggiunge a tutte le altre del Green Deal europeo, prosegue inarrestabile. Sulla Gazzetta ufficiale n. 202 del 29 dicembre 2023 leggiamo che il Ministero dell’agricoltura, della sovranità e delle foreste con decreto del 6 aprile 2023 «Visto il regolamento di esecuzione (UE) 2022/188 della Commissione del 10 febbraio 2022 che autorizza l’immissione sul mercato di Acheta domesticus [grillo n.d.r] congelato, essiccato e in polvere quale nuovo alimento» ha emanato le norme a cui attenersi nell’etichettare i prodotti contenenti la schifezza in oggetto.

La dizione da utilizzare deve essere: «Polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus (grillo domestico)» o «Acheta domesticus (grillo domestico) congelato» o «Acheta domesticus (grillo domestico) essiccato/in polvere», a seconda della forma utilizzata. Ovvero si deve chiaramente capire che l’Acheta domesticus non è un nuovo cereale tropicale ma un insetto. Inoltre la medesima etichetta deve indicare che tale ingrediente può provocare reazioni allergiche nei consumatori con allergie note ai crostacei e ai prodotti a base di crostacei, ai molluschi e ai prodotti a base di molluschi e agli acari della polvere. Tale indicazione deve essere collocata accanto all’elenco degli ingredienti mentre nel campo visivo principale, stampate in modo da risultare facilmente visibili e chiaramente leggibili, deve essere riportata l’indicazione che il prodotto contiene polvere di insetto

Stessa etichettatura anche per i prodotti contenenti la larva gialla della farina (larva di Tenebrio molitor), la Locusta migratoria e l’ Alphitobius diaperinus (verme della farina minore). Un già vasto campionario di vomitevoli ingredienti che sicuramente comincerà a inquinare le nostre tavole.

Ringraziamo il governo Meloni e il ministro della sovranità alimentare i quali, visto che non possono opporsi da soli alla marea eurosovietica, hanno se non altro costretto le aziende a dichiarare senza sotterfugi cosa intendono propinarci. Adesso però anche noi dobbiamo fare la nostra parte: leggere attentamente le etichette di tutto quel che compriamo e lasciare senza indugio sugli scaffali non solo i prodotti a base di insetti ma anche tutto quello che la sciagurata azienda produce, nella speranza che un drastico calo dei guadagni – e un auspicabile fallimento – faccia sgonfiare questa subdola rivoluzione alimentare.

Che siano gli ambientalisti da salotto, i gretini alla Gassman, e – ma ne dubitiamo fortemente – i burocrati di Bruxelles a cibarsi di vermi, grilli e locuste. O magari di carne sintetica, il prossimo regalino elargito sempre via UE da Bill Gates che in quest’altra porcheria ha già investito milioni di dollari.  A noi lasciateci le bistecche alla fiorentina e la farina di buon grano.

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