Perchè Gesù sceglie proprio 72 persone?

Perchè Gesù sceglie proprio 72 persone?

di Giuliva Di Berardino

IL VANGELO DEL GIORNO COMMENTATO DA UNA TEOLOGA LITURGISTA

Venerdì 26 gennaio 2024 – Santi Timoteo e Tito

Lc 10,1-9

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».

Oggi la Chiesa fa memoria dei santi Timoteo e Tito. San Timoteo, discepolo prediletto di Paolo, doveva essere un giovinetto quando Paolo lo incontrò e lo battezzò insieme alla madre, durante il suo primo viaggio missionario. Ho la grazia di venerare spesso le spoglie di San Timoteo, perché le sue reliquie sono conservate nella bellissima cattedrale di Termoli, in Molise, sul mare Adriatico, ci vado spesso perché lì vivono i miei familiari e a Termoli, nella bellissima cattedrale, semplice, sobria, è deposto san Timoteo, un luogo che testimonianza perfettamente l’animo puro e obbediente di Timoteo, un uomo tutto dedicato alla sequela di Paolo, tutto donato all’annuncio del Vangelo. Si racconta infatti che Timoteo, dopo aver seguito Paolo fino al martirio, tornò ad Efeso dove morì anche lui martire come Paolo. Timoteo e Tito sono festeggiati insieme, anche se Tito non era molto simile a Timoteo, perché doveva essere stato piuttosto un uomo di governo, dato che la tradizione lo dichiara primo vescovo dell’isola di Creta. Nella sua lettera a Tito, Paolo ce lo fa percepire come un uomo capace di gestire situazioni difficili e organizzare le collette per i poveri di Gerusalemme. Ma ciò che colpisce di questi due collaboratori così cari a san Paolo è che essi, pur avendo lo stesso amore per il Vangelo e lo stesso padre nella fede, avevano comunque personalità molto diverse. Una caratteristica che ci aiuta a entrare più in profondità nel Vangelo di oggi. Infatti il testo ci mostra che: “il Signore designò altri 72 e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi”.

Gesù sceglie 72 persone. Certamente 72 è un numero simbolico, è un multiplo di 8, che per i cristiani in indica la Risurrezione, il battesimo. Infatti i battisteri antichi avevano spesso una pianta ottagonale. Il testo del Vangelo allora ci comunica un messaggio preciso: la vita cristiana si trasmette grazie alla collaborazione di persone investono la loro vita nella fede. Gli inviati missionari, pur andando in posti diversi, ricevono lo stesso mandato: “Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo ai lupi”. Tuttavia, ciò che caratterizza in modo univoco questo mandato non sono le persone: esse sono diverse le une dalle altre; non è il contenuto, perché può essere comunicato in diversi modi, con diverse parole e in diverse lingue. Ciò che invece identifica le persone mandate da Gesù è il loro modo di vivere, lo stile di vita, il loro modo di porsi! Chi è mandato da Gesù, infatti, è mite come un agnello, porta la pace e non la violenza, perché è la pace la vocazione più profonda dell’umanità. Nella mistica ebraica si afferma che, per il fatto che la parola Shalom in ebraico è scritto con due consonanti, il senso di questa parola è la riconciliazione degli opposti. Shalom infatti viene scritto con la lettera shin che indica il fuoco e la lettera mem che indica l’acqua, collegati dalla lettera lamed che indica equilibrio. La pace quindi è il dono di Dio che fa equilibrio tra gli opposti formando negli esseri umani l’armonia delle diversità. Il mandato di Gesù ad andare, dunque, mentre ci fa uscire da noi stessi, ci fa unire a tutta l’umanità, verso lo Shalom di Dio. Allora oggi cerchiamo occasioni per imparare anche noi a essere agnellini, per portare la pace in questo mondo pieno di lupi violenti. Chiediamo ai santi Timoteo e Tito di aiutarci a desiderare la pace tra di noi, così come loro hanno desiderato e trasmesso la pace.

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