Filippo Anelli, da che pulpito vien la predica!

Filippo Anelli, da che pulpito vien la predica!

di Bruno Volpe

IL PRESIDENTE DELL’ORDINE DEI MEDICI: “IL MEDICO OPERI SEMPRE PER IL BENE DEL PAZIENTE SENZA DISCRIMINAZIONE ALCUNA”

“Il medico operi sempre per il bene del paziente senza discriminazione alcuna”: lo dice in questa intervista il Presidente Nazionale dell’Ordine  dei Medici e Odontoiatri, il barese dottor Filippo Maria Anelli, che  parla della 32 Giornata Mondiale del Malato del prossimo 11 Febbraio memoria della Madonna di Lourdes.

Come la Redazione di InFormazione Cattolica ha dimostra fin dall’inizio della “Pandemenza” con vari articoli in questi ultimi tre anni, così purtroppo non è stato e anche lo stesso Anelli, attraverso le sue interviste e le sue prese di posizione, ci è sembrato che criticasse coloro che, liberamente, avevano scelto di non vaccinarsi (e che, alla luce delle notizie via via emerse, Mario Giordano docet, e dei fatti avversi sviluppatisi, hanno fatto benissimo!).

Presidente Anelli, che cosa si chiede ad un medico?

“Intanto correttezza, professionalità e competenza. Da sempre i medici hanno un vincolo, anzi un impegno, che è quello di agire sempre per il bene del paziente e mai per fare del male, anche se in qualche parentesi della storia è accaduto che alcuni medici non si comportassero secondo deontologia e penso agli esperimenti fatti durante il nazismo, insomma si sono lasciati andare. Ma la nostra professione, per vocazione, è orientata al bene”.

Da dove lo si evince?

“Chi svolge questa lavoro, che è una autentica missione, giura di esercitarlo correttamente, con onestà e senza operare discriminazioni dovute al censo, alla etnia, alla religione di appartenenza del malato. Vi è chi ha un approccio cristiano alla professione e si ispira a quella bellissima parabola che è il Buon Samaritano. Per il medico credente e cristiano quella è la bussola dell’agire. Ma può aversi anche un approccio laico alla professione e le basi le troviamo  nella nostra Carta Costituzionale”.

Quella stessa Costituzione che più volte hanno violato tutti coloro che, subendo l’indottrinamento dei mezzi di comunicazione di massa mainstream, hanno attaccato a più non posso coloro che, liberamente, avevano scelto di non vaccinarsi. A titolo di esempio ricordiamo solo due esempi nel campo medico, quel settore che dovrebbe essere vigilato proprio dal dottor Anelli: “Sono molto democratico: campi di sterminio per chi non si vaccina”, così dichiarò il medico Giuseppe Gigantino. “I no vax non vanno capiti. Sono come gli evasori fiscali: pretendono che gli altri paghino per qualcosa di cui loro poi beneficiano. Il non vaccinarsi è un’evasione nei confronti della comunità, si fanno scudo con gli altri”, così sostenne Sergio Abrignani, docente di Immunologia all’Università Statale di Milano e componente del Comitato tecnico scientifico.

Ci parli della Costituzione Presidente Anelli…

“Il faro è l’art. 3 della Costituzione al quale dobbiamo ispirarci e che dobbiamo seguire. In base a detta norma, viene sancito il criterio, valido specie per chi esercita il nostro lavoro, che siamo tutti uguali senza alcuna distinzione e tale precetto vale ancora di più nei riguardi della parte debole che è il malato. Io, quando curo, non devo badare alla provenienza, alla sua religione o al suo orientamento politico. Ma solo al suo bene e alla salvaguardia della salute. Il paziente non è un numero, ma una persona con le sue fragilità e la sua personalità e va rispettato, trattato umanamente, per coloro che credono cristianamente”.

La salute, tra l’ altro, è un diritto fondamentale…

“Esatto, sancito nella Costituzione all’ art 32, e questo dimostra l’attenzione dei Costituenti nei riguardi sia della salute che del malato e hanno voluto indicare e specificare il concetto di gratuità per i non abbienti che è basilare. Purtroppo in alcune nazioni questo non è seguito”.

Come aveva scritto il dottor Giuseppe Brienza (vedi qui) riguardo alla posizione della nostra testata sui temi vaccini anti-SARS-CoV-2, Green Pass e “Governo dei migliori”, inFormazione Cattolica “ha assunto una posizione molto chiara fin dall’inizio della pandemia ovvero: libertà nella scelta circa il vaccino, con riferimento etico alla Nota della Congregazione per la Dottrina della Fede sulla moralità dell’uso di alcuni vaccini anti-Covid-19 (pubblicata il 21 dicembre 2020), ma contrarietà all’obbligo vaccinale, a maggior ragione per i minori. Siamo poi critici verso alcuni aspetti della Costituzione del 1948 ma ora uniti ai difensori dei diritti costituzionali compromessi dalla normazione emergenziale e da quella sul Green Pass. Non crediamo affatto, come sentiamo dire nei salotti televisivi o nelle testate mainstream, che i diritti costituzionali non sono violati perché superati dal diritto generale alla salute di tutti. Pensiamo che, tanti Italiani, vaccinati o non vaccinati, si stiano rendendo conto della situazione. Il Governo Draghi ha ereditato un potere enorme e, con la scusa del Covid-19, sta protraendo una emergenza senza emergenza infinita. Chi si fa domande viene subito bollato per ignorante oppure no Vax, se non peggio. Ma la gestione della pandemia sta facendo emergere un aspetto positivo nel nostro dibattito pubblico, ovvero quel consenso trasversale che porta a denunciare le tante criticità di questo periodo, e a domandare se la Costituzione non debba essere riconquistata da tutti noi, così come il Parlamento e le sue regole, i partiti o movimenti nella loro funzione di rappresentanza popolare e così via discorrendo. Quindi riassumendo: – secondo noi l’uso di un lasciapassare governativo anche per lavorare non è conforme all’articolo 1 della Costituzione; – secondo noi la proclamazione governativa dello stato d’emergenza nazionale sulla base del codice della protezione civile, prorogato diverse volte per anni, non è conforme all’art. 78 della Costituzione; – secondo noi il cambiamento il c.d. Super Green Pass, non è conforme all’art. 32 della Costituzione; – secondo noi la mancanza di approfondimento sulla vaccinazione dei bambini non è conforme all’art. 32 della Costituzione. La nostra opinione, in definitiva, è che i governi Conte 2 e Draghi abbiano realizzato più limitazioni dei diritti dei cittadini che nessun altro esecutivo in 70 anni di Repubblica italiana, senza risolvere oltretutto un granché riguardo ai problemi strutturali della sanità italiana, ai quali pure si devono alcune delle tragedie subite da tante famiglie negli anni della gestione disastrosa della pandemia“.

Dottor Anelli il Servizio Sanitario Nazionale perde colpi: è preoccupato?

“Il SSN è stato creato proprio per la tutela della salute  con spirito universalistico, solidale e sussidiario. I cittadini con le loro tasse sorreggono la spesa sanitaria. Spiacevolmente negli ultimi tempi, anche a causa di alcuni discutibili tagli, il SSN sta perdendo colpi e si notano delle crepe e questo spinge chi può a farsi le assicurazioni private come negli Usa o a rivolgersi al privato per aggirare o evitare i lunghi tempi di attesa nelle visite o esami. Non è giusto, rischiamo in questo modo di avere una sanità a doppia velocità, con cittadini di prima e seconda classe. Come medici siamo ovviamente  preoccupati, ricordando che la salute è un bene alla portata di tutti”.

Insomma, note negative…

“Esistono anche quelle positive. Come dicevo prima si vedono delle crepe, tuttavia bisogna  segnalare quello che va e penso ai trapianti che in Italia si effettuano in gran numero e gratuitamente. In altre parti avverrebbe il contrario e a pagamento”.

Secondo lei i Medici del SSN non sono pagati bene?

“Non sono pagati adeguatamente. Ma è sempre accaduto. La non attrattività della remunerazione, unitamente allo stress, fanno in modo che tanti colleghi o scelgono il privato o addirittura vanno fuori Italia, dove i medici non solo sono pagati meglio, ma godono di un prestigio personale maggiore. Tanti medici qui si sentono svalutati o sottostimati nel loro lavoro”.

Come è accaduto a tutti quei medici che hanno fatto i medici e hanno cercato di curare in tutti i modi possibili i pazienti affetti da Covid, delegittimati dai mass media, da altri loro colleghi, da un peso mediatico-medico che ha comportato la morte (diretta o indiretta) di alcuni di loro (un esempio su tutti è quello del grande medico Prof. Giuseppe De Donno).

 


I commenti in corsivo sono a cura della Redazione e non dell’autore dell’intervista

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