Madre di “vita nuova”. Un legame “vitale” ci unisce a Lei

di Pamela Salvatori

IL RAPPORTO DEL CREDENTE CON MARIA NON È SOLTANTO FRUTTO DELLA «LIBERA DEVOZIONE» DELL’UOMO

Scrive don Divo Barsotti: «Maria santissima è presente nella vita del cristiano, non solo perché il cristiano la riconosce Madre di Dio […] ma perché il suo essere stesso di cristiano dipende dalla Vergine. Un legame ontologico precede la libertà di una scelta e l’impegno dell’uomo». Tale legame è «certissimo», stando al Vangelo, in quanto Gesù stesso «ha voluto che avessimo con Lui una medesima Madre», ed è più forte di quello naturale con la madre terrena, perché nella vita nuova di battezzati, mai sarà possibile fare a meno di Maria: «Il cristiano non nasce, non cresce, non vive alla grazia senza un continuo intervento di questa madre divina»

Bisogna prendere coscienza di questo. Esiste un legame spirituale e realissimo con Maria, un legame “vitale” per noi, dal quale dipende il nostro stesso procedere verso l’unione piena con Gesù, sulle vie della santità e della vita eterna; un legame intimo e prezioso, il quale precede e sostiene la nostra scelta di affidarci a Lei, di accoglierla nella nostra esistenza in modo libero e consapevole. 

Tale modo di intendere il legame tra il cristiano e Maria, quindi anche tra tutta la Chiesa e la Madre di Dio, così come è espresso da Divo Barsotti, sembra andare oltre le tradizionali posizioni di coloro che affermano l’importanza di un totale affidamento alla Vergine per giungere felicemente a Cristo. Si pensi, tra tutti, al Santo di Montfort, oppure alle confortanti pagine mariane di Joseph Schriyvers. Barsotti non contraddice affatto il loro insegnamento, piuttosto lo conferma e lo arricchisce notevolmente. Infatti, il legame “ontologico” di cui egli parla è un dono della Redenzione di Gesù, dono di pura gratuità, nasce anch’esso dal Suo Preziosissimo Sangue, dal quale scaturisce la stessa maternità di Maria verso di noi. Dunque, un legame donato, prima di essere da noi desiderato, voluto e accettato. Gesù morente ha reso sua Madre anche nostra Madre, tale è il Suo testamento d’amore supremo che tutto compie, perché nessuno di noi sia orfano nella vita nuova nello Spirito, vita non priva di insidie, causate dal mondo, dalla carne e dal demonio. 

Ma don Divo ha il coraggio di andare anche oltre nella contemplazione del mistero mariano, per focalizzare una verità salvifica per noi tanto consolante. Per lui, infatti, Maria è stata creata Immacolata non solo per essere degna Madre di Dio, ma anche perché destinata a divenire Madre per noi, bisognosi di custodia, di perdono e misericordia. Così scrive: «direi che è molto più vero che la preservazione di Maria da ogni peccato egli l’abbia voluta in quanto ella doveva essere la madre di tutti noi, ottenendo per noi la misericordia e il perdono». Pertanto, afferma audacemente Barsotti, «il rapporto che esiste fra noi e Maria è fondato sulla misericordia […] dal momento che anche la sua santità ha il suo fondamento in una redenzione che il Cristo ha operato per lei prima ancora che ella potesse commettere peccato, proprio per questo c’è un legame molto più intimo, molto più profondo di quanto non si possa pensare». Insomma, un legame che va oltre ogni umana aspettativa, ogni umana comprensione, ma che bisogna saper credere, riconoscere e valorizzare, affinché il Signore sia lodato e ringraziato anche per questo immenso dono di amore, che è sua Madre. Siamo resi figli di Maria per grazia, figli di cui Ella ha cura materna nel tempo e per l’eternità, prendendo sul serio la missione affidatale dal Padre. Ed è ben chiaro che tale legame si realizzi sul piano “spirituale” in senso stretto: «Figli di Maria non lo siamo per natura perché questa è contaminata dal peccato originale», ma «è la nostra trasformazione nel Cristo che esige questo legame con lei che è la sua Madre». Inoltre, è un legame che, in prospettiva escatologica, maturerà nella beatitudine eterna: «Saremo beati perché questo legame ontologico con la madre e con il Cristo sarà perfetto». Grande verità: saremo per sempre figli amati da Maria, fratelli e membra del Suo Unigenito, al cui amore anche noi, nella nostra eterna beatitudine, sapremo rispondere pienamente.

Le parole di padre Barsotti dovrebbero farci riflettere sulla verità della nostra devozione mariana. E non dovrebbero sorprenderci troppo, piuttosto accrescere la nostra gratitudine. Sappiamo, infatti, che Maria è la prima rigenerata dal Redentore e l’unica in sublimiori modo: è indubbio che siamo legati a Lei per rigenerazione battesimale, dal momento che il Battesimo ci inserisce nella vita stessa di quel Dio di cui Ella è Madre. Dunque, è vero che «sul piano della creazione è nostra madre colei che ci ha generato, ma sul piano della redenzione la nostra vera mamma è la Madonna». Come dubitarne?! Se lo crediamo davvero, con quella fede soprannaturale che non manca di sorprenderci, quando ci fa progredire nella conoscenza più profonda del mistero, dobbiamo ammettere che la presenza di Maria è necessaria alla nostra vita, mai opzionale, perché «nella prima creazione siamo figli di Adamo ed Eva, ma una volta caduti nel peccato, il passaggio dal peccato alla grazia richiede una seconda creazione e di conseguenza una nuova nascita e quindi anche una nuova maternità». Una maternità, quella mariana, da cui nessuno può prescindere per la salvezza eterna e per un cammino terreno di perseveranza nella fedeltà a Dio, per tutti possibile, nonostante la corruzione del mondo in cui si trova immerso. Quale miglior rimedio per la nostra vita? Gesù Risorto, Gesù Eucaristico, il Christus totus di cui siamo parte nella grazia, e nella cui fedeltà ci aiuta a progredire la Vergine Santissima. 

Certamente, come scrive Barsotti, «non la Vergine ci comunica la grazia, ma la grazia che viene comunicata a ogni uomo è partecipazione a quello che essa ha ricevuto. Il nostro rapporto con Cristo non può essere che una partecipazione al rapporto di Maria con Gesù. Unico è il rapporto del Padre con il Figlio, il rapporto del Figlio con il Padre nell’unità dello Spirito in Dio. Così nell’unità dello Spirito la Madre genera il Figlio e il Figlio si dona alla Madre. Se si vive un rapporto con il Cristo non si può vivere altro che in una partecipazione al rapporto della Madre con il Figlio e del Figlio con la Madre».

È evidente, a questo punto, perchè il rapporto del credente con Maria non sia soltanto frutto della «libera devozione» dell’uomo, piuttosto la devozione filiale verso di Lei né è una felice conseguenza, è accoglienza di un dono d’amore e di presenza, liberamente offerto da Cristo a ciascuno, nello Spirito Santo. 

In definitiva, «più che l’insegnamento che ci può dare la vita della Madonna, importa che noi ci rendiamo conto che la Vergine è presente, è con noi; che la Vergine, la Madre di Dio non solo vuole essere onorata da noi, ma può essere onorata perché ci si fa presente nella sua maternità […]. E la realtà che viviamo, è anche la presenza della Vergine».

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