Il femminismo vuole le donne “scimmie” dell’uomo

Il femminismo vuole le donne “scimmie” dell’uomo

di Martino Mora

UN FEMMINISMO CHE MIRA ALL’ABOLIZIONE DEI SESSI NON DIFENDE LA FEMMINA…

Col tempo mi convinco sempre di più che il pensiero contemporaneo abbia talmente introiettato la concezione darwinista che il femminismo, convinto di difendere la donna, in realtà difenda la scimmia. Cioè la donna come scimmia dell’uomo e sua mortale rivale.

Se infatti il femminismo difendesse la donna, difenderebbe anzitutto la sua differenza costitutiva, che sta soprattutto (ma certo non esclusivamente) nella maternità.

Al contrario le femministe detestano la maternità e qualsiasi forma di complementarietà col maschio.

Hanno rovesciato la lotta di classe in lotta dei sessi, anzi “generi” al punto da negare (gender theory) la stessa esistenza dei sessi.

Come il Comunismo mira alla società senza classi, il femminismo radicale mira alla società senza sessi.

Potrei fare numerosi nomi di teoriche del femminismo, da Judith Butler, Monique Wittig e Shulamith Firestone in giù, che affermano la necessità di negare l’esistenza dei sessi.

Ma un femminismo che mira all’abolizione dei sessi, non difende la femmina, che vuole distruggere nella sua identità come il maschio, ma semmai l’androgino. E la scimmia.

 

 

Nel video che segue una riflessione sul femminismo a cura della professoressa Giorgia Brambilla.

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