Una pioggia di missili distruggerebbe l’Europa

Una pioggia di missili distruggerebbe l’Europa

di Francesco Bellanti 

LA FINE DELL’OCCIDENTE: UNA NATO OBSOLETA, I CRIMINI DI PUTIN, IL PAGLIACCIO ZELENSKY, UN’EUROPA SENZA IDENTITÀ NÉ UN PIANO STRATEGICO PER RISOLVERE IL CONFLITTO UCRAINA-RUSSIA

A due anni dall’inizio della guerra Russia-Ucraina nulla è cambiato. Anzi, tutto è peggiorato. L’Ucraina è distrutta e la Russia si tiene i territori orientali, compresa la Crimea. Compresi i crimini di Putin. L’Europa è sempre più debole, e continua a fare da zerbino agli americani e al rincoglionito Biden, a una NATO istituzione ormai inutile e obsoleta, dopo la fine del Patto di Varsavia, e anche dannosa, visti gli esiti delittuosi nei recenti conflitti.

La NATO è un’istituzione che si deve sciogliere al più presto per ridare sovranità nazionale agli Stati, che solo così possono avere libertà di scelta nelle alleanze politiche e nelle programmazioni economiche. La guerra in Ucraina ha confermato il declino degli Stati Uniti che non hanno più nessuna visione politica di grandezza storica da contrapporre all’avanzata della Cina e della Russia sulla scena internazionale, a parte l’insensato e rovinoso accerchiamento della Russia di missili balistici che, se non si troverà una soluzione, porteranno a una guerra nucleare senza più ritorno e che, nel primo giorno, secondo un grande giornalista scomparso due anni fa, Giulietto Chiesa, esperto di cose del Cremlino, distruggerebbe l’intera Europa.

L’Europa, patria di Statisti di eccezionale statura, ormai è solo nelle mani di un comitato di affaristi e di banchieri, di massoni e di gruppi di potere oscuri, che sono solo garanti della moneta unica in una banca privata (BCE) e che hanno indebolito per i loro profitti il ceto medio di ogni Paese membro, producendo un diffuso aumento del costo della vita, ormai sproporzionato rispetto al reddito individuale. 

L’Unione Europea ha fallito nel suo progetto – o forse non lo ha mai avuto – di diventare veramente Stati Uniti d’Europa a tutti gli effetti, con un proprio Governo, un proprio esercito, una politica interna ed estera autonoma e indipendente, unitaria, una politica energetica ed economica comune, e sta perdendo anche la propria identità ideale, culturale, storica, religiosa, quella che è alla base della sua fondazione, quella che invece hanno mantenuto, certo sotto la veste anche del nazionalismo, Russia e Cina, che invece saranno, insieme con l’India, gli Stati che domineranno il mondo.

La vera natura totalitaria è quella dell’Occidente, fondata su un sistema economico e sociale, culturale e filosofico, che favorisce l’egoismo e l’individualismo di pochi gruppi di potere che hanno reso schiave masse sterminate senza più diritti democratici. La dimostrazione più evidente di quanto affermiamo la vediamo ancora a due anni dall’inizio della guerra. Invece di sedersi al tavolo della pace per risolvere questa tragedia che può avere esiti devastanti, l’Europa e l’America discutono se mettere altre inutili sanzioni – che la Cina ha già definito “ridicole” e senza fondamenti nel diritto internazionale – che si ritorceranno contro e inviano armi, benzina sul fuoco, e se inviare ancora armi, o, addirittura soldati. 

Se è vero che l’Ucraina e la Russia sono Paesi europei, è l’Europa che deve prendere in mano la prospettiva diplomatica e proporre un adeguato piano di pace per risolvere definitivamente il conflitto. Partiamo da alcune considerazioni politiche generali. In questo momento la follia sta percorrendo le menti di alcuni statisti europei, che per quello che propongono non possono essere definiti tali.

Non è con le proposte dissennate del Presidente francese Macron e della Presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen che si può risolvere questo conflitto. Macron vorrebbe mandare in Ucraina soldati occidentali al di fuori della Nato per aiutare l’esercito ucraino, proposta così insensata, goffa, confusionaria, a tal punto che è stata subito rigettata da tutti i Paesi europei e perfino dagli USA. La von der Leyen, badante di Joe Biden, vorrebbe fabbricare armi più distruttive da inviare contro il pericolo russo di una distruzione totale dell’Europa. È terrificante sapere che ci sono politici così squilibrati in Europa, pur riconoscendo che la proposta di Macron possa rientrare in quella che si può definire “ambiguità strategica”, cioè enunciata per mettere in guardia la Russia e per spingerla a essere meno aggressiva e allentare l’attacco all’Ucraina, che in questo momento si trova in grosse difficoltà. Una strategia più o meno simile a quella del Presidente russo Putin, durante i primi mesi dell’invasione, che, per intimorire gli alleati occidentali dell’Ucraina, minacciava anche velatamente l’uso di armi atomiche.

È tragicamente banale osservare, comunque, che un intervento delle truppe occidentali in Ucraina significherebbe, di fatto, una guerra tra la Russia e le forze della NATO, cosa mai avvenuta nemmeno durante la Guerra fredda. Qui bisogna una buona volta capire che Putin non potrà mai perdere questa guerra, non solo perché il nazionalismo ucraino non potrà mai vincere contro un nazionalismo ancora più forte, quello russo, non solo perché la Russia dispone di un arsenale nucleare da Armageddon apocalittico, ma anche perché essa è sostenuta da poderosi Paesi come l’Iran, la Cina, l’India, la stessa Turchia e tanti altri. E poi isolare Putin, pur essendo egli adesso dalla parte sbagliata della storia, è un grave errore politico e strategico. Anche perché gran parte della responsabilità in questo conflitto ce l’ha il pagliaccio Zelensky, che si è mosso con la leggerezza di un elefante e che sta facendo distruggere il suo popolo.

Ad ogni modo, dal pur intronato Biden al Cancelliere tedesco Olaf Scholz, al Regno Unito, al governo spagnolo, all’Italia, tutti hanno cestinato la proposta, anche dal punto di vista della ambiguità strategica. Iniziative che sono state subito apprezzate da Dmitri Peskov, il portavoce del Cremlino. 

Noi pensiamo che il piano politico migliore per porre fine alla guerra, o comunque per mettere in atto un armistizio proficuo e non velleitario, sia quello di un’iniziativa dell’ONU che dia incarico ai Paesi europei, attraverso l’impiego di forze di pace dell’ONU stessa formata da contingenti europei, di prendere temporaneamente possesso politico delle zone contese, compresa la Crimea, e anche, col consenso di Zelensky e di Putin, di aiutare economicamente  le zone oggetto del conflitto e di elaborare e proporre un piano di pace che tenga conto delle più valide proposte elaborate dai vari Paesi in questi due anni di conflitto. Tra queste, a nostro avviso, sono quelle – proposte dalla Cina l’anno scorso ma anche da altri Paesi – di rispettare il principio di sovranità di tutti Paesi, di abbandonare la mentalità della Guerra Fredda, vista la cessazione del Patto di Varsavia, di far cessare il fuoco per un periodo stabilito fino a quando non si giungerà a un vero e proprio trattato di pace, di garantire la sicurezza dei civili, delle centrali nucleari, di pervenire a un accordo sulla non utilizzazione di armi atomiche, chimiche, o biologiche.

Un piano che dovrebbe anche garantire l’esportazione di grano e cereali, peraltro in parte già in atto perché sottoscritto da Russia, Ucraina, Turchia e Nazioni Unite. Poi revoca delle sanzioni unilaterali alla Russia, poiché non autorizzate dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite in cui Russia e Cina hanno il potere di veto. Per evitare che sia la Cina a presentarsi come primo mediatore, non solo tra Russia e Ucraina, ma anche tra Russia e Occidente, occorre che l’Europa, anche su incarico dell’ONU, faccia le sue proposte e prenda in mano la situazione. Come? Fare ritirare gli eserciti, come dicevamo, dalle terre contese, stabilire i confini dell’Ucraina e della Russia attraverso referendum sotto la sorveglianza di una commissione internazionale che faccia rispettare la sovranità degli Stati e le nazionalità, se vogliono essere inglobati nell’Ucraina, nella Russia o organizzarsi in Stati indipendenti. In questi  referendum va inserita la questione della Crimea. 

Durante la realizzazione di queste proposte di pace, gli eserciti, russo e ucraino, devono ritirarsi dalle zone in guerra. Il protagonista di tutte queste iniziative comunque deve essere l’Europa, che deve garantire la volontà dei cittadini delle aree occupate dell’Ucraina orientale recentemente annesse dal Cremlino – più la Crimea, che Mosca ha conquistato nel 2014 – di decidere se vogliono vivere in Russia o in Ucraina, o organizzarsi in Stati autonomi. Si potrebbe anche escludere la Crimea che fa formalmente parte della Russia, come lo è stata dal 1783 (fino all’errore di Krusciov). Un punto fermo, tuttavia, deve essere che l’Ucraina ed eventualmente i nuovi Stati devono rimanere neutrali finché esisterà l’obsoleta Nato, mentre possono essere ammessi all’UE su propria richiesta. L’Europa (ma anche il mondo) deve far tesoro degli errori del passato, cioè del fatto che due guerre mondiali e altrettanto europee sono scoppiate perché essa, l’Europa, non ha saputo – e forse neanche voluto – risolvere al suo interno i suoi problemi politici.

La guerra scatenata dal dittatore Putin forse è l’occasione definitiva per ridiscutere il nuovo assetto del mondo, nel quale non ci deve essere più posto né per un’Europa debole e senza identità, né per una NATO senza più ragione d’essere che porterà solo al terzo conflitto mondiale.

Perché finché la Nato vorrà mettere il becco negli affari europei, adesso che non esiste più il Patto di Varsavia, non ci sarà mai pace né in Europa né nel mondo, e sempre più terrificante si avvicina lo spettro della Terza guerra mondiale. Cioè del ritorno alle caverne, dopo la battaglia finale di Armageddon, cioè la fine, l’Apocalisse del tempo e della storia, nel contesto della quale il primo giorno a sparire per sempre dalla storia sarà l’Europa.

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