L’ennesima sfida lanciata dagli Houthi all’Italia

di Matteo Castagna

PERCHÉ GLI HOUTHI HANNO UN RUOLO STRATEGICO NEGLI ASSETTI GLOBALI?

Gli Houthi (o Huthi) sono un gruppo paramilitare di religione musulmana sciita, che controlla la capitale dello Yemen Sana’a. Lo Stato è a maggioranza sunnita. Prendono il nome dal loro fondatore, Ḥusayn Badr al-Dīn al-Ḥūthī, ucciso nel 2004 dalla milizia regolare yemenita.  Nacquero alla fine del secolo scorso come oppositori del governo. Il loro maggiore alleato, per motivi ideologico-religiosi, militari e strategici nell’area del Mar Rosso, è l’Iran, divenuto, nel tempo, una superpotenza nucleare.

Essi sono “Anṣār Allāh”, ovvero i “Partigiani di Dio”. SkyTg24 spiega sul suo sito che il 12 gennaio, Joe Biden aveva annunciato che Usa e Uk “con il sostegno di Australia, Bahrein, Canada e Olanda, hanno condotto attacchi contro una serie di obiettivi nello Yemen utilizzati dai ribelli Houthi per mettere a repentaglio la libertà di navigazione in uno dei corsi d’acqua più vitali del mondo”. Nelle settimane precedenti, missili e droni houthi erano stati intercettati nel Mar Rosso, e il timore è quello di un allargamento del conflitto Israele-Hamas.

Il 2 marzo, gli Houthi hanno attaccato il cacciatorpediniere Carlo Duilio, della Marina Militare italiana, che ha abbattuto un loro drone, lanciato a 6 chilometri di distanza dall’imbarcazione. “Adottando tecnologie di ultima generazione, il Caio Duilio è particolarmente idoneo a svolgere compiti di controllo dello spazio aereo e contrasto della minaccia aerea”- spiega Sky.

L’attacco della scorsa settimana sembra essere l’ennesima sfida lanciata dagli Houthi all’Italia, ma rivolta a tutta l’Europa. Il Duilio infatti sarà l’ammiraglia che comanderà la flotta della missione europea “Aspides”, lanciata da Bruxelles il 19 febbraio scorso e in attesa del passaggio parlamentare che darà ufficialmente il comando all’ammiraglio Costantino.

Sulla Rivista di geopolitica “Domino” (n.2/2024, “Chi ha paura degli houthi?” di Sebastiano Caputo) si dice che “per sé e in nome dell’Iran, la fazione yemenita punta a sfibrare la globalizzazione americana. E a distruggere le nostre certezze”. Possono essere definiti i pirati dell’area che va dallo stretto di Bab el-Mandeb fino al Golfo di Aden e quindi si collega con l’Oceano Indiano. Il ruolo strategico degli Houthi si trova proprio a Sana’a, perché sul piano geopolitico è “il terminale di un corridoio imperiale e confessionale che da Beirut porta a Teheran, passando per Damasco e Baghdad”. Comprendiamo, dunque, anche sul piano geografico, quanto sia importante l’influenza dell’Iran in Iraq, Siria, Libano e, appunto, lo Yemen.

Le modalità espressive e di guerriglia ricordano molto da vicino quelle di Hezbollah, mentre i leader Houthi si ispirano al libanese Hassan Nasrallah e al comandante Qassem Suleimani. Sempre “Domino” informa che i guerriglieri Ansar Allah sono dotati di arsenale russo, iraniano e nordcoreano e perseguono obiettivi che coincidono con l’agenda geopolitica di Mosca e Pechino.

Mentre Teheran vuole aggredire soprattutto Israele, Russia e Cina desiderano mettere in discussione uno dei principali corridoi della globalizzazione e, perciò, minacciare le zone che hanno fatto degli USA la più grande forza imperiale di sempre: i mari e gli oceani. E’ per riuscire a far fronte all’offensiva iraniana, coadiuvata dagli altri alleati del territorio mediorientale che gli Stati Uniti sono costretti a congelare la campagna in Ucraina, perché, come già ammesso da fonti di vertice dell’entourage di Biden, gli americani non possono permettersi di concentrare le forze su più fronti.

 

 

Foto di copertina: Diema da Pixabay

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L’analisi è in linea con la spiegazione “occidentale” di quanto sta avvenendo in quell’area. Tuttavia va sottolineato che l’Iran non è una superpotenza nucleare. Primo perchè non ha il nucleare nemmeno civile; secondo, se lo avesse, il rapporto tra nucleare civile e militare è 1 a 99. Quindi praticamente irraggiungibile dall’Iran se non in decenni e con aiuto esterno, Da sempre USIsraele vuole creare una – ricca – alternativa al Canale di Suez, strangolando l’Egitto (che è la fonte maggiore di sostentamento). Noi abbiamo il vanto di essere i Sciuscià dell’Occidente Atlantico e quindi “serviamo” ai bisogni dei padroni. Così parte l’eroica missione.
Ahi serva Italia….