L’unità dei cristiani nell’Eucaristia

di Matteo Castagna

IL SACERDOZIO E LA SANTISSIMA EUCARISTIA

Come abbiamo celebrato nei giorni scorsi, giovedì santo Nostro Signore Gesù Cristo, istituisce il Sacramento dell’Ordine, ovvero il sacerdozio, trasferendo ogni sua Grazia agli Apostoli, che erano tutti maschi, ed ai quali lava i piedi in segno di servizio ed umiltà, due delle caratteristiche che devono esprimere l’atteggiamento interiore ed il comportamento esteriore del chierico, nei confronti del prossimo, per amore di Dio, che si è fatto uomo, espiò i peccati con la Sua tremenda Passione e morte per la redenzione del mondo. E sconfisse Satana, risorgendo glorioso, come accadrà a noi, se sapremo meritare il Paradiso con le buone opere, proprie della nuova ed eterna alleanza fra Cristo e chi crederà come Egli ha insegnato.

Durante l’ultima cena, istituisce il Sacramento dell’Eucarestia. “Gli effetti della Comunione sono l’unione individuale e sociale dei fedeli con Gesù, in ordine alla glorificazione dell’anima e del corpo” – spiega Antonio Piolanti (1911-2001), insigne teologo tomista, nel testo “L’Eucaristia, realtà e perfezione”, ed. Studium 1952, ried. Effedieffe, 2023.

Quella individuale ci viene spiegata da Gesù Cristo tramite la mutua immanenza del Padre nel Figlio e la processione del Figlio dal Padre (Filioque) vengono ripetuti nei rapporti del Messia con i fedeli: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e Io in lui…Come il Padre, che ha la sua vita in sé, ha mandato me e Io vivo per mezzo del Padre, così chi mangia di me vivrà per mezzo di me” (Io. 6, 55-57). Molti Padri e santi della Chiesa cattolica svilupparono questo motivo trinitario-eucaristico.

S. Ilario di Poitiers (m. nel 368) lo usò contro gli eretici ariani. S. Giovanni Crisostomo e S. Cirillo Alessandrino parlarono di un parallelo con l’Incarnazione, tanto era tramandata da S. Paolo l’unione così profonda del comunicante con il corpo di Cristo. Questo sublime mistero fu accettato dal Concilio Lateranense IV del 1215 (Denz-U, 430) e da quello di Firenze del 1439: “huius sacramenti effectus, quem in anima operatur digne sumentis, est adunatio hominis ad Christum”. Papa Leone XIII ne scrive, perfettamente in continuità, nell’Enciclica Mirae Caritatis del 1902, che è Magistero infallibile del Sommo Pontefice, in questi termini: “Corpus immortale Christi semen inserit immortalitatis, quod aliquando erumpet”.

Quella sociale perviene dalla I Lettera di S. Paolo Apostolo ai Corinti (10,17): “noi tutti, sebbene molti, formiamo un sol pane, un sol corpo, perché partecipiamo di un unico pane”. Questo dogma venne utilizzato soprattutto da Sant’Agostino nei confronti degli eretici donatisti, mostrando loro, al fine di convertirli, l’intimo nesso dell’Eucaristia con la Chiesa, che con la loro ribellione scindevano: “i fedeli conoscono il corpo di Cristo se non trascurano di esserne membra. Diventino corpo di Cristo, se vogliono vivere del corpo di Cristo…O Sacramento di pietà, o segno di unità, non sia un membro guasto, che debba essere segato; non sia storto, di cui ci si vergognerebbe, ma sia bello, sia perfetto, sia sano; aderisca al corpo, viva di Dio e per Iddio, adesso si affatichi in terra per regnare poi in Cielo” (In Io.,tr. 26, n. 13; PL 35,1612).

Quel grande e importante Concilio (Denz.-U, 882) ammonisce con cuore paterno a formare l’unità dei cristiani nell’Eucaristia, ossia nella Presenza Reale di Nostro Signore Gesù Cristo, in corpo, sangue, anima e divinità nel pane e nel vino, consacrati nella formula tridentina, che esprime perfettamente la Fede apostolica. Da molti passi di S. Tommaso d’Aquino e secondo l’autorevole spiegazione di S. Fulgenzio di Ruspe, discepolo di Sant’Agostino, comprendiamo che tutti i Sacramenti producono i loro effetti in quanto attratti dall’Eucaristia. Il Battesimo, in re o in voto, è necessario per la vita eterna, quindi l’Eucaristia in quanto fine del Battesimo, è indispensabile per la salvezza eterna.

Se meditiamo su questi Misteri, comprendiamo quanto sia determinante l’incorporazione del vero cristiano con la Comunione. La sublimazione del Sacrificio del figlio dell’Uomo interiorizzato con l’Eucaristia è la grande meraviglia del credere concretamente. Allo stesso tempo, la Sua mancanza, dovuta all’indifferenza, al soggettivismo, al nichilismo ed al peccato, sia nel singolo che nel sociale, è una disgrazia tremenda per le anime, che, in questo mondo, si mettono già fra le braccia del suo Principe, e se non si ravvedono, rischiano di seguirlo per sempre “nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti” (Mt.13,42).

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