L’organizzazione del pianeta senza Dio lo sta trasformando in un caos!

di Daniele Trabucco

L’ “INFERNO” DELLA TERRA OVVERO IL MONDO SENZA DIO

Il teologo, cardinale e gesuita francese, Henri de Lubac (1896-1991), pubblica nel 1944 l’opera “Il dramma dell’umanesimo ateo” nel quale scrive: “Non é poi vero, come pare si voglia dire qualche volta, che l’uomo sia incapace di organizzare la terra senza Dio. Ma ciò che é vero é che, senza Dio, egli non può, alla fine dei conti, organizzarla che contro l’uomo. L’umanesimo esclusivo é un umanesimo inumano”.

La prima parte della sua affermazione é, però, smentita dalla realtà. Infatti, l’organizzazione della terra senza Dio si sta rivelando una dis-organizzazione poiché ai processi costruttivi si accompagnano contro-processi distruttivi.

La scienza e la tecnica, gli “immutabili” di severiniana memoria, stanno trasformando la terra in un caos, in uno spaventoso carcere.

Pretendendo di giungere ad una “teoria finale”, eliminando in questo modo ogni prospettiva metafisica, finiscono per formulare una criptonotologia ed una criptoetica.

Vantandosi di conoscere e prevedere tutto, l’uomo si trova, come sostiene Nietzsche (1844-1900), nella situazione di “aver conosciuto tutto falsamente”. Se, con Copernico (1473-1543) e Galilei (1564-1642) la scienza era “apparizione di una verità relativa”, sempre sottoposta al principio popperiano di falsificabilità, oggi la ricerca tecno-scientifica, e l’emergenza sanitaria lo sta dimostrando, ha posto le premesse per una tragedia della conoscenza, per una confusione babelica di saperi individuali e collettivi.

Nella società sempre più “anonima” (Gadamer) l’individuo ha preso il posto della persona, la distanza é divenuta il nuovo paradigma sociale dominato e controllato dalla paura e il Leviatano sovranazionale (OMS, Unione Europea) il dio (im)mortale cui dobbiamo la nostra pace, la salute e la sicurezza.

Eppure, senza Dio e l’ordine da lui stabilito l’uomo “sanitario” pone le basi per divenire un “Übermensch” (“oltreuomo o superuomo”) transumano, per essere, in altri termini, ciò che non é.

Nei suoi “Cori della Rocca” Thomas Eliot (1888-1965) ci ammonisce a riguardo: la scienza e la tecnica conoscono e pretendono di dominare quello che é mobile, ma ignorano l’immobile, conoscono il linguaggio, ma non la Parola.

Di fronte a questa situazione tragica e apocalittica non dobbiamo cadere nella disperazione, ma praticare la “iucunditas” che Tommaso d’Aquino (1225-1274) pone tra le virtù, ossia convertire in un sorridere giocondo le cose udite e vedute.

Del resto, si domanda con forza Agostino (354 d.C. – 430 d.C.) nel “Commento al Vangelo di Giovanni”, che cosa diventerà l’uomo se, per lui, Dio stesso si é incarnato?

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