La preghiera nell’Antico Testamento

A cura di Angelica La Rosa 

DAL 10 APRILE IN LIBRERIA

Dopo Roberto Pasolini, Luigi Epicoco, Enzo bianchi e Rosanna Virgili, la biblista Emanuela Buccioni nel suo ultimo volume “La preghiera nell’Antico Testamento” (Edizioni San Paolo 2024, 142 pagine, euro 14), per la serie “Insegnaci a pregare” (a firma delle Edizioni San Paolo, giunta al quinto volume), accompagna il lettore in un viaggio nelle Sacre Scritture, in particolare nell’Antico Testamento, per scoprire le varie sensibilità e sottolineatura riguardo lo spirito della preghiera.

Nelle Scritture bibliche, e in particolare nella serie di quarantasei libri che chiamiamo Antico Testamento, sono presenti varie sensibilità e sottolineature riguardo lo spirito della preghiera. Le situazioni mutevoli della vita fanno emergere l’esigenza di essenzialità, chiarezza o consolazione e la preghiera si modula con esse nella relazione del tutto della persona con il Signore che è Dio nostro. La preghiera è dunque tensione, mai pienamente realizzata, verso quanto il Signore ricerca dall’essere umano: ascolto e alleanza, fonte di amore. Credere e pregare che Dio è l’Uno porta a unificare cuore, anima e forze per andare – trasformati – incontro al prossimo. Le situazioni della vita con le persone che le animano, le gioie e le speranze, i dolori e le angosce, sono nella preghiera presentate al Signore. Egli si pone accanto a ciascuno nella condizione reale in cui si trova e lo invita a fare dei passi insieme a lui. Attraverso l’approfondimento, la preghiera e la prassi si assume gradualmente lo sguardo di Dio, che di racconto in racconto, di esperienza in esperienza, si mostra più profondo e più vasto di quello che l’essere umano pensa.

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