Il cohousing (coabitazione solidale)

di Vincenzo Silvestrelli

NUOVI MODI DI WELFARE DI COMUNITÀ

La responsabilità del benessere della comunità passa sempre di più per l’assunzione di responsabilità nella gestione dei servizi da parte delle comunità attraverso le organizzazioni libere dei cittadini.

La casa di proprietà è stata ed è uno dei desideri degli italiani. Questo desiderio si è realizzato dalla seconda guerra mondiale con la diffusione massiva della proprietà immobiliare. Oggi “Il 70,8% delle famiglie italiane è proprietario della casa in cui vive (e il 28,0% di queste è proprietario di altri immobili), l’8,7% gode della casa in usufrutto o a titolo gratuito, il 20,5% vive in affitto. L’Italia è uno dei Paesi con il più alto numero di proprietari di abitazioni: la proprietà immobiliare è un fattore costitutivo della nostra società, inscritto nel dna degli italiani. La proprietà non è una prerogativa solo dei benestanti: nel quinto delle famiglie più povere, il 55,1% è proprietario dell’abitazione in cui vive e la percentuale aumenta via via fino all’83,9% tra le persone più abbienti. (Censis)

Questa specificità italiana va tutelata in vari modi. Da una parte bisogna evitare che il valore del patrimonio immobiliare diminuisca in conseguenza di normative che rendono più difficile la gestione degli immobili (per esempio l’adeguamento alle politiche UE sull’ambiente), dall’altra occorre valorizzare tutto il territorio evitando lo spopolamento dei piccoli centri attraverso la predisposizione di servizi adeguati. Un altro aspetto è l’attenta gestione delle politiche creditizie: i tassi incidono immediatamente sul valore degli immobili, rendendo più semplice o difficile il mercato immobiliare. Dalla situazione della proprietà immobiliare in Italia si comprende anche come tutti i provvedimenti che abbiano per oggetto la casa costituiscono spesso un volano per l’economia perché interessano un grande numero di cittadini. E’ indubitabile che il bonus del 110% dopo la pandemia di Covid sia stato uno stimolo potente  per la ripresa economica.

Le politiche per la difesa della proprietà della casa quindi sono , in Italia, azioni molto “sociali” perché riguardano la grande maggioranza della popolazione e tutte le fasce sociali.

In questa prospettiva però bisogna anche favorire le evoluzioni connesse all’abitare. Una di queste è l’abitazione solidale. (Cohousing). Questa modalità di abitazione può venire incontro a diverse esigenze:

  1. Favorire la messa in comune di servizi di vario tipo come la preparazione dei pasti, la gestione delle comunità energetiche, la creazione di spazi comuni di co-working, la gestione delle auto in affitto a lungo termine, i servizi di caring per bambini,  persone malate o anziani, l’insegnamento primario e la gestione dei compiti.
  2. Dal punto di vista sociale alcune modalità di abitazione solidale possono favorire il rapporto fra le generazioni e il ripopolamento dei borghi .

La coabitazione solidale non ha un modello unico ma deve venire incontro all’esigenza concreta e può essere realizzata sia dal pubblico sia dal privato. Un esempio può essere l’albergo diffuso realizzato ad Amatrice nella frazione Retrorsi. In quel caso la realizzazione di un centro sportivo con spazi condivisi per le famiglie (sala da pranzo, piscina, luoghi di svago) è stata il traino per il ripopolamento della frazione e il suo utilizzo turistico. L’esperienza ha comportato anche la valorizzazione delle eccellenze culinarie del luogo. 

Costruire progetti di abitazione solidale è perciò, in primo luogo, un compito delle comunità locali.

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