La similitudine di Cristo con il pastore

di don Ruggero Gorletti

LUNEDÌ DELLA QUARTA SETTIMANA DEL TEMPO DI PASQUA ANNI B – C

Dal vangelo secondo Giovanni 10,1-10
In quel tempo, Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».
Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.
Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza». 

COMMENTO

«Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza». 

Continua la similitudine di Cristo con il pastore: colui che si prende cura delle pecore, che provvede alla loro vita, al loro cibo, alla loro sicurezza. E c’è un altro personaggio: il ladro. Non è il mercenario, quello che si occupa delle pecore solo per trarne profitto. Il ladro è peggio del mercenario: vuole «rubare, uccidere, distruggere». Non entra nel recinto regolarmente, alla luce del sole, ma vi accede per vie traverse. Dobbiamo fare attenzione al ladro, a chi finge di volere il nostro bene, ma in realtà vuole solo farci del male. Non è sempre facile distinguere il ladro dal pastore. Il metodo più sicuro è quello di rimanere legati all’unico vero Pastore, Gesù Cristo, al suo insegnamento, alle sue parole. Chi si in un modo o nell’altro discosta da essi non vuole che abbiamo la vita, e l’abbiamo in abbondanza, ma vuole solo rubare, uccidere, distruggere. A ciascuno di noi è chiesto di vigilare, «semplici come colombe ma astuti come serpenti», per non lasciarci ingannare da chi ci vuole allontanare dal Signore. 

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