Il Great Reset e il pifferaio del World Economic Forum di Davos

Il Great Reset e il pifferaio del World Economic Forum di Davos

di Paolo Gulisano

IL LIBRO DI MAURIZIO MILANO “IL PIFFERAIO DI DAVOS. IL GREAT RESET DEL CAPITALISMO: PROTAGONISTI, PROGRAMMI E OBIETTIVI” (D’ETTORIS EDITORI PP. 336, €. 23,90)

Il World Economic Forum di Davos è una community caratterizzata dalla cooperazione ai massimi livelli tra colossi industriali e finanziari, importanti leader politici mondiali, realtà sovranazionali, banche centrali, primarie fondazioni, accademie, media e influencer globali. L’obiettivo è superare un modello economico in parte ancora fondato sulla libertà economica della piccola e media impresa privata e su basi prevalentemente nazionali, giudicato non più sostenibile, per definire una governance politica ed economica sovranazionale, basata sulla pianificazione e sul controllo.

La guida del World Economic Forum è un personaggio, Klaus Schwab, che dopo aver trascorso buona parte della sua vita dietro le quinte, negli ultimi anni è assurto al ruolo di leader internazionale riconosciuto.

Per capire Schwab e il progetto del WEF arriva opportunamente nelle librerie questo volume di Maurizio Milano, laureato in economia all’Università degli studi di Torino con una tesi su “La crisi del Welfare State e dello Stato imprenditore in Italia alla luce della Dottrina sociale della Chiesa”, coltiva studi di filosofia e di economia nella prospettiva cattolico-tomistica e della Scuola austriaca di economia. Collabora con l’Osservatorio Internazionale Card. Van Thuân sulla Dottrina Sociale della Chiesa.

Schwab è il Profeta della Quarta Rivoluzione, che sarà quella che cambierà definitivamente la società e l’uomo stesso. Sarà una tempesta di tecnologie, che sconvolgerà radicalmente quasi tutti i settori aziendali, in cui tutto avverrà a un ritmo vorticoso mai visto prima.

Questa rivoluzione, detta anche 4IR, come dicevamo, è stata ufficialmente proclamata nel 2016 da Klaus Schwab. A suo parere, come le rivoluzioni che l’hanno preceduta, la quarta rivoluzione industriale ha innanzitutto il potenziale di innalzare i livelli globali di reddito e migliorare la qualità della vita per i popoli di tutto il mondo. Ovviamente un proposito simile non potrebbe che incontrare il massimo consenso. Ma esattamente questa rivoluzione in cosa consiste?

Supercomputer portatili e disponibili ovunque. Robot intelligenti. Veicoli autonomi. Aumento delle capacità cerebrali grazie alla neuro-tecnologia, scrittura del codice genetico.

Il cuore della nuova rivoluzione sarà l’Intelligenza Artificiale.

Nel suo libro il fondatore e direttore esecutivo del World Economic Forum sostiene che le innovazioni tecnologiche porteranno a un “miracolo” sul lato dell’offerta, con benefici a lungo termine per l’efficienza e la produttività. I costi di trasporto e comunicazione caleranno, la logistica e le supply chain globali diventeranno più efficienti e il costo del commercio diminuirà; tutto questo aprirà nuovi mercati e promuoverà la crescita economica. Gli effetti principali della quarta rivoluzione industriale si vedono appunto nelle imprese, perché stanno cambiando radicalmente il modo di produrre, vendere e comunicare con i clienti.

Tuttavia la rivoluzione potrebbe portare a una maggiore disuguaglianza, specialmente nel suo potenziale di sconvolgere i mercati del lavoro. Inoltre, il mercato del lavoro potrebbe diventare sempre più fossilizzato sui ruoli “bassa competenza/basso stipendio” e “alta competenza/alto stipendio”, e questo potrebbe esacerbare le tensioni sociali.

Per controllarne, occorrerà che gli Stati diventino Stati di Polizia, con un modello di Security preso dagli Stati totalitari come la Cina.

Siamo immersi da alcuni anni in una Grande Narrazione, che alimenta la percezione di crisi ed emergenze continue: dalla pandemia sanitaria alla “pandemia” climatica, dalla crisi energetica a crescenti tensioni geopolitiche. La narrazione di crisi esistenziali, e senza precedenti nella storia umana, è funzionale a rendere accettabili gli enormi sacrifici in termini di privacy, proprietà privata e libertà richiesti dall’iniziativa di Davos: la paura consente il controllo. L’agenda riguarda ogni aspetto della vita dell’uomo: dagli investimenti all’energia, dalle automobili all’organizzazione urbana, dalle abitazioni all’alimentazione, dai consumi al denaro, dall’identità alla sanità, dalla famiglia alla vita sociale. Un Grande Reset, che muove dall’ideologia climatista e dalla digitalizzazione per coinvolgere non solamente le molteplici attività umane ma addirittura tutto l’uomo, aprendo a prospettive transumane per ricreare da zero un mondo nuovo: sostenibile, inclusivo e resiliente. L’accettazione obbediente di draconiane e spesso irrazionali misure di confinamento, controllo e limitazione dei diritti più elementari durante la gestione politica della recente emergenza sanitaria ha dimostrato che con una narrazione adeguata si può facilmente modificare il comportamento umano dei più. L’epidemia CoViD-19, non a caso, è stata fin da subito considerata dal WEF una grande opportunità da cogliere, e da cogliere in fretta. Urge una contro-narrazione per rompere l’incantesimo, mostrare che il Re è nudo e scendere finalmente dalla Montagna Incantata di Davos. Per un salutare ritorno al reale, prima che il reale ci presenti il conto.

La quarta rivoluzione industriale sognata da Schwab potrebbe portare alla robotizzazione dell’intera umanità e quindi mettere a repentaglio gli aspetti tradizionali che danno un senso alle nostre esistenze, come il lavoro, la comunità, famiglia, identità. Secondo lo stesso Schwab, i cambiamenti che la Quarta Rivoluzione porterà sono tanto profondi che, dal punto di vista della storia dell’uomo, non c’è mai stato un periodo più promettente. In realtà, non c’è mai stato un periodo potenzialmente più pericoloso. E’ bene rendersene conto.

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