I paragoni di Gesù sono forti

I paragoni di Gesù sono forti

di don Ruggero Gorletti

GIOVEDì DELLA SETTIMA SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

Dal vangelo secondo Marco 6,41-50

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Chiunque vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geenna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geenna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue. Ognuno infatti sarà salato con il fuoco. Buona cosa è il sale, ma se il sale diventa insipido, con che cosa gli darete sapore? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri».

COMMENTO

I paragoni di Gesù sono forti, arrivano al sanguinolento, al macabro: tagliati la mano, tagliati il piede, cavati l’occhio. Usa questo linguaggio non per spaventarci, ma per avvisarci: nulla, nessun bene terreno, nessuna relazione affettiva, niente vale la vita eterna. Ciò che mette in pericolo la salvezza della nostra anima deve essere allontanato da noi senza pietà. Anche con dolore: amputasi un arto, cavarsi un occhio non sono operazioni piacevoli. Ma non dobbiamo temere di privarci di qualcosa se rischia di farci perdere ciò che abbiamo di più importante nella nostra esistenza: la vita eterna. 

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