Guerra nucleare, il vescovo Ricchiuti: “Siamo sull’orlo del baratro”

Guerra nucleare, il vescovo Ricchiuti: “Siamo sull’orlo del baratro”

di Bruno Volpe

INTERVISTA AL PRESIDENTE NAZIONALE DI PAX CHRISTI

“Questa Europa così come è fatta non mi piace, spero in un cambiamento di rotta e di mentalità”: lo dice in questa intervista che ci ha rilasciato Monsignor Giovanni Ricchiuti, Presidente Nazionale di Pax Christi e vescovo emerito di Gravina ed Altamura.

Eccellenza Ricchiuti, siamo alla vigilia delle elezioni europee, che cosa chiede da vescovo ?

“Rispondo alla sua domanda citando quello che è stato il tema del nostro ultimo congresso di Pax Christi. Ovvero che il cuore dell’ Europa abbia la pace. Mettere dunque in cima all’ agenda la ricerca incessante della pace. Nella settimana sociale i cattolici parlano di democrazia, tema pur importante. Ma quello che maggiormente oggi conta è la pace e questa Europa la segue poco, anzi non fa molto per donarla e volerla”.

Che cosa devono fare e volere i cattolici?

“Seguire senza indugio ed incessantemente la via della pace e non quella della corsa alle armi. Il mio timore, ma anche di tanta gente di buon senso, è che questo giocherellare pericolosamente con gli armamenti ai confini della Russia, prima o poi possa portare all’incidente drammatico dal quale è difficile tornare indietro e siamo sull’ orlo di un baratro. Il Papa tempo fa usò l’espressione abbaiare alle porte della Russia, io la condivido e dico basta con questo abbaiare inutile e dannoso. Tanti incoraggiano il Presidente ucraino a resistere. Ma dimenticano che al fronte non ci va lui, ma tanta gente povera e semplice che ci perde la vita. Io lamento a livello internazionale che nessuno riesca a convincere i belligeranti a dire stop, vale per l’Europa, l’Onu e altri”.

Non è che questa situazione di permanente e duraturo conflitto alla fine serve ai mercanti delle armi?

“Ho la stessa sensazione, anzi è una benedizione per loro e i loro interessi, che fanno utili da questa situazione di conflitto, penso ai nostri Leonardo e Fincantieri. Anzi più si protrae il conflitto, maggiori sono gli introiti, la sensazione è che convenga economicamente questa situazione”.

Lo ha detto di recente anche Marco Tarquinio…

“In tanti lo hanno rilevato. Noi invochiamo un cambio di passo e di rotta nella Nato che la finisca di operare in questo modo. La presenza Nato ad esempio nei paesi attorno alla Russia e penso ai Paesi Baltici è molto inquietante, un avamposto Nato è visto dalla Russia con ansia e preoccupazione e questo favorisce un possibile incidente militare”.

Che cosa auspica da queste elezioni europee?

“Che venga fuori una Europa unita, che sappia e voglia seguire come dicevo la via della pace, ma anche della solidarietà, che non lasci indietro nessuno e che non sia come sembra l’Europa della finanza e dei poteri forti, situazione che poi finisce con il rafforzare spinte anti Europa, i nazionalismi e i regimi dittatoriali. In ogni caso parlare si sovranità nazionale non è sbagliato a condizione che sia rettamente intesa. Vogliamo una Europa che torni ai suoi ideali e alle sue origini solidali e comunitarie”.

Intelligenza artificiale, che ne pensa?

“Del progresso non si deve avere paura, come quando si temeva la rivoluzione industriale e l’arrivo della macchine a vapore. Tuttavia ricordo che l’ intelligenza artificiale deve sempre essere governata e diretta dall’ uomo e soprattutto dalla intelligenza umana. Ho il timore spero di sbagliarmi, che ci farà perdere posti di lavoro. Oggi si parla di risorse umane e non di persone, che errore. Si licenzia una persona con un messaggio e neanche gli si dice grazie”.

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