Conosciamo il beato Placido da Roio

Conosciamo il beato Placido da Roio

di Mariella Lentini*

TRA I SANTI E I BEATI CHE SI FESTEGGIANO OGGI (Beata Anna Maria TaigiBeato Bertario, San Columba di IonaSan Diomede, Sant’Efrem, San Giuseppe de Anchieta, Beato Giuseppe Imbert, Beato Luciano Verdejo AcuñaBeato Luigi Boccardo, Santa Madrun, San Massimiano di Siracusa, Beato Mosè Tovini, Santi Primo e Feliciano, San Riccardo di Andria, Beato Roberto Salt, Santa Tecla e compagneSan Vincenzo di Agen (di Aquitania) ) RICORDIAMO UN BEATO ABRUZZESE

A volte l’amore per i libri è talmente grande da permettere di riuscire a superare ogni difficoltà. Placido (dal latino placidus, significa “mansueto, dolce”) nasce tra il XII e il XIII secolo in Abruzzo, a Roio (Amiterno, L’Aquila). Fin da piccolo lavora la terra per aiutare i genitori, poverissimi agricoltori. Buono di cuore, divide con i suoi compagni quel poco che ha. Avido di sapere, Placido desidera essere istruito, ma non può frequentare la scuola come gli altri suoi amici. Così, pensa e ripensa, trova una soluzione. Determinato, fiducioso e con entusiasmo aspetta i bambini più fortunati di lui fuori dalla scuola, e chiede loro di ripetergli la lezione che hanno ascoltato dal maestro o che hanno studiato sui libri.

Placido non sa né leggere né scrivere, però ascolta e cerca di capire e di tenere a mente quello che gli scolari gli raccontano. Mentre lavora in campagna continua a rimuginare sulle nozioni che ha appreso e così riesce a farsi una cultura. In seguito abbandona il duro lavoro dei campi. Placido non è un fannullone: sente crescere dentro di sé un richiamo particolare verso la spiritualità. Placido ha solo un modo per trovare una risposta alle sue domande. Mettersi in viaggio, andare in pellegrinaggio nei luoghi dove la presenza di Dio è più tangibile.

Si reca a Santiago de Compostela (Spagna): un tragitto lunghissimo per l’epoca, pericoloso e faticosissimo. Dopo un anno torna a casa malato e rimane a letto per lungo tempo, rifiutando le cure dei medici di cui non si fida e senza perdere mai la calma. Trascorsi alcuni anni, rimessosi in forze, riparte più convinto di prima per nuovi pellegrinaggi.

Le sue mete sono più vicine, come quella pugliese sul Gargano (Foggia), nel santuario dove è apparso San Michele Arcangelo. Placido decide di diventare eremita e si rifugia in una grotta vicino a Ocre (L’Aquila) dove vi rimane per più di dieci anni. Si narra che dormisse poco, senza usare il letto, sempre in piedi e che il Signore lo abbia onorato con le sue apparizioni.

Placido diventa famoso. Tutti lo cercano e vorrebbero incontrarlo per ricevere da lui serenità e consigli. I discepoli, desiderosi di vivere come lui, diventano sempre più numerosi. Così Placido, grazie al ricco benefattore del luogo, il conte Berardo d’Ocre, alle pendici del Monte Ocre fonda un monastero cistercense, intitolato allo Spirito Santo, diventandone abate. Carica che mantiene fino alla morte avvenuta nel 1248.

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