San Giuseppe: tra miracoli e segni

San Giuseppe: tra miracoli e segni

di Claudia Di Dio

SAN GIUSEPPE NEL MONDO

Il Vangelo di Matteo si apre con il linguaggio silenzioso ed operoso del custode del Redentore. San Giuseppe durante la sua vita terrena e ancor più oggi dal Cielo, lavora incessantemente per sostenere e aiutare il popolo di Dio. Con Gesù sul suo cuore, l’umile carpentiere sentì in vita l’ardore degli apostoli e lo slancio del martirio. Per questo il Signore, ora che Giuseppe gli è tanto vicino, lo vuole glorificare. Il suo Divin figliolo, infatti, gli ha fatto dono dell’apostolato.

Oggi il custode del Redentore è protettore della Chiesa, martire per amore e potente intercessore presso Gesù. Nell’autobiografia di santa Teresa D’Avila si legge del grandissimo potere d’intercessione che ha il caro San Giuseppe. Scrisse santa Teresa d’Avila: «Io presi per mio avvocato patrono il glorioso S. Giuseppe, e mi raccomandai a Lui con fervore. Questo mio padre e protettore mi aiutò nella necessità in cui mi trovavo e in molte altre più gravi in cui era in gioco il mio onore e la salute della mia anima.  Ho visto chiaramente che il suo aiuto mi fu sempre più grande di quello che avrei potuto sperare.  Non mi ricordo fin ora d’averlo mai pregato di una grazia senza averla ottenuta».  Ed ancora:«Egli aiuta moltissimo chi si raccomanda a Lui. E’ già da vari anni che nel giorno della sua festa io gli chiedo qualche grazia, e sempre mi sono vista esaudita. Se la domanda non è tanto retta. Egli la raddrizza con mio maggior bene. (..) Chiedo solo per amore di Dio che chi non mi crede ne faccia la prova, e vedrà per esperienza come sia vantaggioso raccomandarsi a questo glorioso Patriarca ed essergli devoti» (S. Teresa D’Avila, Autobiografia, Cap. VI, 6-7-8).

Quanto detto da Santa Teresa è confermato dalle innumerevoli testimonianze di grazie, favori e aiuti di ogni genere attribuiti al custode del Redentore nei secoli.  In Francia, a Cotignac, il 7 giugno 1660, un giovane pastore, grande devoto di San Giuseppe, era intento a pascolare il  gregge. Mentre svolgeva il proprio lavoro sentiva un caldo afoso che toglieva il respiro. Desiderava bere ma era sprovvisto di acqua. Fra sè invocava l’intervento di San Giuseppe. D’improvviso,vide  un uomo che si presentò innanzi dicendogli: «Io sono Giuseppe; toglila, e berrai». Il giovane dubitò: la roccia era di grandi dimensioni. Il Gran Santo ripetè al giovane di spostare la roccia. Il giovane la spostò senza difficoltà e scoprì una sorgente d’acqua. La sorgente ancora oggi zampilla ed è fonte di miracoli secondo  tantissimi devoti. Oggi, in questo luogo, vi è un Santuario dedicato a San Giuseppe che è meta di innumerevoli pellegrinaggi da ogni parte del mondo.

In Polonia, intorno al 1670, un uomo, Stobienia, affetto da una malattia terminale, supplicava Dio di lasciarlo morire e a San Giuseppe perchè potesse avere una buona morte. La notte successiva alle sue preghiere, un uomo gli si avvicinò e gli disse: «Tu guarirai quando farai dipingere un quadro della Sacra Famiglia con la scritta “Rivolgetevi a Giuseppe” e l’offrirai alla chiesa collegiale di Kalisz». Molte grazie e  favori ricevuti dai devoti confermano l’opera del papà di Gesù in questo luogo. Altri grandi segni ci giungono dall’ Irlanda e da Fatima. A Knock, il 21 Agosto 1879, ben 18 persone videro la Mamma del Cielo in piedi, vestita di bianco e con una corona d’oro. Sembrava che pregasse. Accanto ad Ella vi era il suo Santissimo Sposo e San Giovanni Evangelista mentre predicava. I testimoni raccontarono di avere visto anche un altare sul quale vi era un agnello e una croce posta alle spalle.

Il 13 ottobre 1917, data ricordata per il miracolo del sole a Fatima, vi fu anche un altro grande segno dal Cielo poco conosciuto. Pochi sanno, infatti, che apparve la Santa Famiglia vicino al sole. In detta occasione i veggenti riferirono di avere visto la Vergine Santissima vestita di bianco con un mantello azzurro.  Accanto ad Ella vi erano il piccolo Gesù Bambino in braccio al suo caro papà Giuseppe nell’atto di benedire il mondo.

Un’altra grandissima testimonianza ci giunge dal Canada. Il 6 gennaio 1937 morì un umile fraticello di nome André. Egli non conobbe mai in terra il volto di San Giuseppe, ma potè sperimentare la potente forza di intercessione che ha presso il Divin figliolo, ottenendo grazie e favori. Tale fortissima devozione fu all’origine della realizzazione del più grande santuario mondiale in onore di San Giuseppe: L’Oratorio di San Giuseppe di Mont Royal.

Un altro grandissimo segno sembrerebbe ricondursi alla Scala di Santa Fe in New Mexico seppur con qualche incertezza. La tradizione narra che, durante la costruzione della cappella, venne dimenticata la realizzazione di una scala che portasse al coro. Nessuno sapeva come realizzare una scala in quella posizione. Lo spazio era esiguo. Le suore decisero di iniziare una novena a San Giuseppe per chiedergli aiuto. Il decimo giorno della novena un falegname esperto si presentò alle suore. Iniziò a realizzare l’opera senza alcun aiuto. Non vennero usate nè colla, nè chiodi.  Nessun pilastro centrale regge l’opera di 33 gradini. Dubbi sorsero anche in relazione al tipo di legno usato.

Invocare con il cuore San Giuseppe nei momenti più difficili è una pia pratica che garantisce il suo patrocinio, del resto come potrebbe il suo figliolo rifiutare grazie e favori a colui che in vita ne fu padre amorevole, custode e guida?

Subscribe
Notificami
0 Commenti
Oldest
Newest
Inline Feedbacks
View all comments