Come cancellare la guerra dalla storia
–
PAPA FRANCESCO: “CANCELLARE LA GUERRA DALLA STORIA DELL’UOMO PRIMA CHE SIA LEI A CANCELLARE L’UOMO DALLA STORIA”
“Papa Francesco a capo di un vertice di Grandi per cancellare la guerra dalla storia. Anche se adesso ha i suoi seri problemi di salute”.
No, non è una provocazione rosminiana. Riflettendo su tutte le guerre che stanno dilaniando anche gli angoli più remoti del mondo, su una possibile guerra nucleare oggi, mi è tornato alla mente un pensiero di tre anni fa, quando scoppiò il conflitto russo-ucraino.
Papa Francesco, parlando della guerra in Ucraina, disse allora all’Angelus che bisogna ripudiare la guerra in quanto “luogo di morte, dove i padri e le madri seppelliscono i figli, dove gli uomini uccidono i loro fratelli senza averli nemmeno visti, dove i potenti decidono e i poveri muoiono”. Ha auspicato fortemente, il Pontefice, che “di fronte al pericolo di autodistruggersi, l’umanità comprenda che è giunto il momento di abolire la guerra, di cancellarla dalla storia dell’uomo prima che sia lei a cancellare l’uomo dalla storia”. Parole sacrosante, l’unica soluzione sembra essere proprio quella di considerare la guerra un tabù.
La guerra è il fallimento della politica e della diplomazia. Sono state create grandi organizzazioni internazionali per impedire le guerre – Società delle Nazioni, ONU, UE, anche Trattati come Nato e Patto di Varsavia o in passato patti militari come la Triplice Alleanza o Triplice Intesa per evitare soprusi e aggressioni, e isolamenti internazionali. Oggi il loro fallimento è preoccupante. Grandi condottieri hanno scelto la guerra per risolvere controversie e conflitti, o per fondare Stati. Detto questo, dobbiamo dire che ci sono guerre giuste e guerre ingiuste, legittime e sbagliate? Con quale criterio noi diciamo questo? La guerra civile scatenata da Cesare fu una guerra giusta? E quelle di tutti gli imperatori e condottieri romani che fecero guerre per conquistare un impero? E quelle di Carlo Magno, di Napoleone, o la guerra di annessione del Regno di Sardegna contro il Regno delle Due Sicilie? E le guerre di sterminio dei popoli, la guerra apocalittica di Hitler contro l’URSS, che egli vedeva come sede del Demonio?
Grandi filosofi hanno teorizzato la necessità della guerra. Eraclito considerava la guerra elemento necessario per la pace e per l’equilibrio degli opposti, dello stesso tenore furono Cicerone, Platone, e Sant’Agostino e san Tommaso per le guerre giuste, per non parlare poi della necessità di prepararsi sempre alla guerra teorizzata da Machiavelli nel Principe. Potremmo citare molti altri filosofi e scrittori favorevoli alla guerra, in determinate situazioni. In tempi più recenti, il filosofo Hegel dichiara che non esiste un organismo superiore in grado di regolare i rapporti interstatali e di risolvere i loro conflitti. Insomma, per Hegel non esiste alcun giudice che possa esaminare le pretese degli Stati e solo arbitro è lo Stato universale, cioè la Storia, la quale ha come suo momento strutturale la guerra. Hegel afferma che la guerra è inevitabile e necessaria, e ha un alto valore morale. La guerra è necessaria e auspicabile perché essa “è un antidoto contro l’infiacchimento dei popoli: rigenera cioè lo spirito delle popolazioni come il movimento dei venti preserva il mare dalla putrefazione nella quale lo ridurrebbe una quiete durevole, come vi ridurrebbe i popoli una pace durevole o perpetua”.
L’hegeliano Marx elimina la guerra solo con l’avvento di una società comunista, alla fine della lotta di classe, senza più proprietà e quindi senza più classi, perché la guerra è nella concorrenza economica, nel dominio assoluto dei monopoli, e nella lotta di classe scomparirà, appunto, con l’avvento di una società comunista. Anche filosofie orientali esaltano la guerra, per esempio, Krishna nella Bhagavad Gita, poema sacrò dell’Induismo, parla al condottiero Argiuna della necessità della guerra, di andare incontro al destino, di affrontare i nemici, della necessità di osare e di conquistare fama in battaglia perché in realtà tutto ciò che accadrà è già accaduto.
Il Signore della guerra, così si definiva, Adolf Hitler, ha dato un’accelerazione devastante, apocalittica, alla storia, perché riteneva che l’Europa che doveva dominare il mondo non poteva essere conquistata con la pace. A chi ribatteva che il popolo non voleva la guerra, il suo vice, Hermann Göring, affermava che dei popoli non ci si poteva fidare, perché “la gente non vuole la guerra, né in Russia, né in Inghilterra, né in America o in Germania: sono i leader delle nazioni a determinare le regole. No, la gente non vuole la guerra. Perché mai un contadino pezzente dovrebbe rischiare la vita in guerra quando il massimo che ne può ottenere è tornare alla sua fattoria tutto intero? La questione è semplicemente quella di trascinare la gente, viva essa in democrazia, o in qualsiasi altro regime. I cannoni ci faranno potenti; il burro ci farà soltanto grassi. Non contate sui buoni per costruire qualcosa di valido nella storia. Scegliete i malvagi, le canaglie, voi non immaginate le meravigliose possibilità offerte dal male”. Infatti, non ebbe tentennamenti sulla scelta degli uomini.
Con questi pensieri sconfortanti, di fronte all’Apocalisse di una terza guerra mondiale che cancellerà l’uomo dal pianeta Terra, oggi ci sentiamo di affermare che l’unica soluzione al problema della guerra sia quella indicata da Papa Francesco. Fare diventare la guerra un tabù. Che cominci magari questo percorso egli stesso, o il suo successore, mettendosi a capo, come grande autorità spirituale, di un vertice di Grandi che risolva pacificamente la guerra tra Russia e Ucraina.
Quasi tutte le guerre più devastanti della storia, quasi tutte le rivoluzioni, sono scoppiate in Europa, o in Paesi governati da Stati europei o che in qualche modo dipendevano da essi. L’elenco sarebbe lunghissimo, basta citare le più importanti. Due guerre mondiali, decine di guerre fra europei, colpi di Stato, rivoluzioni, guerre coloniali. Già, le guerre coloniali. E anche genocidi. La tratta degli schiavi, sfruttamento efferato, selvaggio, di risorse e popolazioni, sterminio di civiltà, pensiamo alle Americhe, Aztechi, Maya, Inca, indiani d’America, Brasile, l’Africa con un elenco interminabile di repressioni, massacri, conquiste brutali, Algeria, Etiopia, Somalia, Eritrea, Libia, Angola, Mozambico, Tanzania, Camerun, Togo, Namibia, Ruanda-Burundi, l’Indocina, l’India, il Medio Oriente, la nascita sbagliata di Israele, a opera di Francesi, Tedeschi, Inglesi, Portoghesi, Spagnoli, Olandesi, Belgi. Perché? Lo sviluppo di una rapace borghesia, sostengono molti studiosi. Le ricorrenti crisi economiche, necessità di origine bellica. Certo, l’Europa non ha solo saccheggiato e depredato i continenti, ma ha immesso popoli dormienti nel flusso attivo della storia universale, ha portato anche università, progresso tecnico, economico. Diritti civili, leggi, costituzioni.
L’Europa oggi è diversa. Non è l’Europa dei popoli ma quella del globalismo, dell’alta finanza, dei grandi trust, del capitalismo mondiale finalizzato all’arricchimento di pochi, l’Europa che ha assicurato un discreto benessere ai suoi cittadini ma che sta cedendo all’Islamismo, sta perdendo la sua identità democratica e cristiana. Ha assicurato ai suoi popoli ottant’anni di pace, macchiata dalla guerra in Iugoslavia e ora dal conflitto russo-ucraino. L’Europa adesso è a un bivio. È di fronte al momento più alto e tragico del suo destino. Forze immani si stanno abbattendo sulla sua storia. Alla debolezza interna dei suoi leader si aggiunge la virulenza lucida dei più grandi capi di Stato e di governo del mondo.
Mentre l’Europa continua a inviare armi, e fra qualche settimana anche militari, in Ucraina, il Presidente degli USA e quello della Russia si stanno spartendo di nuovo il mondo in sfere d’influenza – compresa l’Europa che parla solo di un fumoso e oneroso esercito comune e non di una vera e propria unione politica – in un progetto demoniaco in cui le sorti dell’Ucraina sono solo un dato quasi insignificante, fregandosene di ONU, NATO, UE e altre organizzazioni internazionali, mossi soprattutto dal loro declino e dalla loro crisi economica di fronte alla potente avanzata sul teatro del mondo della Cina e dei BRICS.
Un progetto demoniaco, dicevamo, che porterà ad altre guerre, perché proviene dai nazionalismi, quei nazionalismi che hanno scatenato tutte le guerre più devastanti della storia. Gli stessi nazionalismi che frenano ancora, e forse impediranno per sempre, il processo di unificazione dell’Europa. Un processo che dovrebbe avere come fine un governo unitario politico, economico, militare, giuridico, in cui nessun popolo deve svendere la propria sovranità a Bruxelles, ma contribuire a mantenere un’Unione Europea su principi di pace, giustizia, solidarietà, uguaglianza e di rispetto culturale e storico dei suoi popoli. Ma per realizzare questo, e un mondo pacifico, occorre che la guerra diventi un tabù. Cioè qualcosa che faccia diventare la pace inviolabile. Nella storia tutto ciò che è inviolabile ha avuto una sola origine, la sacralità. Cioè la partecipazione alla vita divina. Quella che i Romani chiamavano fas. Una norma, un diritto non negoziabile. Come il diritto alla vita. E tornano alla memoria le parole di Papa Francesco.