Francis Fukuyama e la “fine della storia”

Francis Fukuyama e la “fine della storia”

di Francesco Bellanti

I DAZI DI TRUMP PORTERANNO RECESSIONE, DISOCCUPAZIONE E LA TERZA GUERRA MONDIALE?

Tutto ciò che aveva previsto il politologo statunitense Francis Fukuyama nei suoi saggi, da La fine della storia e l’ultimo uomo del 1992 a Fiducia del 1996, a La grande distruzione del 1999, a L’uomo oltre l’uomo del 2002 (che sarebbe stato meglio tradurre dal titolo originale Il nostro futuro post-umano), si è avverato. Dunque è uno studioso credibile. Francis Fukuyama, giapponese di terza generazione negli USA che non conosce nemmeno la lingua giapponese, perfettamente integrato nella società occidentale, dal 2011, professore presso la Stanford University, a Palo Alto, in California, aveva predetto nel saggio del 1992, che gli ha dato la fama, che, dopo la caduta dell’URSS e la fine del comunismo, e nel contesto della società capitalistica, a compimento della dialettica hegeliana, la storia dell’umanità aveva terminato il suo processo di evoluzione con l’affermazione definitiva dello Stato liberale e democratico, con l’alternanza di sistemi politici che comunque avrebbero garantito i diritti fondamentali dell’uomo.

Francis Fukuyama giunge a questa conclusione dopo avere analizzato i regimi totalitari del XX secolo, soprattutto il fascismo, il nazismo e il comunismo, perché fondati sul militarismo, sul nazionalismo e sul razzismo, che hanno generato violenza in seguito agli inevitabili conflitti con le minoranze etniche e con altri nazionalismi e sovranismi. La società democratica e liberale di oggi, per Fukuyama, è senza ritorno, finché garantisce i diritti fondamentali dell’uomo, perché consente al popolo di contrastare e cambiare i regimi che calpestano i principi del liberalismo. Il benessere sociale, comunque, deriva da un sistema economico che agisce secondo le leggi del libero mercato. Insomma, l’evoluzione ha le sue leggi interne, che sono leggi razionali dove nulla è dovuto al caso, e qualsiasi sistema totalitario o autocratico che non rispetta queste leggi e i diritti fondamentali dell’uomo è destinato al fallimento.

Francis Fukuyama aveva previsto anche – nel saggio La grande distruzione del 1999 – le degenerazioni della società industrializzata basata sull’informazione telematica, quali aumento della disoccupazione e della criminalità, disgregazione della famiglia, individualismo e cambiamento dei rapporti interpersonali, e l’indebolimento in Occidente nell’epoca post-industriale del cosiddetto Capitale sociale, che altro non è che il sistema delle norme che regolano la convivenza civile, anche se l’uomo tende sempre, per la sua natura razionale, a riportare l’ordine e a costruire nuovi modelli di società sempre razionali.

Tra le altre degenerazioni che il politologo statunitense aveva previsto – nel saggio del 2002 L’uomo oltre l’uomo – sono quelle dei movimenti trans-umanisti e post-umanisti che, attraverso le loro ricerche eugenetiche tese a intaccare la natura umana, possono condurre a disuguaglianze e cambiamenti sociali nefasti, come l’invecchiamento della popolazione con il prolungamento della vita, discriminazioni genetiche e sociali, deviazioni della natura umana.

Date queste premesse, non c’è da meravigliarsi delle sue dichiarazioni fatte in un’intervista rilascia a Paolo Mastrolilli di repubblica. Fukuyama afferma che la politica dei dazi rischia di portare il mondi in una nuova guerra mondiale. Egli sostiene che quella di Trump è la decisione più idiota che abbia mai preso un presidente americano. Si rischiano la recessione e la depressione. Il professor Francis Fukuyama dice che la storia ha ripreso a correre. Ma ora sta andando nella direzione sbagliata. Il docente di Stanford, teorico della Fine della Storia, dice che «Trump ripete le politiche che negli anni Trenta ci portarono alla guerra». E che i nuovi dazi «sono la decisione più idiota che abbia mai visto da un presidente americano. Saranno completamente controproducenti e probabilmente getteranno l’economia mondiale in una recessione molto grave, se non nella depressione. Tutto si basa sull’incapacità di Trump di capire come funziona l’economia. È difficile per me comprendere come un presidente americano possa fare qualcosa di così ridicolo e dannoso per la sua stessa società».

La lamentela sull’America derubata, secondo il professore, «non ha alcun senso. L’America ha prosperato enormemente grazie all’ordine commerciale liberale globale. Lui pensa che avere un deficit sia segno di sfruttamento, ma qualunque economista può spiegarti che non è così, è solo l’altro lato della medaglia del dominio del dollaro come moneta di riserva mondiale. Le decisioni di Trump sono basate su un’ignoranza così incredibile, che è difficile comprendere come sia potuto diventare presidente».

Quanto alla possibilità di riportare negli USA l’industria manifatturiera, «non funzionerà così. Il costo per riportare negli Usa la produzione di tutte queste catene di approvvigionamento sarà semplicemente enorme. Le aziende americane non potranno permettersi di costruire impianti completamente nuovi, per l’alto costo della manodopera. E poi, chi investirà tutti questi soldi, quando hai un presidente incoerente che cambia idea ogni due giorni? Tra due o quattro anni torneranno i democratici, tutto ciò sarà invertito, e avrai buttato i capitali. Non penso che accadrà».

Riguardo la similitudine tra le politiche di Trump e i dazi degli anni Trenta, Fukuyama dice che il tycoon «si allinea con gli autocrati perché vuole esserne uno e cerca di muovere il sistema americano in tale direzione. L’unica speranza è che questa politica così stupida gli si ritorcerà contro. I prezzi aumenteranno e probabilmente getterà gli Usa e molte altre economie in una recessione enorme. Ciò non piacerà agli elettori americani, che sognavano l’età dell’oro». E poi: «Quando le persone perdono il lavoro e il mondo cade in una depressione che delegittima i governi esistenti, quel tipo di instabilità crea conflitti. La politica di Trump distruggerà l’Alleanza atlantica e cancellerà ogni tipo di solidarietà tra le democrazie. Russia e Cina sono felici di trarre vantaggio da questa debolezza».

Il famoso politologo statunitense, infine, sostiene che la decisione di Trump di indebolire l’Ucraina spingerà la Cina a muoversi su Taiwan, e che conseguenze politiche negative avranno le minacce di attaccare la Danimarca per avere la Groenlandia. Secondo lui, Putin sta approfittando di questo caos, viste le condizioni che ha posto per porre fine alla guerra con l’Ucraina. Ripudiare l’economia di mercato, per Fukuyama, significa avere ambizioni autocratiche e autoritarie, di dirigismo statalista contrario alle dinamiche del mercato e della storia.

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