Conclave, non c’è da farsi illusioni!
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AL DI LA’ DEI PRONOSTICI ATTENDIAMO CON FIDUCIA LA FUMATA BIANCA
In vista del Conclave che eleggerà il successore di Francesco si è aperto il totopapa.
Grazie a Dio chi entra in Conclave papa ne esce di solito cardinale e così sappiamo già che i favoriti dai bookmaker: il Segretario di Stato Pietro Parolin, il bolognese Matteo Maria Zuppi, nonostante sia considerato un progressista molto vicino alla linea di Bergoglio, e altri probabilmente non indosseranno la veste bianca.
Purtroppo però non c’è da farsi illusioni; considerato che 108 elettori su 135 sono stati nominati da Bergoglio la probabilità di avere un altro “progressista” in vaticano è molto alta, sempre che lo Spirito Santo non ci si metta di buzzo buono nel confondere i giochi e le manovre, specialmente di quei cardinali eretici e scismatici di fatto – pensiamo ai tedeschi che spingono per una Chiesa indistinguibile da quella luterana – i quali sperano di portare a compimento la rivoluzione cominciata ben prima del Concilio Vaticano II e che i precedenti pontefici hanno cercato in qualche modo di contenere.
Non sappiamo cosa il buon Dio ha in serbo per la Sua Chiesa e probabilmente è sbagliato formulare pronostici e giudizi guardando a ciò si agita in questa malata Europa e nel resto del cosiddetto Occidente, dove il paganesimo e il relativismo sembrano trionfare anche in seno alla Chiesa. Ricordiamo infatti con sgomento la processione che ha portato entro le mura del Vaticano la Pachamama, le benedizioni alle coppie di fatto e omosessuali o certe affermazioni sul fatto che “tutte le religioni portano a Dio”.
Nel resto del mondo la religione cattolica è in crescita, sia in Asia che in Africa – peraltro irrorata dal sangue di ormai innumerevoli martiri – e perfino negli Stati Uniti, in cui sempre più giovani seminaristi e preti si definiscono tradizionalisti, mentre tanti laici sono attirati dalla liturgia in latino e ricevono la comunione sulla lingua e in ginocchio.
Tutto ciò ci autorizza, con cautela, a ben sperare. E siccome la Chiesa non appartiene al Papa, ai cardinali o ai preti e che per quanto questi si sforzino di piacere al mondo, fino a genuflettersi di fronte ad esso, è possibile che grazie all’intercessione dello Spirito Santo, che quando occorre trova il modo di farsi sentire anche dai più duri di comprendonio, accada l’impensabile; ovvero che dal balcone di San Pietro si affacci un Papa al di sopra delle parti, non progressista o tradizionalista ma semplicemente cattolico, o quanto meno non eretico.
Noi ci permettiamo di sognare anche un Papa che torni a parlare per encicliche, senza comparire in discutibili talk show o rilasciare estemporanee interviste a bordo di aerei che poi vengono strumentalizzate a piacimento dai media. Un Papa che finalmente interviene per riportare alla ragione i troppi preti e vescovi che scambiano l’altare per un palcoscenico sul quale esibirsi e soprattutto che non abbia paura di denunciare senza ambiguità il peccato e di prendersi per questo gli sberleffi e gli insulti del mondo.
E siccome vogliamo esagerare, speriamo anche in un Papa che riporti Cristo nei seminari, e nelle facoltà teologiche infettate da troppi sociologismi, ideologie, discutibili teologie e per questo diventati luoghi di corruzione spirituale anziché di formazione e di edificazione per quei pochi giovani che ancora li frequentano. Un Papa che alzi forte la sua voce in difesa dei cattolici ovunque perseguitati. Soprattutto un Papa che con la sua parola e la sua ferma azione faccia sì che il cattolicesimo torni ad essere rilevante in un mondo diventato talmente liquido da non riuscire più a distinguere il male dal bene.
Con questa speranza attendiamo con fiducia la fumata bianca dal comignolo della Cappella Sistina.