Il vescovo Raspanti: “L’espressione ‘popolo di Francesco’ non ha fondamento”
di Bruno Volpe
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INTERVISTA A MONS. ANTONINO RASPANTI
“Al Conclave si presenta una Chiesa variegata, con sensibilità differenti, ma non drammaticamente divisa, non esageriamo”: Monsignor Antonino Raspanti, vescovo di Acireale (Catania) e Presidente della Conferenza episcopale siciliana, analizza e presenta in questo modo il Conclave che eleggerà il Successore di Pietro e di Francesco.
Eccellenza, che Conclave sarà?
“Non possiamo dirlo e fare previsioni, non ha senso. Io sono del tutto contrario a questo gioco del toto Papa che sa tanto di scommesse calcistiche. Aspettiamo”.
Il cardinal Marx ha parlato di conclave breve, ha senso?
“Sinceramente non ho compreso che cosa intendesse dire e in base a quelli elementi lo afferma. Ma siccome egli ha preso parte attiva alle Congregazioni, è possibile che abbia elementi maggiori rispetto a noi per sostenerlo. Indubbiamente Papa Francesco ha creato un Collegio piuttosto numeroso, e con cardinali che vengono da ogni parte del mondo, anche dalle più lontane e ciascuno porta con sè argomenti, temi, urgenze pastorali diverse. Tanti neppure si conoscevano prima ed è dunque logico che ci voglia forse qualche giornata in più. Ecco perché le congregazioni si sono prolungate un tantino. È pensabile che la durata maggiore delle riunioni pre conclave sia servita a schiarirsi le idee e renda il conclave più veloce”
Di che cosa ha bisogno la Chiesa oggi?
“Come dicevo prima ci sono situazioni e realtà diverse. Dobbiamo fare i conti con una Europa scristianizzata, nella quale si palpa con mano la vicinanza al mondo più che a Dio, anche se in Francia, nella laicissima Francia, il numero dei battesimi è aumentato. La realtà sembra migliore in altre parti del mondo e penso ad Asia e Africa. Poi non è trascurabile, specie in Europa ed America Latina, il calo delle vocazioni da affrontare. Insomma, i temi non mancano. Ma prima di tutto il Papa che verrà avrà il compito naturale di annuncio del Vangelo a tutti, in continuità con il suo predecessore. Naturalmente ogni Papa non è uguale o sovrapponibile agli altri, ha la sua sensibilità, il suo stile e sarebbe un errore pensare ad un Francesco bis tale e quale”.
Si parla di Chiesa spaccata tra conservatori e progressisti…
“Non bisogna esagerare. Intanto usare queste categorie tipiche della politica o della sociologia nella Chiesa non è del tutto corretto. Ma anche se volessimo prenderle per buone, ricordo che Francesco ha creato in maggioranza un collegio cardinalizio tarato sulla sua sensibilità e su una Chiesa tipicamente conciliare, mentre le cosiddette sensibilità diverse e vale anche per la Chiesa italiana che conosco, sono poche e non tali da determinare fratture di rilievo”
Il prossimo che papato sarà?
“Non può non essere che di continuità, la Chiesa va avanti e non torna indietro. Francesco del resto non è stato, come erroneamente dicono, un rivoluzionario, vocabolo che non amo. Ha seguito fedelmente la dottrina di sempre, semmai ha avuto un linguaggio diverso, più semplice rispetto ai predecessori epe farsi capire. Però sui temi etici non ha fatto sconti ed ha persino usato parole più dure e robuste”.
Molto vicino ai poveri e gli esclusi…
“Il tema poveri in verità non è solo di Francesco, ma è di Cristo e della Chiesa da sempre. Papa Bergoglio lo ha accentuato, ha esaltato, il tema della misericordia ed ha denunciato correttamente quella che egli chiamava cultura dello scarto”.
Legalità e mafia. Papa Francesco è arrivato a dare degli scomunicati ai mafiosi…
“Non era una scomunica tecnica, ovviamente. Intendeva dire che chi corrompe, si fa corrompere o ha atteggiamenti mafiosi è fuori naturalmente dalla comunione con Dio. Comunque la Chiesa siciliana sin da dopo l’uccisione di Mattarella a Palermo, è stata chiara e netta nel denunciare la visione mafiosa e sottolinearne i pericoli. Il Papa e questo è confortante e bello, ha dato continuità e ci ha incoraggiati. Ora è importante respingere ogni tentativo mafioso, perché la mafia non è stata debellata del tutto, non è finita, ed è pronta a rialzare la testa ad ogni momento o calo di tensione. Per questo attenzione agli atteggiamenti e alle compagnie”.
Insomma, che tipo di Papa avremo?
“Innegabilmente di continuità, ma anche sapiente mediatore tra varie sensibilità”.
Giusto dire eleggere il successore di Francesco?
“No, teologicamente un errore. Si elegge il successore di Pietro, la Chiesa non è di nessuno, ma di Cristo e attenzione a personalizzarla. Anche l’espressione il popolo di Francesco è dettata dal cuore, ma non ha fondamento. Si dice il popolo di Dio”.