La Chiesa Cattolica tenta di ricostruire ciò che il peccato continua a demolire

Di Nicola Sajeva

Troppe sono le infestanti impegnate a soffocare la pianticella della pace.

Ogni tentativo per agevolarne la crescita merita rispetto, attenzione, disponibilità, ascolto. Dalla composizione armonica di tutte le posizioni prendono consistenza comportamenti, stili di vita, processi evolutivi improntati a quella virtù che è considerata la strada più agevole per camminare verso la pace: la tolleranza, la cui rassicurante luce permette a tutti di manifestare le proprie opinioni per dare così un contributo, più o meno consistente sempre più determinante. Quanto detto, conserva il suo splendore se l’ombra delle varie strumentalizzazioni non va ad intaccare, con il tarlo corrosivo dell’interesse, una motivazione tanto alta.

Cortei, manifestazioni, fiaccolate e tutti i messaggi indirizzati ad incastonare nel cuore dell’uomo questa gemma sono da apprezzare e da condividere. Anche la Chiesa, da sempre, ha visto nella pace la via maestra per la migliore convivenza e, da sempre, ha cercato di indirizzare la nostra attenzione sull’antinomia pace-peccato.

Nel peccato c’è la mancanza di quell’amore che nella pace è presenza insostituibile.

Fissare al 1° gennaio di ogni anno la celebrazione mondiale della pace è gesto consapevole che mette in grande evidenza l’importanza data a questo valore universale.

Guerre, contenziosi, divisioni, chiusure psicologiche, comportamenti oscurati da posizioni razzistiche costituiscono un terreno dove la germinazione della pace è resa molto difficoltosa.

Per la Chiesa tutto ciò è conseguenza del peccato, della mancanza di amore, della disobbedienza primordiale che ha segnato per sempre il destino dell’umanità.

L’istituzione della Chiesa e la motivazione del suo magistero trova giustificazione nel tentativo di ricostruire ciò che il peccato continua a demolire. Questa è l’unica angolatura dalla quale si riesce a distinguere, con estrema certezza, il ruolo che desidera svolgere la Chiesa.

Accostiamoci ora, con molta umiltà, al messaggio che Papa Francesco propone alla riflessione dell’intera umanità per questa cinquantaquattresima Giornata mondiale della pace.

 

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