Shemà. Commento al Vangelo dell’8 gennaio della teologa Giuliva Di Berardino

Shemà. Commento al Vangelo dell’8 gennaio della teologa Giuliva Di Berardino

Shemà (in ebraico “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno di Giuliva Di Berardino.

Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!

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IL COMMENTO TESTUALE

IL VANGELO DEL GIORNO: venerdì 8 gennaio 2021

Oggi il Vangelo ci presenta l’evento della moltiplicazione dei pani. Osserviamo il testo: Gesù aveva invitato i discepoli per riposare un poco in un luogo del deserto, ma la moltitudine percependo che Gesù si era diretto  sull’altra riva del lago, va dietro di lui e arriva anche prima di lui. Così, appena Gesù scende dalla barca, vede tutta quella moltitudine che lo aspetta. A questo punto emerge dal testo un elemento importante, che ci fa cogliere non solo uno dei sentimenti più profondi di Gesù, ma la qualità del suo ascolto. Nel testo è scritto che Gesù “ebbe compassione”, ma in realtà quello che esprime questo verbo nel testo greco non indica  semplicemente di un sentimento, ma uno stato in cui ci si trova quando si vive un ascolto interiore e profondo dell’altro. E quì Gesù insegna, diventa per noi il vero Maestro, perché Egli si lascia agire a partire da questo ascolto, dimentica il suo progetto, dimentica il riposo desiderato per prendersi cura dell’inqiuetudine profonda che ha ascoltato dentro di sé, “nelle sue viscere”, perché il verbo greco contiene in sè il termine con il quale si indicavano le viscere. Ecco perché, interrogato dai discepoli  di lasciar andare la gente così che potesse mangiare, Gesù risponde: «Voi stessi date loro da mangiare». La prima comunità cristiana capiva subito che in queste parole c’era la rivelazione di Gesù come Messia, perché il primo a dare da mangiare alla moltitudine affamata nel deserto, fu Mosè (cf. Es 16,1-36), e il chiedere alla gente di organizzarsi in gruppi di 50 o 100 ricorda il censimento del popolo nel deserto dopo l’uscita dall’Egitto (cf. Nm 1-4). Oggi forse questi riferimenti all’Antico Testamento possono sfuggirci, ma sicuramente percepiamo che quì Gesù sta insegnando la gratuità del dono e la sua fecondità. Date voi stessi come cibo, cioè non vi risparmiate agli altri, non vi tirate indietro, non tenete per voi ciò che per un altro può essere il necessario! Chiediamo allora oggi lo Spirito Santo perché ci faccia comprendere sempre meglio che ascoltare l’altro, in fondo, è prendersene cura, e che la prima cosa da fare, se si vuole “fare qualcosa per gli altri” non è dare soldi, studiare strategie o creare progetti, ma basta offrire il dono semplice e gratuito di quel poco che si ha. Ricordo con grande gioia un giorno, ormai diversi anni fa, quando vivevo in Francia, un pastore protestante venne a visitare il posto in cui vivevo, perché era un luogo di preghiera. Prima di andarsene, mi scrisse su un piccolo biglietto una preghiera che aveva scritto in un momento particolare della sua vita e che lui recitava ogni mattina. La condivido con voi, perché lascia emergere davvero il senso profondo dell’insegnamento che Gesù ci mostra nell’evento della moltiplicazione dei pani: Signore, io voglio donare davvero, in modo significativo. Dimmi cosa e quando Tu vuoi che io doni qualcosa per aiutare qualcuno, fosse anche solo una benedizione, ma che sia un dono per qualcuno. Oggi desidero donare agli altri così come Tu hai donato il Tuo amore a me. Buona giornata! 

Mc 6,34-44

In quel tempo, sceso dalla barca, Gesù vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i discepoli dicendo: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congedali, in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare». Ma egli rispose loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Gli dissero: «Dobbiamo andare a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?». Ma egli disse loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Si informarono e dissero: «Cinque, e due pesci». E ordinò loro di farli sedere tutti, a gruppi, sull’erba verde. E sedettero, a gruppi di cento e di cinquanta. Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero loro; e divise i due pesci fra tutti. Tutti mangiarono a sazietà, e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste piene e quanto restava dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini.

 

IL COMMENTO IN VIDEOhttps://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g/videos

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