Omaggio dell’Italia Cattolica a Karol Wojtyła nei cent’anni dalla sua nascita

di Giuseppe Brienza

RICORDANDO DI UN GIGANTE DELLA FEDE

Il centesimo anniversario della nascita di San Giovanni Paolo II, il 18 maggio, è ricordato in tutto il mondo con film, documentari, pubblicazioni, preghiere, meditazioni e altri contributi che stanno man mano comparendo sui media, sui siti online e sui social. Naturalmente il primato dei festeggiamenti è tutto per la sua Polonia, un’intera nazione in festa, con il Parlamento di Varsavia che ha dedicato l’intero 2020 al «più importante dei padri dell’indipendenza della Polonia». 

Per quanto ci riguarda, nonostante l’indifferenza o il silenzio delle Istituzioni governative e politiche ufficiali (davvero incomprensibile, se non altro perché il suo pontificato è stato tra i più lunghi della storia), possiamo dire che all’Italia spetta il secondo posto nella classifica mondiale delle attestazioni di ammirazione e di affetto a Karol Wojtyła. Lo diciamo anzitutto perché, lunedì 18 maggio, alle ore 7, nella ricorrenza del suo dies natalis a Wadowice, piccola cittadina a 50 km da Cracovia, è proprio nel cuore della nazione italiana, cioè nella basilica Vaticana dove risposano le sue spoglie mortali, che Papa Francesco celebrerà la Santa Messa in suo onore. 

In secondo luogo, non potendo dare qui conto delle innumerevoli iniziative di preghiera e meditazione organizzate in quasi ogni diocesi, santuario o parrocchia d’Italia, con l’aggravio aggiuntivo delle misure imposte dal Governo contro il Coronavirus, fra le migliaia di personalità che stanno testimoniando la loro devozione a Karol Wojtyła, spiccano i nostri connazionali. Credenti e non credenti, che spesso possono vantare una frequentazione o un’esperienza personale che gli ha cambiato, più o meno durevolmente, la vita. La lista è aperta proprio dall’italo-argentino Jorge Mario Bergoglio che, nell’edizione speciale dedicata alla ricorrenza da «L’Osservatore Romano», ha voluto comporre un apposito messaggio/preghiera, pubblicato sulla copertina, nel quale si rivolge a e direttamente al suo predecessore. Una vera e propria orazione a voce alta che Papa Francesco ha offerto ai lettori dell’inserto speciale per il Centenario della nascita di Karol Wojtyła, allegato all’edizione n. 111 del 17 maggio 2020 del giornale ufficioso della Santa Sede.

Eccone il testo integrale: «Cari fratelli e sorelle, facendo memoria del centenario della nascita di san Giovanni Paolo II ci rivolgiamo a lui, per chiedere la sua intercessione. Intercedi perché restiamo sempre fedeli al Vangelo. Intercedi perché sappiamo spalancare le porte a Cristo. Intercedi perché in questi tempi difficili siamo testimoni di gioia e di misericordia. Intercedi perché sappiamo rispondere ai bisogni dei nostri fratelli che soffrono, riconoscendo nei loro volti il Volto del Signore. Aiutaci con la tua intercessione a non lasciarci mai rubare la speranza e ad essere uomini e donne che camminano nella certezza della fede» (p. I).

Lo speciale, disponibile on line dalle prime ore di domenica 17, può essere letto anche sull’App gratuita, scaricabile già a partire dal 16 maggio dagli store digitali (Apple e Google), attraverso la quale è possibile sfogliare anche sui dispositivi mobili le pagine dell’Osservatore Romano (la copia cartacea dell’inserto può essere richiesta alla casella di posta elettronica info.or@spc.va).

Nelle 16 pagine dell’importante pubblicazione è ripercorso “in pillole” il magistero e la testimonianza di decine di personalità contemporanee su Giovanni Paolo II. Per quanto riguarda i racconti, prevalgono senza dubbio ecclesiastici e laici italiani. Si parte dal cardinale segretario di Stato card. Pietro Parolin per giungere al decano del Collegio cardinalizio Giovanni Battista Re, dall’altro italo-argentino Leonardo Sandri, attuale cardinale prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, al gesuita padre Federico Lombardi, dal 2006 al 2016 direttore della Sala stampa della Santa Sede all’ex direttore dell’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Papa mons. Piero Marini, all’arcivescovo di Bologna cardinale Matteo Zuppi, per finire (ne abbiamo citati solo alcuni) con la toccante pagina di biografia personale scritta per l’occasione dal cantautore romano Claudio Baglioni.

Ripercorrendo l’esperienza memorabile del concerto che, allo scoccare della mezzanotte del Capodanno 2000, seguì in piazza San Pietro la benedizione “Urbi et orbi” di Giovanni Paolo II, l’autore di Strada Facendo ha testimoniato «Per un cittadino di Roma, non credo possano esserci onore né emozione più grandi dell’essere chiamato dal proprio vescovo – l’uomo che, in quanto tale, il resto del mondo chiama Papa – ad accompagnare, con le sue note e le sue parole, una notte così importante come quella nella quale due epoche si passano il testimone – cambiavano anno, secolo e, addirittura, millennio – e al di là della quale, si apre un evento così ricco di significati per la cristianità come un Anno Santo. […] Quella notte in piazza San Pietro, mentre cantavo “Fratello sole, sorella luna”, pensai che quel Papa veniva da una terra che avevo amato in modo particolare. Anche se pochi lo sanno, infatti, la mia carriera di artista era cominciata proprio in Polonia, dove, neanche ventenne, mi ero recato per una lunga serie di concerti. Concerti, sorprendentemente, trionfali, l’ultimo dei quali proprio a Wadowice, città natale di Papa Wojtyła. In Italia, ero uno sconosciuto del quale le case discografiche non volevano sentir parlare: in Polonia ero diventato una star, con teatri pieni, tifo da stadio e fan in coda per foto e autografi. Era stata quella terra a restituirmi quella fiducia che, qui, avevo perso, e a farmi rinunciare al proposito di mollare tutto e smettere di essere ciò che sentivo di essere: un musicista» (Claudio Baglioni, Serenata romana e quel “se” bello grande, in “L’Osservatore Romano”, Speciale per il Centenario della nascita di Karol Wojtyła/San Giovanni Paolo II, allegato all’edizione n. 111 del 17 maggio 2020, p. XIII). Fra la schiera di persone che devono un ringraziamento a “San Giovanni Paolo Magno”, quindi, da ora in poi sappiamo di dover aggiungere anche i fans di Claudio Baglioni…

Nel frontespizio di ogni paginata dello Speciale campeggia una citazione da discorsi, catechesi o encicliche di Giovanni Paolo II, cominciando naturalmente con un passaggio indimenticabile del suo primo discorso da Papa: «Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa “cosa è dentro l’uomo”. Solo lui lo sa!» (pp. II-III).

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