Dire no al Ddl Zan sulla cosiddetta omotransfobia vuol dire battersi per la libertà

“Dire la verità non può diventare illegale! Per questo è tutto pronto per la grande mobilitazione dell’11 luglio dal titolo #restiamoliberi, che si terrà in 100 piazze di tutta Italia, collegate all’evento nella città di Roma. Dire no al Ddl Zan sulla cosiddetta omotransfobia, è dire sì alla libertà. E da oggi è attivo il sito www.restiamoliberi.it con l’elenco di tutte le piazze che si batteranno contro le derive liberticide che vogliono tapparci la bocca” hanno dichiarato Toni Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vice presidente di Pro Vita e Famiglia, onlus co-organizzatrice della manifestazione.

Si mobiliteranno cento città italiane, da Trento a Bari, da Bologna a Cagliari passando per Milano, ma c’è anche la possibilità di candidare la propria città scrivendo nell’apposita sezione del sito www.restiamoliberi.it . “Siamo in tantissimi pronti ad alzarci in piedi per rimanere liberi” hanno continuato Brandi e Coghe.

“Per chi pensa che #restiamoliberi sia uno slogan esagerato, ecco un esempio di discriminazione al contrario che è accaduto proprio dove una legge di questo genere è passata. Il medico americano Kenneth Zucker, principale esperto sull’ identità di genere nei bambini, ha affermato che quelli con disforia di genere sarebbero meglio assistiti “aiutandoli ad allineare la loro identità di genere con il proprio sesso anatomico“. Per questa affermazione è stato licenziato dopo ben 30 anni di direzione della Clinica Gender per i bambini. E in Spagna monsignor Fernando Sebastian Aguilar di Malaga è stato accusato del reato di ‘omofobia’ per aver spiegato la posizione cristiana sull’omosessualità” hanno proseguito Brandi e Coghe.

“Ecco perchè saremo in tantissimi a sostenere la nostra battaglia contro il #DDLZanScalfarotto, affinchè la libertà di coscienza e la libertà di pensiero e di espressione rimangano garantite” ha concluso Pro Vita e Famiglia.

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