Lo scrittore algerino Kamel Daoud: “processi anti occidentali in stile sovietico”

“C’è un istinto di morte nell’aria per la rivoluzione totale immaginata da alcuni”.

Le parole più belle a difesa dell’Occidente e contro questo nichilismo morboso che si vede in giro vengono dallo scrittore algerino Kamel Daoud su Le Monde e Le Point.

Parla di “barbarie vendicativa. Vittimisti, antirazzisti, masochisti intellettuali e scettici di professione, esteti del suprematismo e del disfattismo” vogliono non cambiare l’Occidente, ma “vederlo morire nella sofferenza”.

Scrive di “processi antioccidentali in stile sovietico”.

Daoud ricorda che “l’Occidente è il luogo dove si scappa quando si vuole sfuggire all’ingiustizia del proprio paese d’origine, alla dittatura, alla guerra, alla fame, o soltanto alla noia. Dire che l’Occidente è colpevole di tutto, per meglio giustificarsi, va di moda”.

E’ anche l’unico luogo sulla terra dove il razzismo esiste, nel senso che se ne parla, mentre altrove non esiste ma si pratica davvero.

Come in Mauritania, stato islamico che oggi, non 150 anni fa quando l’America abolì la schiavitù, pratica la tratta di esseri umani eppure siede nel Consiglio dei diritti umani dell’Onu che ora vuole indagare sul razzismo americano.

Poi la frase più importante di Daoud: “Con il grande slancio dell’antirazzismo, ritorna l’inquisizione. L’abbiamo già conosciuta durante il fascismo”.

La terribile verità è che le persone che stanno cercando di cancellare la civiltà occidentale non hanno idea con cosa sostituirla. Non esiste un piano a lungo termine. Distruggono per il gusto di distruggere. Ma il defult sarà terribile.

 

GIULIO MEOTTI

 

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