Pdl Omotransfobia, “io ero in piazza l’11 luglio, ma gli altri?”

Pdl Omotransfobia, “io ero in piazza l’11 luglio, ma gli altri?”

Facendo un consuntivo possiamo affermare che la pandemia, vera o falsa che sia stata, grave o non grave che possa essere stato l’aspetto virale, ha inferto un colpo pesante al nostro Paese, al nostro sistema sociale ed a tutto il sistema economico.

C’è da riconoscere che la gestione di una crisi non è mai semplice, a maggior ragione di questa portata, ma se a questa si aggiunge l’inadeguatezza nascono pasticci.

Se poi per completare il quadro si tinge il tutto con l’ideologia, i pasticci diventano inevitabilmente catastrofi irreparabili.

Questo è quanto sta accadendo in questi giorni: le persone intorpidite dalla reclusione forzata, dal panico indotto e dall’informazione inculcata dal mainstream fanno fatica ad analizzare adeguatamente quanto sta accadendo con la proposta di introduzione del reato ideologico di “omotransfobia”, si barricano in casa, non si esprimono ed assumono un atteggiamento passivo.

Sì, la gente non ha voglia di pensare, non ha voglia di prendere una posizione netta, forse proprio perché pensa che nulla possa accadere di così grave, nulla li possa toccare da così vicino, che queste cose appartengano a realtà e paesi lontani, un po’ come è avvenuto con il Covid 19, che si pensava non sarebbe mai arrivato in Italia.

Se facciamo la conta delle persone che sono scese in piazza in questi giorni, sia quelle contro il DdL Zan-Scalfarotto sia i contromanifestanti, potremmo veramente parlare di numeri limitati.

Ma tutto il resto del Paese non si esprime? Non parlo dei soliti leoni da tastiera capaci di attaccare le tue idee nascondendosi dietro lo scudo dei social. Io ero in piazza l’11 luglio, onore e rispetto per chi la pensava come me ed anche per chi è venuto a contromanifestare, ma per quelli che comunque l’hanno fatto correttamente, non certo per chi bestemmiava, imprecava e minacciava. O bianco o nero, su questi temi non esiste il grigio. Ma tutti gli altri?

Mi rivolgo a voi, è possibile che questo argomento veramente non vi tocchi? È possibile che pensiate che debbano essere sempre gli altri a decidere per voi? È possibile che non vi importi proprio nulla del bene più grande di cui si possa disporre, ovvero della libertà di espressione?

Personalmente credo che le conseguenze di una legge liberticida, che non vuole volontariamente definire un reato proprio per lasciare la possibilità di un giudizio discrezionale a chi sarà preposto a farlo, credo sia un grande motivo di preoccupazione.

Come faccio a sapere se sarò rispettoso della legge se la stessa non definisce un reato? Ma voi vi sentite così al sicuro nel vostro nascondiglio?

 

Gian Piero Bonfanti

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Noi come Movimento Gospa siamo scesi ma pur suddividendo le forze. In varie zone d’Italia abbiamo avuto l’11 come data, ma pure il 12 e il 14 e ce ne saranno altre.
Importante ora è presidiare. Come dire, una guerra di guerriglie! Ci sono stati paesi con 60 persone fino a una città come Milano con più di 800. Ma è solo, ribadisco, l’inizio. Si deve costruire, informare e creare consenso. Molti dei nostri si sono autofinanziati creando volantini “#restiamoliberi” da mettere nelle caselle postali, nei bar, in fondo alla chiese. C’è in vista la grande manifestazione probabilmente in settembre. Per quel giorno, che stiamo già costruendo, vedremo in piazza l’anima e la coscienza dell’Italia: cristiani e uomini di buona volontà che difendono la libertà.
Come noi stanno facendi gli altri.
Penso a tanti amici come Brandi, Coghe, Ruiu, Miriano, Agnoli… ma pure a tutti i Movimenti e Associazioni. Certo, sarebbe meraviglioso vedere tutti i battezzati… ma notiamo pure quanto siano piene le nostre Chiese.
Bello vedere come con noi, allora, ci siano pure Evangelici e Ortodossi.
Restiami uniti, olio di gomito, preghiera & azione, #restiamoliberi!!!
Testimoni che credono, credibili e che per il loro amore e la loro passione saranno creduti.