Formando e informando ci alzeremo in piedi in difesa della vita, caro ministro Speranza

Credo che il miglior commento alla direttiva annunciata dal Ministro della Salute Roberto Speranza (Leu) di estendere l’uso della pillola abortiva RU 486 in day hospital senza obbligo di ricovero sia l’omelia di San Giovanni Paolo II a Washington (Capitol Mall) del 7 ottobre 1979.

Per i giovanissimi che non hanno conosciuto questo grande Pontefice ci piace ricordare la prima parte della sua bellissima e preziosissima preghiera: «Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana viene minacciata…Ci alzeremo ogni volta che la sacralità della vita viene attaccata prima della nascita. Ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha l’autorità di distruggere la vita non nata…Ci alzeremo quando un bambino viene visto come un peso o solo come un mezzo per soddisfare un’emozione e grideremo che ogni bambino è un dono unico e irripetibile di Dio…».

Non necessita di commenti, non è vero?

Crediamo che mai come oggi quanto scritto da San Giovanni Paolo II sia di vitale importanza e vada riletto alla luce delle linee guida sull’aborto aggiornate in questi giorni dal ministro della “salute”.

La sacralità della famiglia, la difesa del bambino e della madre sembrano essere divenuti concetti obsoleti, in favore di un ipotetico risparmio economico e di uno snellimento delle procedure che possano “aiutare” una donna ad abortire.

È stato portato il termine ultimo per ricorrere alla pratica abortiva a nove settimane contro le sette settimane previste precedentemente.

Inoltre, l’ospedalizzazione prevista di tre giorni è stata ora ridotta ad una semplice mezz’ora di ambulatorio, giusto il tempo per somministrare la Killpill RU486 e poi si dimette la madre subito dopo, lasciandola andare a casa.

Con un cinismo estremo si abbandona la donna da sola nel momento dell’espulsione del bambino abortito, proprio in uno dei momenti più tragici che si possa immaginare, con il pericolo di danni fisici e psicologici.

L’aspetto che più ci lascia attoniti è come si possa pensare che tutto ciò sia una conquista sociale.

L’imbarbarimento di chi non ha rispetto per la vita ha oramai raggiunto livelli che qualche anno fa erano addirittura impensabili.

Ci chiediamo perché non vi sia un’indignazione popolare che ci faccia alzare in piedi per la difesa della vita. Crediamo comunque che, se ciascuno di noi, possa continuare a fare lo sforzo di formarsi e informarsi su tale delicato tema, i risultati alla lunga non mancheranno.

GIAN PIERO BONFANTI

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Concordo, C’é un silenzio tombale anche da chi si proclama cattolico, soprattutto in chi ci governa e dovrebbe difendere la vita e aiutare la famiglia visto che in Italia siamo al di sotto della media mondiale di nascite.