Caos turnazioni, Ddi a singhiozzo, mancanza di docenti, proroghe e ora scioperi: ma quale ripartenza della scuola!

Di Giuseppe Brienza

Lunedì 14 settembre, a distanza di oltre sei mesi dalle ultime lezioni in presenza, hanno riaperto come noto solo una piccola parte delle scuole italiane. In diverse regioni le lezioni devono ancora ricominciare, in Sardegna dovrebbe essere oggi e, in Puglia, Calabria, Basilicata, Abruzzo e Campania, soltanto domani.

A causa di tare pregresse ma anche della farraginosità e del regime delle responsabilità previsto dalle linee guida e dai protocolli decisi dal Governo nelle scorse settimane, sono tanti i Comuni che non assicureranno questo servizio essenziale sia nella regione governata dal campano Vincenzo De Luca (Pd) sia da quella guidata da Iole Santelli (Forza Italia).

Da San Felice a Cancello (Caserta), dove il sindaco ha posticipato l’apertura delle scuole al 28 settembre, ad uno dei più grandi Comuni del napoletano come Castellammare, che l’ha rimandata addirittura al 1° ottobre, in Campania le famiglie italiane sono ancora sottoposte a problemi e difficoltà. In Calabria sono finora ben 15 i sindaci che, a colpi di ordinanze, hanno “disobbedito” alla presidente Santelli, come già successo questa estate con l’ordinanza regionale “Riapri bar”, prevedendo date di riapertura tutte successive al 24 settembre.

A Castrovillari si tornerà infatti in classe venerdì 25 settembre, a Gioia Tauro il 26, ad Aprigliano, Castiglione Cosentino, Cassano, Diamante, Luzzi, Pietrafitta, Santo Stefano di Rogliano, Cetraro, Reggio Calabria, Caulonia e Villa San Giovanni il 28 e,nel catanzarese, anche Gizzeria ha posticipato il rientro in classe. E quanto detto valga solo per il momento in cui scriviamo.

A tutto questo caos si aggiunga che, sempre a causa dei mille problemi lasciati aggravare in questi ultimi mesi dalla ministro Azzolina, è stato indetto uno sciopero generale degli insegnanti per i giorni 24 e 25 settembre.

Non è bastata, evidentemente, la lunga pausa (la più lunga fra i Paesi europei!) imposta dalla pandemia di Covid-19 per far rimettere in discussione antichi e deleteri pregiudizi ideologici sulla scuola, come quello della guerra al sistema integrato “pubblico-privato” e alle paritarie per esempio.

Ma «l’Italia non può continuare ad essere ostaggio di un atteggiamento politico sempre più irresponsabile e inconsistente– denunciava già quest’estate un’esperta come Suor Anna Monia Alfieri –. Conseguenza di questo è la facile profezia sul futuro della scuola: il diritto all’istruzione non riparte[e] se questa riparte, sarà a doppia velocità, per alcuni allievi sì e per altri no, in alcune regioni sì ed in altre no» (In Italia la scuola non riparte, a settembre l’allarme sarà chiaro. Solo colpa del Covid?, in “Orizzonte Scuola”, 30 luglio 2020).

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