Silvana De Mari: “per il mio antifascismo genetico non vado a manifestazioni del 25 aprile”

di Silvana De Mari

HO L’ONORE DI APPARTENERE A UNA FAMIGLIA DI ANTIFASCISTI

Ho l’onore di appartenere a una famiglia di antifascisti.  Né dal lato materno né dal lato paterno, nessuno ha mai avuto la tessera del partito.  Riconosco  anche che se lo potevano permettere perché erano ricchi.

Entrambe le famiglie, sia quella materna che quella paterna, sono uscite completamente spiantate dalla seconda guerra mondiale, grazie proprio a questa scelta controcorrente, ma riconosco che dove c’era bisogno di guadagnarsi il pane, magari come bidello o come postino, senza tessera del partito non c’era la possibilità di farlo.

Proprio per questo antifascismo genetico, non sono mai andata alla manifestazione del 25 aprile.

La nostra resistenza ha avuto tre colori come la nostra bandiera: i Bianchi, i badogliani, quelli che fecero il maggior quantitativo di azioni militari utili in contatto con gli alleati, i Verdi, giustizia e libertà, Primo Levi e Oriana Fallaci, e i Rossi, quelli che erano agli ordini di partito comunista italiano che a sua volta era agli ordini di Stalin.

Alle manifestazioni del 25 aprile non ci sono mai le bandiere degli anglo-americani, senza i quali il nazismo e il fascismo non sarebbero caduti. Alla manifestazione del 25 aprile le bandiere della brigata ebraica ci sono solo per essere sbeffeggiati. Ma soprattutto alle manifestazioni del 25 aprile c’è sempre solo la bandiera rossa.

George Orwell, autore della distopia “1984”, ha scritto anche un libro, omaggio alla catalogna, dove spiega che in Spagna gli antifascisti assassinati dai partigiani comunisti siano stati più numerosi di quelli assassinati dai nazifascisti.

Lo scrittore Artur Koestler esprime la stessa ipotesi nel libro  “Buio a mezzogiorno”. Nessun partigiano ha mai cantato “O  bella Ciao” perché è stata creata negli anni ‘50. Non sappiamo quante siano state le vittime del cosiddetto triangolo rosso, la zona attorno a Reggio Emilia dove sono scomparsi innumerevoli desaparecidos, quante siano state le vittime delle rappresaglie dei partigiani comunisti a liberazione già avvenuta.

Alcune di queste vittime erano oggettivamente ex fascisti, che in tutti i casi avrebbero avuto diritto a un processo, altri erano semplicemente innocenti. Quindi, come tutti i 25 aprile, nella mia stanza ho ricordato la divisione Osoppo, eroica divisione dei partigiani massacrati dai partigiani titini, a tradimento.

Esprimo il mio disagio di cittadino all’idea che le bandiere rosse hanno sventolato per strada, mentre cerimonie religiose fatte in assoluta sicurezza, con gente distanziata, sono state bloccate. Se qualcuno avesse ancora dei dubbi che, con la simpatica complicità della sempre più inutile e sempre ecologista nuova chiesa 3.0, siamo in piena deriva autoritaria, questo dovrebbe aprire la strada alla certezza.

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Sono d’accordo con lei in tutto
In più la ricordo bene quando veniva ad acquistare libri nella Libreria Cortina di Torino.
Peccatonon esserci più…potevamo continuare a vendere i suoi libri

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