Don Marco Pozza: “ecco perché credere anche quando attorno è buio”

A cura di Angelica La Rosa

Il vuoto: «Mesi di vuoto dappertutto: dentro, fuori, in basso, qualcuno temeva pure lassù. Non è stato così: eppure “benvenuti alla resa finale!” hanno pensato in tanti».

È davvero necessario riempire ogni vuoto a tutti i costi?

E se quel vuoto fosse stata una misura: “Quanto ti manco?”

In una casa, l’unica stanza piena è quella vuota: è tutta colma del suo vuoto, di se stessa. Perché, dunque, riempirla a tutti i costi?

In “Ciò che vuoto non è” (Edizioni San Paolo 2020, pp. 224, euro 16) Don Marco Pozza ripercorre gli articoli del Credo alla luce del vuoto dei mesi appena trascorsi: «L’uomo ha diritto di voto, la bellezza ha diritto di vuoto per brillare» scrive.

Che nome dare a quel vuoto?

Per chi crede il vuoto è una mancanza piena di nostalgia, per chi non crede è un’esperienza mistica: certe domande, comunque, hanno bisogno di vuoto attorno per respirare. Ripartiamo, dunque!

Da quel sepolcro che le donne, a Gerusalemme, hanno trovato vuoto il mattino di Pasqua: da allora quella cristiana è una fede fondata sul vuoto, è fede che ha diritto di vuoto.

Tra memorie paesane e sprazzi d’attualità, don Pozza si concede delle lezioni di lentezza per cercare una risposta alla domanda che ci interpella ovunque, soprattutto sul ciglio dell’afflizione: “Perché credere quando attorno è buio?”.

Nell’emergenza il Vangelo è uno spicchio di luna a forma di falce: la parte fulgente illumina quella oscura. Che vuota non è.

Don Marco Pozza, classe 1979, è sacerdote, teologo e parroco presso una struttura carceraria del Nord-Est d’Italia. Ha scelto di far abitare il suo sacerdozio nella periferia, laddove il contrasto tra vita e morte, bene e male, speranza e angoscia appare più evidente.

Con Papa Francesco don Pozza ha ideato e condotto tre programmi televisivi: Padre nostroAve Maria e Io credo, dai quali sono nati altrettanti libri scritti assieme al Santo Padre.

Su richiesta del Santo Padre, assieme alla parrocchia del carcere di Padova ha scritto i testi della Via Crucis 2020, celebrata in una piazza San Pietro deserta.

 

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