Scuole pubbliche paritarie, se il governo non si muove sarà morte preannunciata e irreversibile

Di Madre Yvonne REUNGOAT (fma)* e Padre Luigi GAETANI (ocd)**

Le parole di Papa Francesco nel videomessaggio in occasione dell’incontro promosso e organizzato dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica “Global compact on education. Together to look beyond” del 15 ottobre 2020, sono monito chiaro che invoca il compimento di un sistema scolastico che in Italia risulta essere bloccato, purtroppo da troppo tempo, in una stagnante incompiutezza tra Autonomia, Parità e Libertà di scelta educativa.

Lungo questi 200 e più giorni di lockdown, USMI e CISM, in svariate e numerose occasioni, con lettere indirizzate al Governo e ai Parlamentari hanno lanciato il chiaro allarme che la scuola non sarebbe ripartita per tutti. Evidentemente una scuola che esclude i poveri e i disabili si impone alle nostre coscienze e interpella le nostre responsabilità.

Il diritto all’istruzione è un diritto universale da garantire a tutti in modo libero e gratuito, e il fatto che sia riconosciuto e normato dalla Dichiarazione universale dei diritti umani dell’ONU, come dai Patti internazionali, non è un dettaglio puramente legislativo. Un diritto di questa portata trova la sua giusta collocazione giuridica fra i diritti universali perché viene considerato rilevante per favorire la tolleranza e l’integrazione, necessarie per la pace tra i popoli.

Abbiamo guardato lungo questi anni con una certa preoccupazione al sistema scolastico italiano così iniquo e tendenzialmente proiettato ad alimentare la discriminazione e le disparità. Numerose le denunce da parte delle Associazioni dei gestori, dei genitori e dei docenti insieme ai componenti della vita civile, studiosi, ricercatori, cittadini.

Sono state scandagliate le cause e proposte soluzioni di rinascita e opportunità nuove da poter intraprendere, tutte raccolte in Dossier, in documenti congiunti ed autorevoli, per contenuti e per le parti coinvolte.

Il tempo presente però ci impone una chiarezza di analisi ma anche una rapidità di avviare processi capaci di ridare vita ad un sistema ormai agonizzante. Non ci è permesso più girare intorno alle parole, pena rendere irrimediabilmente impossibile qualsiasi “patto educativo”.

Papa Francesco nel suo messaggio ha precisato che «nella storia esistono momenti in cui è necessario prendere decisioni fondanti, che diano non solo un’impronta al nostro modo di vivere, ma specialmente una determinata posizione davanti ai possibili scenari futuri» e anche noi riteniamo che «sia questo il tempo di sottoscrivere un patto educativo globale “per” e “con” le giovani generazioni, che impegni le famiglie, le comunità, le scuole e le università, le istituzioni, le religioni, i governanti, l’umanità intera, nel formare persone mature».

Il coraggio e la responsabilità devono animare le nostre scelte per non condannare la Nazione ad una vita di stenti e per dare speranza alle nuove generazioni. Infatti, non possiamo rubare loro la speranza e il futuro!

USMI e CISM, grati di tutto il percorso compiuto in questo tempo di pandemia e di evidenze, che ha fatto cadere il muro dell’ideologia e ha chiarito quanto la scuola statale e la scuola paritaria siano reciprocamente collegate e servono entrambe per un sistema scolastico di qualità, chiedono al Governo e al Parlamento di portare a compimento l’unico percorso possibile e soprattutto funzionale al nostro futuro.

Non possiamo essere noi i fautori di una morte preannunciata e irreversibile perché, è chiaro che, in un Paese nel quale i genitori non possono esercitare liberamente la propria responsabilità educativa, che agli studenti non è garantito il diritto di apprendere e ai docenti il diritto all’insegnamento per una reale discriminazione economica è un Paese a rischio. Risultano traditi i diritti, e parallelamente è compromessa la qualità del sistema scolastico, come ci racconta il recente dossier Ocse-Pisa 2019.

Il COVID ha riportato in luce tutti i limiti del sistema scolastico italiano e ha accelerato quel processo che lo trasforma da iniquo ad un privilegio, beneficiando solo pochi ed escludendo definitivamente disabili e poveri. Privare i bambini e i giovani della scuola vuole dire defraudarli di quell’unico strumento che consentirà loro di ripagare domani il debito che ci apprestiamo a siglare.

Chiediamo a ciascun cittadino, donna e uomo del nostro Paese, di ripartire da uno sguardo onesto sulla realtà,“together to look beyond”, consapevoli che gli eventi non sono un caso ma una logica conseguenza delle premesse che abbiamo consentito.

Il Santo Padre, Papa Francesco, traccia nel suo videomessaggio le sette linee fondamentali per attuare un Patto educativo globale di cui «il mondo ha urgente bisogno»:

«Mettere al centro di ogni processo educativo formale e informale la persona, il suo valore, la sua dignità»; «ascoltare la voce di bambini, dei ragazzi e dei giovani, per costruire insieme un futuro di giustizia e di pace»; «sia favorita la piena partecipazione delle bambine e delle ragazze all’istruzione», che spesso sono poste al margine dei percorsi educativi e che in questo periodo caratterizzato dalla pandemia rischiano di essere la parte predominante, dei «quasi 10 milioni di minori», tanto che si parla di «catastrofe educativa» che «potrebbero essere costretti a lasciare la scuola a causa della crisi economica generata dal coronavirus», dopo che il ricorso alla didattica a distanza «ha mostrato una marcata disparità delle opportunità educative e tecnologiche». Necessario, dunque, al quarto punto, «vedere nella famiglia il primo e indispensabile soggetto educatore». Quinta linea guida è «educare ed educarci all’accoglienza, aprendoci ai più vulnerabili ed emarginati». Non meno importante – al sesto punto – «impegnarci a studiare per trovare altri modi di intendere l’economia, la politica, la crescita e il progresso perché siano davvero al servizio dell’uomo», e – al settimo – «custodire e coltivare la nostra casa comune, proteggendola dallo sfruttamento delle sue risorse, adottando stili di vita più sobri, secondo i principi di sussidiarietà e solidarietà e dell’economia circolare».

Queste parole non restino lettera morta ma la famiglia, con forza e decisione, ritorni a riappropriarsi della libertà e del primato educativo, i bambini e le bambine abbiano pari opportunità e finalmente le istituzioni scolastiche crescano nella autonomia per garantire il bene dell’istruzione a tutti.

Questo domanda rivedere immediatamente le strategie di finanziamento del sistema scolastico italiano cessando ogni discriminazione fra ricco e povero, consentendo alle famiglie di poter scegliere fra una buona scuola pubblica statale e paritaria a costo zero avendo già pagato le tasse. Non occorrono altre conferme: il COVID ha dimostrato che la scuola pubblica statale che costa 8.500 euro non è ripartita per tutti, essendo privata dell’autonomia. La scuola pubblica paritaria che costa dai 3.500 (per la scuola dell’Infanzia) ai 5.500 euro (per la scuola secondaria di II grado), non solo ha inaugurato il nuovo anno scolastico ma ha già vissuto il primo mese di didattica in presenza di tutti gli studenti e le studentesse. Evidentemente occorre spendere meglio questi danari, in un processo virtuoso fra scuole pubbliche statali e paritarie, entrambe di qualità, sotto lo sguardo garante dello Stato.

USMI e CISM si appellano al Governo e al Parlamento affinchè in una sana dialettica si consenta all’Italia di avere una scuola autonoma, libera e garante dei diritti dei giovani, capace di valorizzare tutte le forze, innescando una benefica collaborazione fra le famiglie, i docenti, gli studenti e la scuola, fra le parti della società civile e le istituzioni, fra il pubblico e la libera intraprendenza dei privati affinchè, seppur in Italia è ormai oggi altamente compromesso il pluralismo educativo (molte scuole pubbliche paritarie hanno già chiuso), possiamo ancora salvare quanto resta e realizzare quel “Patto educativo globale” al quale Papa Francesco ci invita e che si presenta come l’unico percorso possibile da realizzare nelle prossime ore.

 

* Presidente U.S.M.I Nazionale

** Presidente C.I.S.M. Nazionale

 

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