Shemà. Commento al Vangelo del 4 dicembre della teologa Giuliva Di Berardino

Shemà (in ebraico “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno di Giuliva Di Berardino.

Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!

 

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IL COMMENTO TESTUALE

IL VANGELO DEL GIORNO: Mt 9,27-31

venerdì 4 dicembre 2020

San Giovanni Damasceno, Dottore della Chiesa

Oggi è la memoria di San Giovanni Damasceno, dottore della Chiesa. Il vangelo ci mostra Gesù che accoglie due ciechi, rivelando la tenerezza dell’amore di Dio. Il grido di questi ciechi segna la strada: i due ciechi, infatti, gridano fino a  quando Gesù giunge nella casa. E’ interessante che Gesù li lasci gridare lungo tutto il percorso, e poi, solo quando sono arrivati con Lui a casa, si ferma a parlare con loro e fa in moso che la loro fede divenga guarigione. Il desiderio di Gesù è  che noi Lo invochiamo mentre Lo seguiamo, mentre camminiamo con Lui, perché camminando dietro di Lui, anche gridando, la nostra richiesta si purifica, si fa più autentica, il nostro desiderio di salvezza cresce e la vista del cuore, la vista interiore, viene visitata dalla luce della fede, così da cominciare a vedere tutta la realtà che ci circonda in modo diverso. Il vangelo allora oggi ci mostra l’esperienza della fede, che sempre custodisce questa dinamica graduale e progressiva. Certamente troppo spesso non ne abbiamo coscienza, però è così: più camminiamo con Gesù, più riceviamo la luce della fede, non perché siamo bravi, ma perché c’è stato un giorno nella nostra storia in cui ci siamo affidati a Lui e abbiamo scelto di camminare con Lui. Nel testo, poi, osserviamo che Gesù chiede ai due ciechi guariti di non parlare a nessuno della guarigione ricevuta, anche se di fatto questo non avviene. Questo è un insegnamento che oggi il Vangelo ci offre, in questo primo venerdì di Avvento: davanti alle cecità che incontriamo negli altri o in noi stessi, davanti alle visioni distorte o oscurate della verità di Dio che si possono riscontrare intorno a noi o in noi, non serve gridare! Quello che serve invece è cominciare a vivere come persone che ci vedono! I ciechi gridano, perché non ci vedono, ma i guariti possono anche tacere, perché ci vedono! E, vedendo, possono stare attenti a ciò che succede, possono soccorrere, aiutare, sostenere chi non ci vede, incoraggiare, guidare chi non sa verso dove sta andando! Allora oggi ci resti nel cuore questo atteggiamento e preoccupiamoci di seguire Gesù da guariti, non da ciechi! Preghiamo insieme con le parole del santo che oggi ricordiamo, san Giovanni Damasceno, tratte dalla sua «Dichiarazione di fede»: “Pascimi, o Signore, e pasci tu con me gli altri, perché il mio cuore non mi pieghi né a destra né a sinistra, ma il tuo Spirito buono mi indirizzi sulla retta via perché le mie azioni siano secondo la tua volontà e lo siano veramente fino all’ultimo.” Buona giornata!

Mt 9,27-31

In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!». Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!». Allora toccò loro gli occhi e disse: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi. Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella regione.

IL COMMENTO IN VIDEOhttps://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g/videos

 

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