La Conferenza Episcopale austriaca sfida la Corte Costituzionale sul via libera al suicidio assistito

La Conferenza Episcopale austriaca sfida la Corte Costituzionale sul via libera al suicidio assistito

LA CORTE COSTITUZIONALE HA DEPENALIZZATO IL SUICIDIO ASSISTITO CON UNA SENTENZA PROMULGATA LO SCORSO 11 DICEMBRE

Di Angelica La Rosa

“La Chiesa in Austria non applicherà una legge sul suicidio assistito”. A dirlo è stato monsignor Franz Lackner, Presidente della Conferenza episcopale austriaca e arcivescovo metropolita di Salisburgo, secondo il quale la decisione della Corte Costituzionale di depenalizzare il reato
per chi aiuta una persona a togliersi la vita, è una scelta che “rappresenta una rottura culturale che mette in pericolo la solidarietà umana” e spiana la strada all’eutanasia.

“La decisione della Corte costituzionale rappresenta l’abbattimento di un argine, un primo passo che – come si vede in altri Paesi in cui è stata adottata la stessa decisione – potrebbe condurre alla legalizzazione dell’eutanasia. Siamo molto preoccupati per questa sentenza che apre la strada alla legalizzazione del suicidio assistito. Oltre ai vescovi, anche diverse personalità della Chiesa austriaca hanno espresso riserve e critiche in merito a questo passo”, ha dichiarato l’alto prelato austriaco.

“Morire è un atto eminentemente personale in cui non si può intervenire, interferire, dall’esterno. L’uomo non è il signore della morte, non può disporre della morte a suo piacimento. L’inizio e la fine naturali dell’esistenza sono i due punti cruciali che rimandano ad una realtà soprannaturale. E l’uomo non deve interferire”, ha tuonato l’Arcivescovo, sulla falsariga di quanto insegnato negli anni da Papa Francesco.

Monsignor Franz Lackner ha spiegato che “il suicidio non è un atto morale: decidere di togliersi la vita rientra nella libertà dell’individuo” e “non è possibile creare un istituto giuridico che consenta o addirittura forzi qualcuno ad aiutare una persona a togliersi la vita. Non dobbiamo dimenticare quali conseguenze, una cosa del genere, potrebbe comportare. Potrebbe capitare che ospedali gestititi da organizzazioni o istituti di religiosi potrebbero vedersi costretti a fornire questo tipo di ‘servizio’ andando contro la propria coscienza. Questo è inammissibile: medici e personale sanitario hanno già espresso riserve in merito”.

Ascolta QUI l’intervista a monsignor Franz Lackner realizzata recentemente da Vatican News

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