Ecco perché donare non è regalare!

LA DIFFERENZA TRA DONO E REGALO: APPARENTEMENTE LA STESSA COSA. NELLA SOSTANZA DUE COSE BEN DIVERSE!

Di Mariastella Vanella

«Non è tanto quello che diamo, ma quanto amore mettiamo nel dare» diceva Santa Madre Teresa di Calcutta.

Se volessimo associare un periodo dell’anno al comprare regali, sicuramente il nostro pensiero andrebbe ai giorni che precedono le feste natalizie. Ci troviamo, in quei giorni, tutti trafelati e di corsa, chiusi nei cappotti sfidando il freddo, pur di riuscire a comprare i fatidici regali di Natale. D’altra parte – parafrasando uno slogan pubblicitario –“che Natale sarebbe senza i regali?”.

Spesso però, il regalo rappresenta una sorta di dazio da offrire a chi, tra familiari, amici e conoscenti è reputato meritorio, quasi per diritto naturale acquisito, dall’abitudine del “si è sempre fatto”.

Non è difficile accumulare sotto l’albero pacchetti di ogni sorta che, chiamiamo regali senza alcuna emozione: a parte il sollievo di una fastidiosa incombenza finalmente risolta.

Si compera magari la cosa che costa meno, senza pensare minimamente a chi la riceve, tanto per onorare una relazione di poco conto, formale.

Oppure, con spirito di sacrificio, si regalano cose costose nell’intento vago, confuso, astratto di colmare, almeno il giorno di Natale, i vuoti e le lacune affettive di una quotidianità distratta, lontana dalle relazioni vere.

Considero il regalo ed il dono due cose molto diverse: sebbene spesso, entrambi i termini, siano usati per esprimere lo stesso concetto, trovo tra i due, una grande differenza.

Donare non è regalare, è un’altra cosa! Donare viene da dare, dare nel senso più pieno e profondo: significa offrire in pegno qualcosa che testimonia amore e farlo in modo incondizionato, senza sentire di dovere nulla all’altro e senza pretendere nulla dall’altro.

Il dono, a differenza del regalo, è un sentimento, è gioia, è un materializzare l’Amore, è un caldo abbraccio a chi è lontano, è una carezza su un volto triste, è un dire “Io ti amo. Ti amo perché sei tu, e non perché è Natale”.

Il dono sarà sempre più importante del regalo, indipendentemente dal mero valore economico. Il regalo è quantitativo, il dono è qualitativo. Donare è scegliere l’oggetto come simbolo, con l’intenzione di trasmettere amicizia, stima e amore, come se queste ricchezze sapessero trasfondersi nel dono. Donare in modo incondizionato, impegnarsi nella ricerca di ciò che saprà esprimere, senza troppe parole e nel modo più autentico, l’affetto nutrito per chi scarterà il pacchetto sotto l’albero. Scegliere consapevolmente di inviare precisi messaggi attraverso gli oggetti donati: “Sei importante per me”, “Ti voglio bene”, “Ti amo”. La logica del dono va ben oltre il freddo valore economico, può essere una fotografia che rimanda ad un ricordo, una lettera scritta a mano, un dolce fatto in casa. Con questa consapevolezza è facile capire che la crisi economica che viviamo, può limitare il dovere di ottemperare alla pratica del “fare regali” ma non può compromettere la nostra capacità di donare a chi amiamo qualcosa che ci rappresenta, che ci unisce al destinatario del dono.

In maniera opportunistica, direi che colui che dona riesce a godere di un senso di felicità forse ancora più grande di chi il dono lo riceve.

Se pensiamo che il buon Dio ha donato Suo Figlio all’umanità intera, viene da sé il comprendere il valore inestimabile ha un dono.

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