Addio a Don Ennio Innocenti, cantore di quella “saldatura tra Vangelo e Romanità” che potrebbe salvare la Cristianità

Addio a Don Ennio Innocenti, cantore di quella “saldatura tra Vangelo e Romanità” che potrebbe salvare la Cristianità

È STATO PADRE SPIRITUALE DELL’INDIMENTICABILE COMMISSARIO DI POLIZIA LUIGI CALABRESI (1937-1972), MORTO PER MANO DEL TERRORISMO COMUNISTA E IN ODORE DI SANTITÀ

Di Giuseppe Brienza

Ieri è morto a Roma, dove viveva e dopo una lunga malattia, don Ennio Innocenti (1932-2021), conferenziere e saggista prolifico, autore di molti libri e saggi sulla storia e sull’evoluzione della gnosi (sia quella cristiana ortodossa che quella ereticale o “spuria”), sul messaggio di Fatima, sulle testimonianze e fonti relative al “Gesù storico”, sul Concilio Vaticano II e sulla Dottrina sociale della Chiesa.

Sacerdote della diocesi di Roma (per tre anni, dalla sua istituzione fino al 1972, è stato segretario della Commissione Ecumenica del Vicariato), Innocenti è stato padre spirituale dell’indimenticabile commissario di polizia Luigi Calabresi (1937-1972), morto per mano del terrorismo comunista e in odore di santità.

Pastore e polemista poliedrico e coltissimo, con la lucidità e capacità d’analisi che ha saputo conservare fino agli ultimissimi giorni di vita, Don Ennio ha mantenuto sempre vivo l’ardore giovanile per la difesa e per la proclamazione della Fede, in quasi settant’anni dalla sua ordinazione sacerdotale!

Da cappellano della Sacra Fraternitas Aurigarum e docente di Storia, Filosofia e Teologia, ha dedicato molto tempo e passione ad un tema spesso abbandonato nell’apostolato culturale contemporaneo, vale a dire quello della “saldatura tra Vangelo e Romanità” che, a suo avviso, potrebbe ri-vivificare e “salvare” la Cristianità italiana e latina. Nell’ultimo studio monografico a sua cura, intitolato Decisivo il confronto religioso a Roma (Sacra Fraternitas Aurigarum in Urbe, Roma 2017, pp. 60), vengono ripercorse in tal senso le tappe dell’attecchimento del Cristianesimo nella Città Eterna, dimostrando ancora una volta come la storia e la Tradizione delle comunità, illuminate dall’amore alla verità e alla Fede, sono in grado di riaccendere “il fuoco della solidarietà civile e religiosa”.

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