Ecco come si potrebbe riconoscere il primato alla famiglia nella politica

DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA? BUTTIAMOLA IN POLITICA: “F” COME FAMIGLIA

A cura di Giuseppe Brienza*

Una prima concreta applicazione politica del primato che dovrebbe riconoscersi alla famiglia? L’alleggerimento della pressione tariffaria a favore di quei nucleiche sono più svantaggiati perché hanno più figli e, quindi, più esigenze.

In questo modo, infatti, si realizzerebbe un processo di equità fiscale “orizzontale”, che tiene conto del numero dei componenti, diversamente da quanto accade con la sola equità “verticale”, operata calcolando le imposte, tariffe e tasse sulla base del c.d. reddito imponibile (in pratica è il principio chi più ha, più paga).

Vanno in questo modo assolutamente corrette le politiche tributarie e tariffarie operate normalmente a livello locale (rette per i servizi alla prima infanzia, mense e trasporto scolastici, borse di studio, testi scolastici, addizionale IRPEF, ICI, IMU, TASI, etc.) con l’individuazione di nuovi parametri per il computo delle tariffe, delle imposte e per l’accesso ai servizi) o l’applicazione del “Fattore Famiglia”, da anni proposto dal Forum nazionale delle associazioni familiari. Allo stesso modo, si propone di introdurre sconti significativi per le famiglie su trasporti cittadini, accesso a musei, attrazioni culturali e turistiche, mostre, e una “carta famiglia/FAMILY CARD” con appositi sconti e promozioni sugli acquisti.

Dal punto di vista istituzionale la creazione di un organismo dell’Amministrazione comunale (come un assessorato o un’Agenzia della famiglia) che coordini e promuova le politiche familiari dell’intera Amministrazione e vigili perché la famiglia sia promossa in ogni azione amministrativa, potrebbe aiutare. È inoltre importante che si favorisca la costituzione di una qualificata rappresentanza della famiglia, sotto forma ad esempio di una Consulta della famiglia che raccolga a scopo consultivo e propositivo le associazioni familiari presenti sul territorio.

Infine, una applicazione “riparativa”, che sempre potrebbe coinvolgere gli Enti locali più family friendly. La crescita delle famiglie in situazioni di fragilità, infatti, derivante da un progressivo sgretolamento dei legami nelle comunità, suggerisce di favorire iniziative di conciliazione per le coppie in crisi e di mediazione familiare, oltre a percorsi di supporto alla genitorialità – con particolare attenzione a tutti i nuclei monogenitoriali e ai genitori separati – direttamente attraverso i servizi sociosanitari o attuando convenzioni con le associazioni di settore ed i consultori.

Da Padova a Roma (assessore alla famiglia di Roma Capitale, dal 2011 al 2013, l’attuale presidente nazionale del Forum delle famiglie Gianluigi Di Palo), da Venezia a Lecce, negli ultimi anni sono stati organizzati corsi “laici” e gratuiti pre- ma, soprattutto, post-matrimoniali, organizzati dalle pubbliche amministrazioni e non solo per chi è (o era) sposato civilmente.

 

* Vedi il canale YouTube curato dall’Autore Temi di Dottrina sociale della Chiesa: https://www.youtube.com/channel/UC1So1iXwqJ6TJk0eP0XmZ_w.

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