“Festival di Sanremo prono alla propaganda Lgbt”

“Si nega la propria natura in favore di un’identità artefatta e posticcia”

A cura di Angelica La Rosa

“Individui senza identità e sessualmente promiscui. Pare sia questo l’unico messaggio che gli ‘artisti’ di Sanremo sentono l’urgenza di trasmettere al loro pubblico: essere niente e tutto, rotolarsi in un letto con qualunque cosa respiri (requisito non indispensabile), negare la propria natura in favore di un’identità artefatta e posticcia”, ha scritto l’avvocato Dalila di Dio.

“Nel tentativo di ostentare trasgressività, si riducono a macchietta, ricalcando cliché obsoleti, triti e ritriti. E la chiamano libertà. Peraltro due uomini che si baciano su un palco non fanno più scandalo dal 1987”, ha aggiunto la Di Dio.

“Al netto d’ogni altra considerazione sul buon gusto, come si conciliano il maniacale messaggio su distanziamenti, mascherine a tutti gli orchestrali, Fiorello con i guanti in lattice con il messaggio ‘Dio benedica chi se ne frega’ che ha accompagnato l’ammucchiata gay di Achille Lauro sul palco del teatro Ariston di Sanremo? L’operazione ideologica avanzata dal direttore di Raiuno Stefano Coletta con questo festival prono alla propaganda Lgbt e agli aspetti più assurdi del politicamente corretto racconta un’attitudine orwelliana alla prepotenza che aiuterà a spiegare perché tutto questo è inaccettabile”, ha commentato sui social il giornalista Mario Adinolfi.

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