Quelle realtà quasi dimenticate dai cosiddetti “grandi mass media ufficiali”

“IL SACRIFICIO DEGLI INNOCENTI”: SIRIA, INCONTRO A SANT’IRENEO (ROMA)

Di Paola Liberotti*

Esistono, com’è tristemente noto, avvenimenti e realtà quasi dimenticati dai cosiddetti “grandi mass media ufficiali”, la cui drammaticità è in costante aumento negli ultimi anni, e gridano altresì il proprio legittimo diritto a farsi conoscere nel mondo.

E’ questo, a esempio emblematico, il caso della sanguinosa tragedia che riguarda la Siria: testimone di ciò, in particolare, è Firas Lutfi. Parroco francescano di Aleppo, è ministro della Regione San Paolo, che comprende, oltre la Siria, il Libano e la Giordania.

Nonostante la guerra è rimasto in Siria, con la sua gente, dopo anni interminabili di violenze, di distruzione e di morte: questa che segue è la breve “cronaca” di uno dei suoi ultimi viaggi in Europa, in particolare, qualche tempo fa, presso la parrocchia di S. Ireneo, nel popolare quartiere di Centocelle, periferia di Roma.

L’incontro, dedicato espressamente a “Il sacrificio degli innocenti”, ovvero “Siria – Ciò che vediamo e quello che non sappiamo”, ha offerto uno sguardo d’insieme, toccante e intenso, sulla tragica realtà della Siria, devastata, com’è tristemente noto, da una guerra finanziata dalle grandi potenze, “che ovviamente ci speculano sopra”, come ha evidenziato lo stesso Firas.

“Voi potete esserci di grande aiuto, soprattutto pregando per noi”, queste le sue parole, “la nostra consapevolezza è che, anche se ora stiamo vivendo la nostra Via Crucis, dopo ci attende la Resurrezione… in mezzo a tanti tormenti attuali, alle bombe, le cui vittime sono soprattutto bambini, alla mancanza d’acqua, al freddo, alla fame”.

Inoltre, in merito al vero significato del termine “accoglienza”, aggiunse: “Gli stessi terroristi il mio abito lo rispettano, perché rispettano l’alterità, naturalmente se c’è vera convinzione e forte senso d’identità, che purtroppo in Europa si è perso!…

Proprio per questo motivo, molti giovani preferiscono aderire all’Isis: perché offre loro un forte senso d’appartenenza comunitario, e risposte chiare ai loro bisogni. La vera ospitalità, in realtà, consiste nel rispetto delle tradizioni locali, sempre: e questo, purtroppo, oggi l’Europa sembra averlo dimenticato”.

Un intenso momento di preghiera concluse degnamente la serata: l’indimenticabile canto del “Padre nostro” in arabo. Ecco come sentirsi “trasportati”, in un istante, in un’atmosfera lontana e suggestiva, senza tempo: in una terra tuttora dilaniata dai conflitti, ma sempre aperta al sempiterno e legittimo sogno di Pace.

 

* Legio Mariae – Roma

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