Ricordando padre Tarcisio Stramare, consumato da una vita di preghiera e zelo apostolico

IL GRANDE SERVIZIO CHE PADRE TARCISIO RESE ALLA CHIESA, FU TUTTO RIVOLTO ALL’UNICO GRANDE FARO CHE GLI OCCHI DI UN UOMO DEVONO CERCARE: GESÙ CRISTO

Di Maria Bigazzi

Il giorno 20 marzo 2020, lasciava questa terra di esilio, il molto reverendo padre Tarcisio Stramare OSJ, presbitero, biblista, scrittore e docente, uno dei massimi studiosi a livello internazionale di josefologia.

Consumato da una vita di preghiera e zelo verso i fratelli, padre Tarcisio ha portato avanti la sua missione fino all’età di 91 anni, combattendo costantemente con i suoi problemi di salute.

Padre Stramare viene ordinato sacerdote il 6 luglio 1952, frequenta l’Università Gregoriana e successivamente il Biblico per laurearsi in Sacra Scrittura.

Nel 1981, viene eletto Direttore del Movimento Giuseppino, per il quale si prodiga promuovendolo attraverso la stampa, libri, Internet e la partecipazione a tutti i Simposi internazionali su san Giuseppe, dei quali sarà “Coordinatore” per molti anni. Nel 1982 è Socio della Pontificia Academia Theologica e Consultore della S. Congregazione per le Cause dei Santi.

Collabora con san Giovanni Paolo II all’Esortazione apostolica “Redemptoris Custos” nel 1989.

Dedica parte della sua vita agli studi su san Giuseppe, grande santo venerato da tutta la Chiesa come colui che Dio scelse tra gli uomini, e a cui affidò “la custodia dei suoi tesori più preziosi” (S. Rituum Congreg., Quaedmodum Deus).

Il reverendo padre studiò in modo approfondito e sistematico la figura di san Giuseppe, di cui mancava un impianto teologico, ma la cui figura e missione riguardano tutta la Chiesa.

Scriveva padre Tarcisio che “San Giuseppe non è una figura marginale nella storia della salvezza. Giovanni Paolo II ne evidenzia il ruolo nella fase culminante: «Egli divenne un singolare depositario del mistero “nascosto da secoli nella mente di Dio” (cf. Ef 3,9), come lo divenne Maria, in quel momento decisivo che dall’Apostolo è chiamato “la pienezza del tempo”»; «Di questo mistero Giuseppe è insieme con Maria il primo depositario. Insieme con Maria – ed anche in relazione a Maria – egli partecipa a questa fase culminante dell’autorivelazione di Dio in Cristo, e vi partecipa fin dal primo inizio» (RC, n. 5)”.

Infatti, come insegna il magistero della Chiesa, “Proprio a questo mistero Giuseppe di Nazaret “partecipò” come nessun’altra persona umana, ad eccezione di Maria, la Madre del Verbo Incarnato. Egli vi prese parte insieme con lei, coinvolto nella realtà dello stesso evento salvifico, e fu depositario dello stesso amore, per la cui potenza l’eterno Padre ci ha predestinati ad essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo (Ef 1, 5)» (RC, n. 1).

Ecco che allora, sottolinea ancora padre Stramare, “L’esercizio della paternità si identifica e si trasforma in san Giuseppe in un ministero di salvezza: «San Giuseppe è stato chiamato da Dio a servire direttamente la persona e la missione di Gesù mediante l’esercizio della sua paternità: proprio in tal modo egli coopera nella pienezza dei tempi al grande mistero della redenzione ed è veramente “ministro della salvezza”» (RC, n. 8)”.

Gli studi di padre Tarcisio Stramare rimangono a disposizione di tutti coloro che voglio approfondire la teologia giuseppina, per accrescere le proprie conoscenze e accostarsi maggiormente al Signore. Infatti, il grande servizio che padre Tarcisio rese alla Chiesa, fu tutto rivolto all’unico grande faro che gli occhi di un uomo devono cercare: Gesù Cristo.

Figura di grande rilievo, padre Stramare mise sempre al primo posto la sua vocazione di sacerdote, il quale viene chiamato a riprodurre nella sua vita l’intera vita di Gesù, mettendosi al servizio dei fratelli per accompagnarli a Dio.

Lo ricordiamo a un anno dalla sua morte, avvenuta il 20 marzo 2020, giorno seguente alla festa di san Giuseppe, per il suo prezioso e grande lavoro, e per la sua vita di esemplare amore verso il Signore, la Vergine Maria e il santo patriarca Giuseppe.

Padre Stramare trascorse gli ultimi anni della sua vita nella parrocchia santuario di San Giuseppe di Borgo Fondura, nella città di Imperia, dove si recava da bambino con la sua famiglia.

Uomo di grande cultura, ma sempre disposto all’ascolto e al dono dell’amicizia con semplicità e umiltà, padre Tarcisio rimane nei cuori delle persone che lo hanno conosciuto e che da lui hanno trovato sempre un consiglio e una parola buona.

Lo ricordiamo in particolare in questo anno che papa Francesco ha voluto dedicare proprio a san Giuseppe, santo da lui tanto amato e fatto amare.

Per conoscere i suoi studi, è possibile consultare il sito da lui fondato “Movimento Giuseppino”, dove sono riportati anche i numerosissimi libri contenenti i vari argomenti che approfondì in vita.

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