Don Giulio ci ricasca: “alcune parti della Bibbia vanno rigettate”

LE NUOVE AFFERMAZIONI DI DON GIULIO MIGNANI, CHE SEMBRA UN ANTICLERICALE DI STAMPO MASSONICO

Di Umberto Spiniello

“Nessuno possiede la verità”, “ogni spiritualità e religione che se ne fa veicolo deve riconoscere di non essere, ciascuna, la sola legittima detentrice di una verità assoluta”, o di un messaggio “rivelato in via esclusiva”. Si tratta piuttosto di “acquisizioni provvisorie”, che vanno “storicizzate e calate nelle varie culture”.

Sembrano parole di un neofita di teologia o di un qualunque anticlericale di stampo massonico, eppure queste parole rilasciate alla stampa nazionale sono di un sacerdote e parroco della chiesa cattolica don Giulio Mignani, parroco di Bonassola, che aveva già fatto parlare di sé per essersi rifiutato di benedire le palme in vista della Pasqua scorsa, in aperta disobbedienza della Chiesa all’indomani della pubblicazione del documento della Congregazione della fede che illustrava i motivi teologici ed esegetici, per i quali la Chiesa non può benedire le unioni omosessuali.

L’eccentrico parroco ha rilasciato queste strampalate dichiarazioni per pubblicizzare la sua iniziativa pastorale la “Giornata del rispetto di ogni spiritualità”, dove si prevedono generici momenti di silenzio in sostituzione dei canonici momenti di preghiera al Padre. Don Giulio Mignani continua affermando addirittura che: “Riteniamo importante riconoscere che i vari libri sacri come Bibbia, Torah, Corano non sono Parola di Dio in senso letterale, fonte di verità assoluta e inconfutabile, riteniamo invece fondamentale riconoscere che ogni testo sacro contiene certamente nelle proprie pagine valori universali che inducono armonia e spingono verso relazioni positive e fraterne.

In tal senso anche tali fonti, al pari di altri testi “profani”, siano essi opere letterarie o espressioni di altri ambiti della creatività, possono dunque “contenere” la Parola di Dio, intendendo con quest’ultima espressione tutto ciò che aiuta gli esseri umani a vivere in relazione armoniosa con sé stessi, con gli altri e con tutto ciò che esiste”.

Secondo il sacerdote, alcune parti della Bibbia vanno rigettate, al fine di assicurare il rispetto per ogni religione: “Nello stesso tempo è necessario riconoscere che tali testi contengono anche parti che hanno bisogno di essere purificate, o espunte, o rigettate, in quanto ostacoli alla costruzione di coscienze responsabili, libere, pacificate e volte al conseguimento del bene comune, alla relazione armoniosa fra tutti i viventi”. Dunque, conclude don Mignani, “solo a queste condizioni riteniamo che sia possibile sperimentare un reale e profondo rispetto per ogni religione, spiritualità, visione della vita che possono caratterizzare il percorso di ciascun essere umano”.

Don Giulio evidentemente dimentica che i padri della Chiesa affermano perentoriamente Extra Ecclesiam nulla salus (“Al di fuori della Chiesa non v’è salvezza”) basterebbe ricordare questo all’eccentrico parroco per richiamarlo al suo ruolo sacerdotale, inoltre c’è da chiedersi se nel corso dei suoi studi in seminario qualcuno gli abbia mai detto che la Verità per i cristiani non è un concetto astratto ma una persona in carne ed ossa, e quella persona è Cristo! Tuttavia confutare queste tesi, che sembrano più delle ingenuità che delle eresie, è alla portata di tutti, basta prendere il Catechismo della Chiesa Cattolica, e tra i tanti articoli riguardanti la sussistenza della Verità nella Chiesa fondata da Cristo troviamo al numero 870 «Questa è l’unica Chiesa di Cristo, che nel Simbolo professiamo una, santa, cattolica e apostolica». […] Essa «sussiste nella Chiesa cattolica, governata dal Successore di Pietro e dai Vescovi in comunione con lui, ancorché al di fuori del suo organismo visibile si trovino parecchi elementi di santificazione e di verità». Inoltre al numero 846 troviamo:  Il santo Concilio* «insegna, appoggiandosi sulla Sacra Scrittura e sulla Tradizione, che questa Chiesa pellegrinante è necessaria alla salvezza. Infatti solo Cristo, presente per noi nel suo corpo, che è la Chiesa, è il Mediatore e la Via della salvezza; ora egli, inculcando espressamente la necessità della fede e del Battesimo, ha insieme confermato la necessità della Chiesa, nella quale gli uomini entrano mediante il Battesimo come per la porta. Perciò non potrebbero salvarsi quegli uomini, i quali, non ignorando che la Chiesa cattolica è stata da Dio per mezzo di Gesù Cristo fondata come necessaria, non avessero tuttavia voluto entrare in essa o in essa perseverare».

Si potrebbe continuare all’infinito riportando passaggi della Sacra Scrittura, del Magistero o della patristica ma, il problema tuttavia consiste nelle ripercussioni negative che tali affermazioni suscitano nel popolo di Dio, disorientandolo e scandalizzandolo. Ci si aspetterebbe un risoluto intervento del Vescovo diocesano, anche se non sono in pochi a sostenere che la radice di questi problemi si trova proprio nei seminari, ma questa è un’altra storia.

 

*Concilio Vaticano II, Cost. dogm.Lumen gentium, 14: AAS 57 (1965) 18

 

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