Cari nonni non fatevi fregare da chi vorrebbe farvi sparire

CARI NONNI ABBIATE UN PO’ DI CARITA’ CRISTIANA, ANDATE IN CERCA DEI GIOVANI E INSEGNATE LORO PERCHE’ OGGI SIETE VOI IL FUTURO…

Di Pietro Licciardi

In questa nostra società che dei vecchi non sa più che farsene, tanto da volerli far fuori con una eutanasica iniezione non appena diventano improduttivi o cattivi consumatori, la Chiesa ha celebrato ieri la prima giornata mondiale dedicata ai nonni e agli anziani, voluta da papa Francesco. 

In tutte le culture e in tutte le epoche gli anziani sono sempre stati rispettati e tenuti in gran conto, perché erano loro a tramandare la storia e quindi l’identità del popolo, a trasmettere la fede, educare i giovani. Oggi, in questo nostro disastrato Occidente, non è più così. 

Non per niente il Sessantotto, da cui è scaturita quella che Plinio Corrêa de Oliveira  ha definito la quarta rivoluzione, ha innanzitutto attaccato e distrutto i legami microsociali, dopo che l’ordine macrosociale è stato negato e sconvolto dalle rivoluzioni precedenti: la Rivoluzione, protestante che ha distrutto i legami religiosi della società, la Rivoluzione, liberale-illuminista del 1789, che ha distrutto i legami politici, le solidarietà organiche dell’antica società e la Rivoluzione, comunista, che ha distrutto i superstiti legami economici. Mediante il divorzio, e mediante gli innumerevoli meccanismi destinati a fomentare lo scontro dialettico tra genitori e figli, la quarta Rivoluzione mira anzitutto a distruggere la più importante microsocietà, che è la famiglia. 

Il Sessantotto ha illuso le giovani generazioni che potevano fare a meno della esperienza e degli insegnamenti dei padri o dei nonni, i quali si sono ritrovati chiusi in soffitta tra le vecchie carabattole perché ritenuti inadeguati e incapaci di comprendere il nuovo che stava arrivando. Solo che così facendo e in un batter d’occhio ci siamo ritrovati ad aver perso gran parte di quel patrimonio di esperienze e di cultura tramandatoci dai nostri bisnonni e prima ancora dai loro padri. Tant’è che l’Occidente sta oggi vivendo una devastante crisi di identità che rischia di portarlo alla tomba. 

Non solo, ma l’aver interrotto il filo che univa i padri ai figli e agli anziani sta avendo come conseguenza anche l’avvento di un nuovo totalitarismo in tutto e per tutto simile al nazionalsocialismo e al comunismo senza che quasi nessuno sia capace di opporsi, per la semplice ragione che le nuove generazioni non sanno più riconoscerne i tratti distintivi. Questo perché nessuno ha raccontato loro cosa sono state quelle ideologie. Gli anziani che quelle dittature hanno vissuto non sono stati evidentemente ascoltati mentre la scuola laica di stato ha come principale preoccupazione quella di istruire le nuove leve da immettere nel ciclo produttivo e consumistico più che di promuovere cultura, che per le moderne società di massa ha come effetto collaterale indesiderato rendere le persone capaci di giudicare e scegliere, ovvero libere.

Ebbene, proprio in considerazione di quanto sopra detto oggi gli anziani hanno una grande responsabilità e allo stesso tempo un dovere: tornare ad essere degli educatori, ovvero dispensatori di esperienza, saggezza e cultura. 

Gli anziani sono quelli che arrivati alla pensione hanno il tempo di leggere quei buoni libri che il papà o la mamma non riescono ad aprire perché lavorando entrambi e dopo averli letti proporli ai nipoti, e ai loro amici, che indottrinati dalla scuola di stato magari neppure immaginano che la storia, la filosofia o la scienza sono un po’ più complicare e affascinanti di come immaginavano. Probabilmente un anziano col proprio bagaglio di “vita vissuta” saprà parlare perfino delle cose che riguardano la fede e la Chiesa in maniera molto meno noiosa e moralista di quanto fanno oggi molti preti, dai quali appena possono i ragazzi scappano a gambe levate. Gli anziani pensionati sono quelli che più di altri partecipano a incontri e conferenze organizzate dai circoli culturali in cui ancora si fa della buona e sana apologetica cristiana e per questo hanno la possibilità meglio di altri di essere il lievito che manca in una società che vuole fare a meno di Dio.

Nelle omelie di domenica abbiamo sentito i sacerdoti invitare i fedeli a fare i buoni samaritani, dedicando un po’ di tempo agli anziani soli e abbandonati per non farli  sentire almeno per un giorno delle cose inutili. Noi invece vogliano esortare gli anziani ad avere loro un po’ di carità per il prossimo. Siate dunque voi ad andare dai vostri nipoti, dai loro amici e da quei giovani, madri e padri, post Sessantotto che le odierne ideologie non hanno mai fatto entrare nell’età adulta.  

Spiegate loro cos’è veramente la vita, voi che l’avete sofferta e vissuta; raccontate com’era l’Italia quando la gente lavorava e sudava per la famiglia e non per l’ultimo modello di auto ecologica, una vacanza in qualche località alla moda o la sniffata di coca nel party del sabato sera. Oppure di come camminando per strada si sentivano le mogli cantare mentre a casa lavoravano con piacere per il marito e i figli anziché combattere con capi ufficio tiranni e stupidi per un misero stipendio metà del quale se ne va in baby sitter e asili nido. Voi maestri in pensione organizzatevi per creare scuole domestiche – homeschooling – a cui papà e mamma possono affidare con fiducia i loro figli, certi che impareranno molte più cose di quelle che insegna adesso la scuola pubblica e senza il pericolo che vengano indottrinati da qualche drag queen o trans.

Cari nonni, non fatevi fregare da chi vorrebbe farvi sparire o mettere all’angolo come una scopa vecchia, perché oggi siete voi il futuro. I giovani hanno disperatamente bisogno di voi.

 

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