La serva ingrata, il “cane narcos” e i panni da stendere: Monica Cirinnà e il dramma che ha scosso le coscienze

La serva ingrata, il “cane narcos” e i panni da stendere: Monica Cirinnà e il dramma che ha scosso le coscienze

LA LAVANDAIA, L’ORTOLANA, LA CUOCA. QUALE UMILIAZIONE PER UNA DONNA EMANCIPATA E DI INTELLETTO COME LA SENATRICE “DIO, PATRIA E FAMIGLIA: CHE VITA DI MERDA!”

Di Dalila Di Dio

«Dal mio partito ho ricevuto una sola telefonata di solidarietà, da Goffredo Bettini. Lo scriva.». A parlare è un’affranta Monica Cirinnà (nella foto con il deputato Alessandro Zan) all’indomani dell’accidentale ritrovamento di 24.000 euro in banconote da 500 nella cuccia del cane, nella sua villa a Capalbio.

La scoperta che il fido Raimbow fosse impegnato in torbidi giri di contante deve aver sconvolto i coniugi Cirinnà-Montino, che hanno affidato ad un solidale Tommaso Labate il loro doloroso sfogo. «Il sottobosco complottista ha trovato il suo giallo dell’estate» scrive Labate, pronto a raccogliere l’excusatio della coppia BioArcobalenata, direttamente dal modesto podere di oltre cento ettari a Capalbio.

Così, tra filari di viti e ulivi secolari, la Senatrice Cirinnà, donna sempre tanto pacata e misurata, rispettosa e ammodo, consegna al Corriere della Sera la confessione più dolorosa: “Ero già nei pasticci di mio, nelle ultime settimane. Nei pochi giorni di ferie, cinque per la precisione, sto facendo la lavandaia, l’ortolana, la cuoca…Tutto questo perché la nostra cameriera, strapagata e messa in regola con tutti i contributi Inps, ci ha lasciati da un momento all’altro”.

Un racconto, quello della Senatrice, che diventa ancora più straziante quando spiega le ragioni dello scellerato gesto: “Mi ha telefonato un pomeriggio e mi ha detto, di punto in bianco: ‘Me ne vado perché mi annoio a stare da sola col cane'”.

Quando passi la vita a batterti per i diritti è impossibile immaginare che la sorte ti si rivolti contro con tanta, smisurata, violenza: quando semini così tanto amore in lungo e largo intorno a te, non è contemplabile l’ipotesi che qualcuno voglia allontanarsi da te.

Quando sei Monica Cirinnà, quel concentrato di dolcezza e rarissima gradevolezza, non è assolutamente ipotizzabile che la cameriera possa abbandonarti così, di punto in bianco, in pieno agosto, nei tuoi unici cinque, sudatissimi, giorni di ferie.

Dopo mesi di battaglie per asterischi e bagni promiscui, di lotte contro i greenpass transfobici e strenuo impegno per abbattere la mentalità retrograda di femmine nate femmine intenzionate a giacere solo con maschi nati maschi, la Senatrice avrebbe meritato il sacrosanto riposo tra champagne – rigorosamente biologico – ed ostriche selvatiche raccolte a mano nel mare di Wadden.

Purtroppo, però, la riconoscenza non è cosa da tutti e la serva ingrata non deve essersi resa conto di essere stata baciata dalla fortuna nell’incontrare Monica La Magnanima, una dal cuore così grande da arrivare a retribuirla – strapagarla! – per il suo lavoro e, addirittura, metterla in regola e con tutti i contributi INPS.

Cirinnà non è mica una Boldrini qualunque e ci tiene che si sappia. Non abbiamo riscontri in merito e la Senatrice è troppo umile per confessarlo, ma siamo certi che abbia concesso alla strapagata serva ingrata persino il diritto di abbeverarsi al pozzo e mingere ad intervalli regolari. Eppure, tanta generosità non è stata ricambiata con la dovuta riconoscenza e il dramma ha rapidamente travolto la vita della coppia di latifondisti BioPetalosi.

La lavandaia, l’ortolana, la cuoca. Quale umiliazione per una donna emancipata e di intelletto come la Senatrice “Dio, Patria e Famiglia: che vita di merda!”, ridotta a lavarsi le mutande e a preparare il pranzo come una qualunque donnetta di terz’ordine! Non è per questo che è venuta al mondo. Quelle mani vellutate sono fatte per sventolare bandiere arcobalenate, salutare folle inguainate nel latex e premere bottoni in Senato.

Lavandaia e cuoca: che biasimevoli occupazioni da comune figlia del patriarcato più becero! E che spreco di tempo e di risorse, per Nostra Signora di tutti gli asterischi, costretta dalla miserabile cameriera a fare addirittura l’ortolana!

Cinque giorni di fatiche da cameriera rubati alla speculazione intellettuale, alla contemplazione, alla riflessione filosofica. Chissà cosa avrebbe potuto partorire la Senatrice, se non avesse dovuto fare la cameriera ad Esterino. Non sapremo mai quale nuova strabiliante idea avrebbe potuto partorire quella adorabile testolina ricoperta di biondi riccioli. E tutto per colpa della cameriera. E del cane narcos.

E, oltre al danno, la beffa. Nessuna solidarietà dalle colleghe piddine: certo, loro la cameriera ce l’hanno, non devono mica patire umiliazioni come apparecchiare la tavola o stendere il bucato. Hanno altre missioni da compiere: devono posare di bianco vestite per sconfiggere i talebani. E mentre si concentrano sulla posa da assumere, dimenticano Monica. Sola, coi suoi vigneti, gli ulivi e i panni da stendere!

 

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spassosissimo e verissimo, c’è da ridere e da piangere insieme

Ed è solo l’inizio.