Ancora meno nati in Italia ed Europa a causa del Covid

DIFFICOLTA’ ECONOMICHE E PAURA HANNO SCORAGGIATO A FAR FIGLI. SAREBBERO URGENTI DECISE POLITICHE FAMILIARI. MA I PARTITI DI GOVERNO HANNO ALTRE PRIORITA’

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A cura di Pietro Licciardi

 

Tra gli effetti negativi della pandemia, o meglio del clima di paura se non di terrore creato con la pandemia, e dei contraccolpi economici provocati dalle misure adottate per contenerla vi è anche il calo delle nascite, che si inserisce in un quadro complessivo già drammatico.

InFormazione cattolica [QUI] aveva già riportato l’allarme della Banca d’Italia che nel giugno scorso aveva reso note alcune valutazioni sul probabile impatto demografico della crisi Covid-19, secondo le quali a causa della crisi economica che sarebbe seguita all’epidemia cinese la popolazione italiana in età lavorativa nel 2065 sarà sarebbe potuta diminuire di 9 milioni di unità: 1,6-3,4 milioni in meno rispetto allo scenario, già drammatico, delineato prima della pandemia; con una minore crescita del Pil del 17-27%.

Neodemos, foro indipendente di osservazione, analisi e proposte demografiche nato nel 2007, è tornato sull’argomento nel luglio scorso con una indagine sugli effetti della prima ondata pandemica sulle nascite secondo la quale i mancati concepimenti nel periodo della prima ondata corrispondono approssimativamente alle nascite tra novembre 2020 e marzo 2021. Rispetto ad un declino con un ritmo medio attorno al 3% nel periodo pre-pandemia, a novembre si scende a -8% e a dicembre a -10%. Il mese più colpito risulta gennaio 2021 (che corrisponde approssimativamente ai concepimenti di aprile 2020) con -14%. A febbraio il dato è di circa -5%.

Il ritorno ad una certa normalità dopo la metà di giugno 2020 trova riscontro nel dato positivo di marzo 2021 in cui si passa al segno positivo sulle nascite, pari a circa +4%. Sia l’impatto sulle nascite della prima ondata sia la ripresa all’uscita dal periodo di confinamento risultano però differenziati sul territorio e per caratteristiche della popolazione, come mostrato dal Rapporto annuale Istat 2021. Nel Nord-Ovest la diminuzione è più forte e anticipata rispetto al resto del Paese, arrivando a -16% a dicembre 2020. Gli stranieri, usualmente più prolifici, sono risultati più colpiti rispetto ai cittadini italiani. A gennaio 2021 la riduzione delle nascite arriva a circa -24% per i primi contro -12% per i secondi. A febbraio i corrispondenti dati sono -19% e -6%. La ripresa di marzo è invece assente per gli stranieri (-8%), risultando tutta concentrata sui nati italiani (+6%).

Sempre per Neodemos un dato messo in luce nel Rapporto annuale Istat, è che l’andamento positivo di marzo è dovuto solo alle nascite fuori dal matrimonio. Rispetto quindi ai mesi successivi sarà interessante verificare quale sarà la spinta della ripresa – parziale – dei matrimoni sulle nascite e come si inserirà in tutto questo la seconda ondata.

In ogni caso, come del resto già rivela il dato riguardante gli stranieri, le conseguenze negative sulle condizioni e sui progetti di vita sono state più acute e più persistenti per le coppie con meno risorse socio-culturali.

Le cose non sono andate meglio negli altro paesi della UE dove al trend già negativo di nascite si è aggiunto il calo causato dal Covid-19. Infatti si è avuto un netto declino delle nascite tra dicembre e febbraio con un picco nel mese di gennaio – quando l’impatto della pandemia è stato più forte e le misure restrittive ovunque più severe – una ripresa più intensa nel mese di marzo, alla fine della a prima ondata, che si va indebolendo nei mesi seguenti. Le conseguenze maggiori, visibili soprattutto nelle nascite di gennaio, sono riscontrabili in Inghilterra e Galles e nei paesi dell’Europa mediterranea, oltre che in Polonia. Mentre più contenuto sembra l’impatto in Germania, Paesi Bassi, Svezia

L’effetto della seconda ondata rimane un’incognita, ma per Neodemos è molto verosimile pensare che chi non ha recuperato in estate difficilmente lo abbia fatto durante il nuovo confinamento invernale. Per nuovi segnali positivi bisognerà aspettare i dati delle nascite corrispondenti ai concepimenti durante la primavera dell’anno in corso e ancor più l’estate.

Sicuramente, come ha messo in luce a suo tempo la Banca d’Italia, per recuperare qualche punto percentuale è importante investire sulle famiglie con adeguati sostegni economici e anche ristabilire un clima di serenità nel Paese, scosso da mesi e mesi di terrorismo mediatico per una “pandemia” le cui dimensioni peraltro si stanno ridimensionando man mano che vengono fuori notizie come quelle pubblicate di recente dalla stampa nazionale, e che anche InFormazione cattolica ha riportato [QUI] e [QUI]. Purtroppo non sembra che i partiti oggi al governo abbiano gran che intenzione di muoversi in questa direzione. Le loro priorità, di carattere ideologico, sono infatti decisamente anti-nataliste e anti-familiari: dalle politiche pro-gender e LGBT a quelle ambientaliste, tese alla riduzione della famigerata CO2 e dagli esseri umani che la producono.

 

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