Avvento, tempo di attesa. Viola, colore dell’Incarnazione

Avvento, tempo di attesa. Viola, colore dell’Incarnazione

di don Vito Cucca*

CELEBRARE L’AVVENTO SIGNIFICA CELEBRARE, VIVERE E CONDIVIDERE TRE ATTESE

L’Avvento come tempo liturgico custodisce in se tre diverse attese.

L’attesa dei patriarchi e dei profeti dell’Antico Testamento, che rivive nelle Letture proclamate durante le 4 settimane.

La seconda è l’attesa della solennità del Natale, come festa annuale. La nascita del Signore Gesù non è solo un ricordo, ma un evento che si ripresenta nell’oggi con tutta la sua carica salvifica, grazie alla sacramentalità dell’anno liturgico.

La terza attesa è quella della Parusia, il ritorno di Cristo sulla terra: noi cristiani viviamo il presente sempre protesi all’incontro definitivo con Gesù.

Pertanto, celebrare l’Avvento significa celebrare, vivere e condividere queste tre attese, entrando in una meditazione profonda del mistero dell’Incarnazione.

D’altronde Il colore liturgico utilizzato in questo periodo è il viola. Tale colore non solo denota un tempo di penitenza e preparazione ma si rivela essere anche il colore che più rappresenta l’evento salvifico dell’Incarnazione di Gesù: il viola, infatti, viene fuori dall’incontro tra blu e rosso, i due colori tipicamente attribuiti alle rappresentazioni mariane.

In Maria si compie l’incontro tra il rosso (la carne, la materialità, l’umanità) e il blu (il cielo, la divinità)-viola colore dell’incarnazione: per questo Maria viene chiamata “Porta dell’Avvento”.

Il tempo “liturgico” dell’Avvento è infine tempo privilegiato per invocare il Signore perché venga, anzitutto, nella nostra vita e ne prenda possesso.

Noi chiediamo che Egli venga in noi con tutta la sua personalità, con le sue grandi caratteristiche e tutta la sua vita per trasformarla nella sua stessa vita ed assimilarci sempre di più a Lui.

“Maranatha’ – Vieni Signore Gesù”, Vieni in me.
Comprendere la profondità di senso custodita da questo tempo liturgico ci aiuta a viverlo con maggior coinvolgimento, per una più fruttuosa e sentita celebrazione del Natale, che resta la festa in cui si realizzano le attese e le speranze di tutti i credenti.

                                                                           * Liturgista e docente presso l’ISSR Duns Scoto

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