Certificato Covid, Fratelli d’Italia: “il governo italiano ha violato il Regolamento UE”

A cura di Angelica La Rosa

LA SCELTA DEL GOVERNO METTERÀ IN DIFFICOLTÀ L’ECONOMIA ITALIANA

“Il governo italiano, dopo aver escluso i test dai certificati validi per lo svolgimento di molte attività quotidiane, ha disposto che dal 16 dicembre per l’ingresso in Italia da paesi UE è necessario l’obbligo di test anche per i possessori di certificato vaccinale, con l’aggiunta di quarantena per coloro che presentano un test negativo ma non sono vaccinati. Come si evince dalle dichiarazioni del vicepresidente della Commissione Jurova, ciò è avvenuto senza alcuna comunicazione preventiva, in netto contrasto con lo spirito istitutivo del Certificato Covid digitale e dunque probabilmente contravvenendo al regolamento europeo. Chiediamo quindi alla Commissione di verificare se e quali violazioni del regolamento europeo ci siano state da parte del Governo italiano nell’introduzione delle restrizioni sanitarie”.

E’ questo il contenuto di un’interrogazione alla Commissione Ue presentata dall’eurodeputato di Fratelli d’Italia, Vincenzo Sofo e dalla delegazione di Fratelli d’Italia- Ecr al Parlamento europeo, composta da Raffaele Fitto, Carlo Fidanza, Raffaele Stancanelli, Nicola Procaccini, Pietro Fiocchi, Sergio Berlato e Giuseppe Milazzo.

“La scelta del governo italiano, per la quale la stessa commissione ha manifestato stupore per i tempi e modi, metterà in difficoltà l’economia italiana e in particolare il settore del turismo alla vigilia delle festività, a beneficio degli altri stati europei. Inoltre questa disposizione ostacolerà il rientro dei tanti connazionali che studiano o lavorano all’estero. Ricordiamo che il 14 giugno 2021 il Parlamento europeo ha introdotto il Certificato Covid digitale finalizzato ad agevolare la libera circolazione durante la pandemia, nonché la revoca graduale delle restrizioni poste in essere dagli Stati membri. Con tale certificato, ottenibile attraverso tre strumenti alternativi, il regolamento prevede che gli Stati membri si astengano dall’imporre ulteriori restrizioni alla libera circolazione quali ulteriori test o quarantene in relazione ai viaggi, salvo situazioni di necessità da dimostrare e comunicare preventivamente”.

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