Il profumo, simbolo di offerta e di donazione

di Piera Di Girolamo

IL PROFUMO È QUALCOSA CHE DÀ PIACERE AL SENSO DELL’OLFATTO: LO TROVIAMO ALL’INIZIO DELLA SETTIMANA SANTA E CI ACCOMPAGNA FINO AL SEPOLCRO

Nella Bibbia si menzionano diversi tipi di profumo, di aromi che venivano usati in diverse circostanze. Nel libro dell’Esodo leggiamo che Dio stesso aveva ordinato di costruire un altare dei profumi e di offrire su di esso del profumo, specificando anche con che cosa doveva essere fatto lo stesso profumo.

Il Signore dice infatti a Mosè: «Prenditi degli aromi, della resina, della conchiglia odorosa, del galbano, degli aromi, con incenso puro, in dosi uguali; e ne farai un profumo composto secondo l’arte del profumiere, salato, puro, santo; ne ridurrai una parte in minutissima polvere, e ne porrai davanti alla testimonianza nella tenda di convegno, dove io m’incontrerò con te; esso vi sarà cosa santissima» (Es. 30,34-36).

Molto noto è anche il nardo che la donna peccatrice utilizzò per ungere i piedi di Gesù e la mirra che serviva per imbalsamare i cadaveri e che le donne il giorno dopo la crocifissione di Gesù portarono con sé alla tomba per ungere il Suo corpo. La tradizione ci racconta che questo stesso aroma fu il dono che uno dei Magi portò a Gesù Bambino prefigurando così la sua stessa morte che avvenne dopo trentatré anni.

Devo dire che mi ha sempre attratto molto la scena dell’unzione di Betania. L’immagine di questa donna, pentita dei suoi peccati, che accovacciata ai piedi di Gesù cosparge i Suoi piedi di un olio profumato di grande valore, mi fa pensare a come il nostro riconoscerci peccatori davanti a Dio, sia accolto da Lui come un’offerta preziosa che profuma il Suo trono.

Noi potremo profumare Dio con le nostre buone azioni, con le nostre virtù, con la nostra adesione al Suo volere. Se invece vivremo una vita di peccato, una vita iniqua, ciò che salirà al Cielo sarà un odore nauseabondo che disgusterà il Signore.

Nella vita ordinaria il profumo è qualcosa che dà piacere al senso dell’olfatto. Immaginiamo il profumo dei fiori, il profumo del mare, della terra bagnata dalla pioggia. Tutti profumi naturali che ci deliziano e ci fa piacere avvertire. Allo stesso modo pensiamo all’odore che proviene da una fogna, da un acquitrino, dal letame. Non potremo certo parlare di profumi in questo caso, ma piuttosto dovremo identificarli con lezzi, tanfi. Ecco come arriva a Dio il nostro peccato… come un lezzo, un odore maleodorante.

Quella donna ai piedi di Gesù non era una santa, aveva un passato di peccato alle spalle e il suo pentimento la porta a chinarsi, a prostrarsi dinanzi a Colui che riconosce come il Suo Salvatore.

Il profumo di nardo si sparge per tutta la stanza, inebriando il cuore di Gesù. Egli non vede più il peccato, vede l’Amore della donna, vede la sua umiltà. Il gesto che ella compie rivela  la sua anima che ha abdicato di fronte alla Misericordia fatta Persona. La sua Salvezza è lì dinanzi a lei e i piedi che sta profumando sono gli stessi che saranno attraversati dai chiodi nella crocifissione. Li accarezza e li profuma: il primo un gesto di tenerezza, il secondo un gesto di donazione totale di sé, di abbandono all’Amore di Dio.

Gesti che misticamente ognuno di noi può compiere, atti d’Amore che ci permettono di entrare in una intimità profonda con Dio. È con le nostre scelte, i nostri atteggiamenti, i nostri SI alla grazia che accarezziamo e profumiamo i piedi di Gesù. È la nostra condotta che determina il nostro profumare o emanare cattivo odore.

La nostra stessa vita può essere profumata o maleodorante. Nel primo caso si apriranno per noi le porte del Paradiso, nel secondo quelle dell’inferno. A noi la scelta!

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