Droga, gioco d’azzardo e sessualità deviata: a Caivano c’è chi non si arrende!

di Enzo Vitale

UN TERRITORIO BISOGNOSO DI RISCATTO E UNA INIZIATIVA DA SOSTENERE CONTRO OGNI FORMA DI DIPENDENZA

È vero: la cronaca nera fa molto più notizia rispetto alle tante iniziative che sorgono per rendere il mondo più bello. Usando l’immagine dei funghi che ci riempiono di meraviglia quando passeggiamo in un bosco all’indomani di un temporale, non possiamo non segnalare i tentativi di chi, con forza, vuole aiutare la vita, ogni vita, a non soccombere.

La bellezza, quella vera, quella che – come qualcuno ha detto – salverà il mondo, risplende ancora di più se sboccia in territori tristemente famosi per la malavita e il malaffare. Paesi in cui il male, ad ogni ora e in troppi angoli, indossa le vesti del veleno, della droga.

Noi vogliamo condividere una di queste espressioni di bellezza. È l’iniziativa di un sacerdote, Don Arturo Caterino della Diocesi di Aversa che, a Caivano, in provincia di Napoli, insieme ad un suo collaboratore, Nicola De Libero, stanno dando vita ad un’associazione, Figli del Cuore Misericordioso di Gesù. Nei suoi obiettivi: combattere ogni forma di dipendenza dalla droga, dal gioco d’azzardo, dalla sessualità deviata. Un’azione che ha di mira i giovani e le famiglie che si ritrovano incatenate nel male oscuro della droga.

L’attività sta prendendo il via in un territorio tristemente famoso per la criminalità e soprattutto perché troppe volte è stato additato come principale piazza di spaccio d’Europa.

Abbiamo incontrato don Arturo e Nicola.

Com’è nata l’idea dell’associazione Figli del Cuore Misericordioso di Gesù?

Don Arturo: «È una vocazione, una chiamata di Dio, che sentiamo forte. Abbiamo fatto la stessa esperienza del buon ladrone sulla croce: essere perdonati! E vogliamo che anche altri siano perdonati, come noi e come il buon ladrone».

Anche ieri mi dicevate che l’idea della vostra iniziativa nasce da un’esperienza di misericordia, come quella ricevuta dal “buon ladrone”. Ma perché questa Associazione, cosa pensate di offrire?

Nicola: «Ho vissuto questa misericordia sulla mia pelle, vivendo il peccato. Poi, con la grazia di Dio, conoscendo un santo sacerdote, ho conosciuto la Verità di Cristo. Quindi, sapendo che cos’è il peccato, cerco di aiutare gli altri a venirne fuori, seguendo sempre ed esclusivamente il vero Magistero della Chiesa».

Quindi, fedeltà al Magistero e al Papa. Ma tu hai detto “ho conosciuto il peccato”. Ogni uomo conosce il peccato, ma in questo caso, mi sembra parliamo di qualcosa in particolare, di difficoltà particolari…

Nicola: «Sì. Combattiamo ogni forma di dipendenza: droghe, sesso, gioco d’azzardo. In effetti, chi si ritrova nel tunnel delle dipendenze si rende conto – per usare un’immagine spesso usata nell’ambito dell’associazione che opera attraverso volontari e professionisti preparati in tal senso – non solo porta alla morte sé stesso, ma ogni membro della propria famiglia».

Don Arturo: «Aiutare un ragazzo vittima di una dipendenza significa aiutare un’intera famiglia. Un ragazzo che vince la droga, non fa da solo l’esperienza della Risurrezione, ma fa risorgere tutta la propria famiglia. Nelle famiglie in cui c’è un ragazzo vittima di una qualche dipendenza non si vive più: si piange in continuazione, si è vittima di ogni forma di malessere fisico, psicologico e morale. Nostro obiettivo, in un territorio come quello della Campania, è quello di realizzare una struttura in cui i ragazzi possano essere ospitati, aiutati, non solo in un percorso di guarigione fisica e psicologica, ma anche e soprattutto spirituale, perché il male va combattuto in tutta la sua interezza e l’uomo, il povero peccatore, va aiutato in tutta la sua persona, a livello fisico, psicologico, spirituale. E tutto questo lo vogliamo fare mettendo Gesù al centro».

Il primo contributo di noi tutti è quello della preghiera, ma se qualcuno volesse informazioni o offrire un aiuto concreto, può contattare l’associazione: figlidelcuoremisericordiosodigesu@hotmail.com. Nel mondo c’è tanto male ma, anche se nel silenzio, c’è tanto bene che uomini di buona volontà cercano di realizzare.

 

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